CAPITOLO 29: MAYA
Ero nel bel mezzo della guerra.
Il villaggio era distrutto ed ero sola; intorno a me, il fuoco divampava e le urla mi stordivano. La puzza di zolfo mi nauseava ma dovevo trovare Myda, era il mio primo pensiero.
Cominciai a correre ma le strade del villaggio ad un certo punto iniziarono a sgretolarsi sotto i miei piedi ma non volevo cadere, sotto non c’era niente.
Avevo un bisogno disperato di Myda.
Piansi, cercando di non guardare di sotto e la paura era più forte di me. Notai che le lacrime non mi scorrevano lungo le guance ma fluttuavano in aria sotto forma di graziose bollicine però ciò che rimaneva attorno era tutt’altro che grazioso. Ogni cosa era bruciata e secca, mi dava la nausea.
Provai a recarmi all’arco, l’unico luogo che mi veniva in mente in quel momento e lì trovai il mio Ishna seduto sotto l’arco avente dei fiori blu sbocciati e bellissimi.
“Myda…”
Sussurrai il suo nome mentre piangevo sommessamente e correvo per raggiungerlo, sembrava così tranquillo.
Quando finalmente gli sfiorai una guancia la sua pelle mi sembrò strana, era come se stessi accarezzando del vetro gelido e senza pensarci, abbassai lo sguardo verso lui, cercando l’abbraccio dei suoi occhi viola. Davanti a me, vi era immobile un cumuletto grigiastro di cenere. Ormai Myda non c’ era più.
Chiusi gli occhi cercando di svegliarmi.
Riaprii gli occhi e intono a me, solo le tenebre.
“Myda..” chiamai ma la mia voce rimbombava nel vuoto. Il cuore prese a battermi forte per la paura, forse ero intrappolata in quel luogo così spoglio e angusto.
Poi una scintilla, che diventò una luce illuminò il buio.
I miei occhi cominciarono ad abituarsi a quella flebile luce che stranamente emanava calore e potei distinguere i tratti del viso fatti di luce pura di una giovane.
Guardai quella luce meravigliata, chiedendomi se era soltanto immaginazione. Mi sorrideva.
Sorrisi anch’io quando mi bagnò una leggera pioggia che non proveniva da delle nuvole. Esisteva in quel posto senza tempo.
Il volto della ragazza mutò aspetto e giunse alle mie orecchie una perfida risata che mi congelò il sangue nelle vene. Mi ritrovai in mano una pietra viola dello stesso taglio del diamante. Perfetta. Non sembrava affatto solida, era soffice al tatto e la sua superficie era simile al velluto.
In un batter di ciglia, a posto della gemma le mie mani a coppa contenevano un liquido rosso che aveva un odore un po’ metallico: sangue.
Inorridita, lo lasciai cadere, mi sporcai e il nero sotto i miei piedi si macchiò di quel colore.
Stranamente il liquido formò una sola parola:
AIUTO.
E, inconsapevolmente, sussurrai il quel nome: “..Eyria..”
Mi svegliai di soprassalto.
I capelli mi si appiccicavano sulla fronte per il sudore. Cercai di tranquillizzarmi e mi guardai intorno: ero in camera con Myda che dormiva accanto a me beatamente.
Un brivido mi fece drizzare i peli sulla nuca.
Infreddolita, scesi dal letto lentamente per non svegliare il capo e guardai fuori da una delle due finestre del soggiorno: una coltre di nubi grigie e pioggia incombeva sul villaggio. Strano..
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Ishna-sulle Ali Rosso Fuoco
Lãng mạnPer Maya, una ragazza fenice, è difficile rimanere in un Clan pieno di costrizioni così decide di fuggire per essere libera di costruirsi un futuro migliore. Tuttavia, ben presto si rende conto che essere libera non significa necessariamente fuggire...