Capitolo ventiduesimo: Maya

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CAPITOLO 22:            MAYA

Quello che era appena accaduto al villaggio era scioccante. Mentre Myda mi portava chissà dove, tenendomi per mano, con la mente ero da tutt’altra parte.

Cosa cavolo stava succedendo?

Quei mostri, il tempo impazzito, il villaggio distrutto, le urla..

Myda mi stava tenendo all’oscuro di qualcosa ma doveva dirmelo perché fino a qualche ora prima credevo di averlo perso per sempre. Non sarebbe successo un’altra volta.

Nella mente mi si affollavano immagini di lui che mi gridava di stare dentro la capanna e del villaggio spazzato via da quella orrenda voragine nel cielo.

Il terreno sotto le mie scarpe divenne all’improvviso più morbido e guardai in basso: non era terra, era sabbia.

Davanti a me, l’orizzonte stava tagliando a metà il sole. Alla mia sinistra, vi era ancora un altro pezzo di spiaggia dalla sabbia chiara, alla mia destra, un costone di montagna si ergeva imponente sul mare calmo.

Sbattei più volte le palpebre: nel villaggio Ishna c’ era anche la spiaggia? Sorprendente.

“E’ meraviglioso..” sussurrai felice, lasciando che i miei nervi si distendessero.

Il paesaggio era così diverso dal verde del villaggio che sembrava fossi lontana chilometri e invece era a pochi passi. Lasciai la mano di Myda e mi avvicinai alla riva, scoprendo che, anche con le scarpette ai piedi, la sensazione dell’acqua tiepida che li bagnava mi piaceva. Inspirai profondamente l’aria impregnata di salsedine e Myda venne più vicino.

“Ti piace?” mi chiese.

“Cosa sta succedendo Myda?” chiesi a lui, ignorando la sua domanda di proposito. Vedere cosa quei mostri avevano fatto mi aveva sconvolta fin troppo.

“Maya..” farfugliò.

Mi girai verso lui di scatto. “No, non cercare scuse. Qualcosa non va e non posso far finta di niente e magari un giorno non ti trovo nella capanna perché sei morto” gli risposi quasi gridandoglielo in faccia.

Dovevo calmarmi, non avrei dovuto dirglielo così.

Dopotutto io ero e sono un’estranea.

Dovevo calmarmi.

Lui venne più vicino, alzandomi il mento con un dito.

“Stai tremando..” sussurrò e mi resi conto che tremavo davvero, non per il freddo ma per lo shock e la stanchezza. Mi ero presa un bello spavento.

“Vorrei sapere che sta succedendo..” dissi mentre il nodo allo stomaco mi saliva in gola, rendendomi difficile anche solo respirare e gli occhi cominciarono a pizzicarmi. “Non voglio che ti fai male..io…non voglio perderti..”

Myda mi abbracciò e lo ricambiai. Per un attimo, essere poggiata al suo petto mi sembrò vitale per dimenticare il resto.

Contai i battiti del suo cuore. Uno, due, tre.. Poco dopo, mi accarezzò i capelli e mi depositò un bacio sulla guancia.

Cominciai a piangere per sfogarmi e stetti così incollata al suo petto che temevo di stritolarlo.

“Mi dispiace che stai soffrendo così Maya, ma il villaggio è in grossi guai..” disse serio e capii che ci doveva essere qualcosa di veramente grosso sotto.

Stando seduti sulla spiaggia dorata, Myda mi raccontò di Elros, di Eyria, del rifugio, degli altri villaggi Ishna, degli attacchi e della tanto imminente guerra. Avevo voglia di mettermi le mani fra i capelli.

Ishna-sulle Ali Rosso FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora