Primo giorno di scuola, prima scocciatura. La sola idea di dover cambiare istituto e non rivedere più tutti i miei compagni, ma soprattutto di distogliermi dal sogno che stavo inseguendo e coltivando, mi faceva venire il mal di testa. Come si poteva fare una cosa del genere? E poi non sarebbe stato più semplice comprare un'altra casa a Firenze? Perché qui a Milano?
sorrise.
La salutai con un bacio sulla guancia e, dopo aver lanciato un'ultima occhiatina all'orario sul display del cellulare, mi apprestai a scendere. Avevo il terrore dei motorini perché una volta, con il mio ex ragazzo Andrea, ebbi un incidente. Ma per fortuna nulla di grave, giusto qualche graffio. Da quel momento in poi non ero mai più salita su uno di quei cosi.
Purtroppo non c'erano pullman che da casa nostra portassero alla scuola o lì nei dintorni, quindi Alessandro mi aveva offerto un passaggio con il suo motorino. E lo trovai proprio lì, appoggiato al portone, con un cappotto di jeans e una grossa sciarpa.
mi baciò la guancia.
Indossai il casco nero che mi porse e mi sedetti dietro di lui, stringendo le mani attorno alla sua vita. Diede un'ultima occhiata dietro, verso di me, prima di partire: direzione scuola.
quasi urlò pur di farsi sentire.
risposi.
risi.
rise anche lui.
Ci mettemmo meno di 15 minuti per arrivare, davvero molto veloce come cosa. Parcheggiò accanto alle altre moto, legandola con una catena molto pesante, e poggiammo i caschi nel sedile.
sorrisi, aggiustando una ciocca ribelle che si era spalmata sul mio volto.
Neanche il tempo di accostarci al cancello d'entrata che due o forse tre ragazzi ci si avvicinarono. Suppongo fossero suoi amici, perché si scambiavano pacche amichevoli sulle spalle o il 'cinque' con le mani.
me li presentò ad uno ad uno.
sussurrai imbarazzata.
Mi stavano scrutando dalla testa ai piedi ed erano talmente tanto impegnati che non mi risposero nemmeno. Erano troppo concentrati sul mio corpo, per parlare.
scherzò Ale.
farfugliarono poi.
incrociò le braccia Fabio.
sorrisi. mi girai dall'altro lato, dando a tutti le spalle.
sussurrò appena qualcuno, ma non riuscii a capire chi.
Ho visto come sono molto espliciti, già. Bei compagni. Che schifo. Mi voltai viola dalla vergogna e li scrutai ad uno ad uno.
disse Lorenzo.
lo richiamai.
guardava me e poi spostava lo sguardo verso di loro ma non capivo chi. e si girò dietro anche lui.
sospirai.
farfugliò Alessandro.
Mi prese il polso e lasciammo dietro i nostri amici, superando anche molte delle altre persone che erano lì.
si grattò la nuca.
incrociai le braccia.
Si lasciò scappare una risatina e mi condusse dritto verso la nostra aula, che si trovava al primo piano. Quindi salimmo le scale e ci ritrovammo davanti ad una porta con su scritto 4°B MM .
MM ?> domandai ad Alessandro.
spiegò.
Appena fummo in classe, già quei pochi che erano dentro spostarono i loro sguardi su di me. Ma che ho di tanto speciale?