Capitolo sesto: Myda

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CAPITOLO 6:                 MYDA

Il villaggio era in fiamme.... tutto bruciava; le case, gli alberi, i fiori. Mi guardavo intorno: lunghe colonne di fumo s’innalzavano al cielo, alcuni Ishna cercavano di scappare salvando le loro ragazze e i figli, vedevo alcune bambine che gridavano e altre che si erano perse mentre il fuoco divampava e inceneriva tutto.

Mi sentivo bloccato, come se fossi di pietra e non sapevo che fare.

La paura mi assaliva ma dovevo portare al sicuro tutti. Alzai lo sguardo e vidi in lontananza ferma e immobile una figura contornata di un alone bianco pallido sul grigio. Mi guardò e, d’improvviso, scomparve....

Mi svegliai di soprassalto, con la fronte sudata e gli occhi splancati. Le immagini del mio terribile sogno riaffioravano, ritornavano a galla e avrei voluto cancellarle il più presto possibile. Cosa significavano? Purtroppo non avevo una risposta a questa domanda.

Spostai lo sguardo alla mia destra e la piuma era ancora lì. Di fretta indossai i pantaloni blu molto ampi nella parte inferiore, mi rinfrescai il viso con un pò d'acqua che era contenuta in un recipiente in pietra e uscii di casa.

Andai verso il sud del villaggio, volevo distrarmi; decisi di far visita ad un altro mio fratello che conoscevo da quando entrambi eravamo bambini.

Blaze era molto alto, aveva i capelli castani corti che lo facevano sembrare ancora più giovane della sua età. Era muscoloso, ed era un Ishna verde. I ciondolini della sua cavigliera produssero un rumore come di campanellini quando venne verso me. La cavigliera era un ornamento fondamentale per Blaze, era un regalo che sua madre gli aveva fatto per il suo diciottesimo compleanno ma ora che quest’ ultima non c’ era più, era come avere un ricordo di quando erano stati insieme. 

Blaze nonostante tutto era forte anche di animo; i suoi occhi azzurri erano limpidi, quasi cristallini di solito e riflettevano il suo carattere sereno. Da un paio di anni, aveva creato nel giardino della sua casa fatta di legno chiaro di palissandro, un piccolo orto che curava tutti i giorni. 

Aveva la passione per l’agricoltura e il giardinaggio era parte di lui. La nostra amicizia era nata per caso. Quando ero piccolo non avevo un buon senso dell’orientamento e un giorno mi persi fra le case del villaggio. Casualmente, Blaze stava giocando davanti la sua capanna con sua madre e vedendo che mi guardavo attorno senza sapere che fare mi si avvicinò e successivamente chiese ai suoi genitori di riaccompagnarmi a casa. Furono molto gentili quel giorno e da allora, conosco a memoria il tragitto di strada che separa le nostre case.

Mi avvicinai al recinto di pietre che ci separava.

“Ciao Blaze!”

“Ciao Myda! Ti trovo bene capo”, sorrise asciugandosi la fronte dalle goccie di sudore. Si appoggiò di peso all’attrezzo che stava utilizzando.

“Sei sempre il solito a quanto vedo” dissi indicando con la testa l’orticello, “sempre solita vita” guardai una pianta di pomodori cresciuta molto bene poco vicino a noi.

Blaze scoppiò a ridere e mi unii anch’io. “Già Myda, mi tengo sempre in forma così” e si passò la mano dalla spalla al bacino; non cambiava mai, era sempre un tipo divertente. 

“E tu che mi racconti di bello?”, domandò curioso. 

“Niente, solita vita da capo villaggio. Mi andava di venire qui, aveva da molto che non chiacchieravamo.”

“Già. Passa più spesso fratello io non mi muovo mica” abbassò gli occhi come se stesse pensando. “Aspettami un attimo” sorrise e scomparve fra le piante di pomodori.

Ishna-sulle Ali Rosso FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora