Chapter 14.

256 9 1
                                    

<Con tutta questa pioggia oggi la scuola è anche aperta?> Sbuffai sonoramente, e la risata di Alessandro echeggiò per tutte le scale.

<Già. Sono riusciti a liberarla dalla neve, quindi.. Ci tocca. Riesci a mantenere l'ombrello mentre siamo in moto?> Indossammo i caschi, e ci coprimmo per bene.

<Credo di si.> Sorrisi e, appena salimmo sulla moto, aprii l'ombrello.

Con l'altra mano mi stringevo ad Alessandro, ma non ero molto in equilibrio.. e nonostante tutto la pioggia ci bagnava parecchio. Eravamo completamente bagnati dopo nemmeno cinque minuti, e in più lui era costretto a mantenere una velocità ridotta per non rischiare di scivolare sulle strade allagate. Arrivammo dopo 25 minuti, e se non ci fossimo asciugati all'istante avremmo preso una bella febbre. Per fortuna non eravamo in ritardo.

<Sei zuppa d'acqua!> Legò la moto con la catena e prese lui l'ombrello.

<Lo so.. anche tu.> Sorrisi, cercando di asciugarmi con le mani per quanto mi fosse possibile.

<Hey ragazzi!> Gioele ci si avvicinò, coperto solo dal cappuccio della felpa. <Ci conviene entrare.>

<Si, è proprio quello che stavamo per fare. Andiamo.>

Ci stringemmo di più per far entrare anche lui sotto l'ombrello, e appena fummo dentro trovammo parecchi ragazzi (e poche ragazze) che si asciugavano con dei fazzoletti distribuiti dai bidelli. Ma davvero avevano aperto la scuola con un tempaccio così? Non immagino chi è arrivato a piedi. Ci asciugammo anche noi, e dopo un paio di minuti suonò la campanella.

<Buongiorno ragazzi.> C'era di nuovo la prof Di Pasquale.

Ci alzammo tutti in piedi, pronti a seguire le noiosissime lezioni. Io, intanto, avevo un terribile mal di testa e credo che Alessandro se ne fosse accorto.

<Tutto okay?> Sussurrò, mentre l'insegnante faceva l'appello.

<Si. C'è bisogno di un certificato, un'autorizzazione per prendere una tachipirina? È solo che ho un forte mal di testa.> Speravo di no.

<Veramente si.. ma se devi prenderla, basta che non ti fai vedere. Il problema è che non so chi possa averne una.>

<Io.> Sorrisi. Proprio mentre la prof era chinata con il capo sulla tastiera, la presi di nascosto e la inghiottii con l'acqua della bottiglina.

<Com'è che ne hai?> Ridacchiò.

<Ne ho sempre qualcuna.. per emergenza.> Spiegai.

In verità in cartella avevo sempre tutti i tipi di medicina necessari se mi fossi sentita male. Anche se la cosa più logica sarebbe stata spiegare a chi mi stava accanto cosa fare in una situazione del genere.. eppure non lo facevo.

<Fai bene, possono tornare sempre utili.> Sorrise.

[...]

<Porca tr..>

<Ale!> Lo rimproverai.

<Lo so, non si dice.. ma con la ruota bucata non andiamo da nessuna parte!> Si alzò da terra, dando calci al muro.

<Cosa? Bucata? Oh, no..> Sbuffai. E in tutto questo continuava a piovere. <E ora? Cosa facciamo?>

<Non ne ho idea.. A piedi non possiamo tornare e non ci sono nemmeno gli autobus, lo sai.> Incrociò le braccia osservando la moto. <Ma quello che mi fa rabbia è che non è successo per caso. La ruota l'ha bucata qualcuno.. o meglio, squartata.> Scosse la testa più volte.

Paint your love.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora