Riferisce una tradizione che un tale Labid, fu incaricato di gettare sull’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) un terribile incantesimo di morte. Per preservarlo e allontanare da lui questo male, Allah (gloria a Lui l’Altissimo) gli inviò Gabriele con due sure, una di cinque e l’altra di sei versetti. Le due sure in questione sono quelle con cui si conclude il Sublime Corano, esse hanno grande importanza rituale e i musulmani le recitano molto spesso per preservarsi da ogni male, fisico e spirituale.
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
1. Di’: «Mi rifugio nel Signore dell’alba nascente,
2. contro il male che ha creato,
3. e contro il male dell’oscurità che si estende
4. e contro il male delle soffianti sui nodi*,*[Il versetto si riferisce ad una forma di magia nera che veniva praticata nell’Arabia preislamica]
5. e contro il male dell’invidioso quando invidia».