Questa sura, centrale rispetto al Corano, contiene tre storie di notevole spessore spirituale e concettuale: “i compagni della Caverna”, “l'incontro di Mosè con al-Khidr”, “la vicenda del Bicorne”. La prima narra di un gruppo di giovani che abbandonarono la loro città e si ritirarono in una caverna, per sfuggire alle persecuzioni di un tiranno pagano, che voleva costringerli ad abiurare il loro credo. La seconda storia vede protagonisti Mosè e un servo dell'Altissimo (gloria a Lui), che l'esegesi identifica con al-Khidr. Questo episodio ha dato adito a molte interpretazioni. La sua collocazione centrale rispetto al Corano, la natura di Khidr e la sua conoscenza di realtà sottili e inevidenti, hanno suggerito importanti considerazioni a proposito della relatività della conoscenza umana, dell'umanità dei profeti, della necessità di un atteggiamento di umiltà totale di fronte alla potenza, alla scienza e alla volontà divina. Infine, i verss. 83-98 ci parlano del Bicorne, che la gran parte dei commentatori identificano con Alessandro il Macedone, basandosi su un detto dell'Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui), che disse: “...è il greco che fondò Alessandria” (Tabarî XVI, 8). Il Bicorne spazia tra gli estremi orizzonti terreni recando un messaggio di fede, di giustizia e di conoscenza e giunge ai limiti del mondo conosciuto, dove vivono Gog e Magog. Il Bicorne imprigiona queste creature che hanno caratteristiche subumane e sembrano rappresentare tutta l'animalità insita nell'individuo, elevando un vallo di ferro ricoperto di rame, dietro il quale rimarranno confinate fino al giorno in cui, nei tempi ultimi, sciameranno da ogni declivio.
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
1. La lode [appartiene] ad Allah, Che ha fatto scendere il Libro sul Suo schiavo senza porvi alcuna tortuosità.
2. [Un Libro] retto, per avvertire di un rigore proveniente da parte di Allah, per annunciare ai credenti che compiono il bene, una ricompensa bella,
3. nella quale dimoreranno perpetuamente
4. e per ammonire coloro che dicono: “Allah si è preso un figlio”.
5. Non hanno scienza alcuna, come del resto i loro avi. È mostruosa la parola che esce dalle loro bocche. Non dicono altro che menzogne.
6. Ti struggerai seguendoli, se non credono in questo Discorso?
7. In verità abbiamo voluto abbellire la terra di tutto quel che vi si trova per verificare chi di loro opera al meglio;
8. e in verità, poi ridurremo tutto quanto in suolo arido.
9. Non ti sembra che il caso dei compagni della caverna e di ar-Raqîm sia, tra i Nostri segni, meraviglioso?**[L'esegesi avanza diverse ipotesi a proposito del significato di “Ar-Raqîm”, secondo quella più accreditata (in base all'interpretazione di Ibn Abbâs), si tratterebbe del nome di un fiume, nella vallata del quale, si trovava la caverna. Tabarî (XV, 198) afferma essere il nome di una scrittura posta sull'entrata della caverna; qualcuno ritiene, invece, che sia il nome del cane, di cui al vers. 18]
10. Quando quei giovani si rifugiarono nella caverna, dissero: “Signor nostro, concedici la Tua misericordia, concedici retto comportamento nel nostro agire”.
11. Rendemmo sorde le loro orecchie, [rimasero] nella caverna per molti anni.
12. Li resuscitammo poi, per vedere quale delle due fazioni*, meglio computasse il tempo che avevano trascorso.*[“quale delle due fazioni”: a proposito di queste due fazioni, l'esegesi non è unanime. Secondo alcuni si tratterebbe di un'allusione all'esistenza di due sette diverse di cristiani, una credeva nella Resurrezione del corpo e dell'anima, l'altra solo in quella dell'anima; altri ritengono che l'espressione si riferisca ai “Dormienti” e agli abitanti della città, altri ancora alla gente della città, che si divise in due fazioni a proposito degli anni che i sette avevano passato nella caverna]
13. Ti racconteremo la loro storia, secondo verità: erano giovani che credevano nel loro Signore e Noi li rafforzammo sulla retta via;
14. fortificammo i loro cuori quando si levarono a dire: “Il nostro Signore è il Signore dei cieli e della terra: mai invocheremo dio all'infuori di Lui, ché allora pronunceremmo un'aberrazione.
15. Ecco che la nostra gente si è presa degli dèi all'infuori di Lui. Perché non adducono una prova evidente su di loro? Qual peggior iniquo di chi inventa menzogne contro Allah?
16. Quando vi sarete allontanati da loro e da ciò che adorano all'infuori di Allah, rifugiatevi nella caverna: il vostro Signore spargerà su di voi la Sua misericordia e deciderà del vostro caso nel migliore dei modi”.
17. Avresti visto il sole, al levarsi sfiorare a destra la loro caverna, e scostarsi a sinistra al calare, mentre loro erano in un ampio spazio. Questi sono i segni di Allah. Colui che Allah guida è ben guidato, ma per colui che Egli svia, non troverai patrono alcuno che lo diriga.
18. Avresti creduto che fossero svegli e invece dormivano. Li giravamo sul lato destro e su quello sinistro, mentre il loro cane era sulla soglia, le zampe distese. Se li avessi scorti saresti certamente fuggito volgendo le spalle e certo saresti stato preso dal terrore vedendoli.
19. Li resuscitammo infine perché si interrogassero a vicenda. Disse uno di loro: “Quanto tempo siete rimasti?”. Dissero: “Siamo rimasti una giornata o parte di una giornata”. Dissero: “Il vostro Signore sa meglio, quanto siete rimasti. Mandate uno di voi alla città con questo vostro denaro, ché cerchi il cibo più puro e ve ne porti per nutrirvi. Si comporti con gentilezza e faccia sì che nessuno si accorga di voi.
20. Se s'impadronissero di voi, vi lapiderebbero o vi riporterebbero alla loro religione e, in tal caso, non avreste alcun successo”.
21. Facemmo sì che fossero scoperti, affinché si sapesse che la promessa di Allah è verità, e che non c'è dubbio alcuno a proposito dell'Ora. Discutevano sul caso loro e dicevano: “Innalzate su di loro un edificio. Il loro Signore meglio li conosce”. Quelli che infine prevalsero, dissero: “Costruiamo su di loro un santuario”.
22. Diranno: “Erano tre, e il quarto era il cane”. Diranno congetturando sull'ignoto: “Cinque, sesto il cane” e diranno: “Sette, e l'ottavo era il cane”. Di': “Il mio Signore meglio conosce il loro numero. Ben pochi lo conoscono”. Non discutere di ciò, eccetto per quanto è palese e non chiedere a nessuno un parere in proposito.
23. Non dire mai di nessuna cosa: “Sicuramente domani farò questo...”
24. senza dire “se Allah vuole”*. Ricordati del tuo Signore quando avrai dimenticato [di dirlo] e di': “Spero che il mio Signore mi guidi in una direzione ancora migliore”.