Capitolo ventunesimo: Myda

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CAPITOLO 21:             MYDA

Mi svegliai a metà mattinata. Maya era ancora addormentata nell’altra metà di letto con la maggior parte della coperta arrotolata a sé.

Era l’occasione perfetta per andare a fare una cosa che avevo progettato il giorno prima.

Eyria mi aveva dato l’opportunità di rendere migliore la mia vita e l’avrei sfruttata.

Nella mia mente, non riuscivo a capire come avessi potuto, fino a quel momento, vivere senza guardare il viso della ragazza che dormiva nel mio letto o anche solo non guardare i suoi occhi.

Maya,Maya,Maya..

Non riuscivo a immaginare un instante del mio futuro senza lei perché riempiva le mie giornate e perché ero sicuro di esserne davvero innamorato.

Appena uscii dalla capanna furtivamente, Keendel mi guardò stupito.

“Non voglio svegliarla” spiegai sussurrando e a passo svelto mi allontanai dalla mia casa.

Avrei di sicuro impiegato buona parte della mattinata per organizzare, quella stessa sera, una festa per lei.

Ci tenevo. Era importante quello che si stava creando fra noi e volevo renderlo ufficiale.

Mi recai alla capanna di Dasel, una delle molte nella strada principale.

Dasel era una ragazzina educata e gentile, molto sensibile che adorava coltivare fiori, infatti, aveva aperto una capanna per occuparsi anche della loro vendita. La capanna aveva come la maggior parte delle altre botteghe, una finestra che si affacciava sulla strada e, dall’esterno, si potevano scorgere le numerose mensole coperte da piante rampicanti o che reggevano vasi traboccanti di fiori. Anche ai due lati della finestra, vi erano appesi due vasi contenenti tipi diversi di piante pendenti.

Non vedevo Dasel però.

“Dasel, sono Myda, sei dentro?” chiesi, sperando che da dentro la capanna mi avrebbe risposto.

Aspettai una manciata di minuti. Poi udii un gridolino di dolore.

“Dasel? Sei tu? Va tutto bene?” domandai ancora preoccupato. Poi si sentì il cigolio di una porta.

“Myda..arrivo..un attimo..” le  sentii rispondere e poco dopo si presentò sorridente alla finestra.

“Se sei occupata passo più tardi” aggiunsi squadrandola dalla testa al mezzo busto fin quando la visuale della finestra consentiva.

Dasel aveva i capelli nocciola che solitamente formavano un caschetto ordinato, scompigliati e arruffati; riuscivo a intravedere anche un paio di foglioline verdi strozzate da delle ciocche.

Gli occhi cangianti dal castano all’ambrato, contribuivano a creare un ottimo abbinamento con la sua tunica verde, i guanti da coltivatrice verde scuro e le scarpe di un verde limone che le aveva regalato Nifel così che non si sporcasse i piedi con la terra bagnata quando avesse dovuto innaffiare le piante. “Sicura di stare bene? Hai gridato prima.”

Lei si tolse il guanto di pelle colorata dalla mano sinistra che agitò energicamente.

Sorrise. “Sai Myda, adoro gli animali ma le api a volte fanno proprio male”

Poi mi mise davanti gli occhi il pollice che era molto gonfio e rosso.

“Che ti serviva?” chiese entusiasta mentre non sapevo se ordinare i fiori per la festa o consigliarla su una buona crema che preparava Areya adatta alle punture di insetti.

Dasel aveva un carattere solare, non si scoraggiava facilmente. Comunque sia, decisi di ordinare i fiori.

“Potresti per questa sera preparare un mazzo di lilium rosa, rose rosse e orchidee?”

Ishna-sulle Ali Rosso FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora