Entrai nell'appartamento correndo. Fuori pioveva molto, e non avendo l'ombrello mi ero bagnato tutto. Salii in fretta le scale, dovevo fare una doccia o avrei rischiato di prendere la febbre. Erano più o meno le 22:15 e alla fine avevo parlato con Gabriele. Lui era come un secondo padre per me, gli dicevo tutto..
<Mamma, sono a casa!> urlai.
<Mamma è di sotto, ci sono io.> mi salutò papà.
<Dalla Roby?> domandai. <Le è successo qualcosa?> mi allarmai.
<Si, è da lei ma non per Roberta. Fa un po' di compagnia alla madre, dato che lei si è addormentata.>
La immaginai stesa sul suo letto, con gli occhi chiusi e la bocca un po' aperta. Quel pomeriggio vederla in ospedale era stato terribile, soprattutto per le sue condizioni. All'inizio avevamo parlato, in tutti i modi cercavo di intrattenerla e di tenerla sveglia.. ma non ce l'aveva fatta, non aveva retto. E aveva come dormito per parecchio tempo in cui ero dentro, anche se le avevo raccontato molte cose. Sorrisi istintivamente.
<Qualcosa non va?> mi chiese, visto che mi ero bloccato accanto all'appendiabiti dove stavo poggiando il cappotto.
<No, no.. vado a farmi una doccia.>
Dopo quella bella doccia mi sentivo già molto meglio. I muscoli erano più rilassati, il maglione caldo che indossavo mi riscaldava perfettamente e i capelli erano asciutti.
<Pa'.. dici che se vado giù così faccio una brutta figura?> domandai, un po' imbarazzato.
<Per Roberta?>
<Si, vorrei solo sapere come sta.> sospirai.
<È una bella idea. No, anzi. Vai. Così chiami anche la mamma, altrimenti domattina non si sveglia.> rise.
Annuii ridendo e infilai almeno un pantalone decente e le scarpe. Poi scesi di sotto, e bussai con la mano. Non volevo svegliare la Roby.
<Oh, ciao Alessandro> mi salutò sua madre.
<Salve signora, per caso c'è una donna bionda bassina in questa casa?> scherzai.
<Babbo, sono qui.> rise mia madre.
Avevano qualcosa di strano entrambi. Gli occhi lucidi.. boh, chissà di cosa stavano parlando. Ma solo dopo pochi secondi realizzai che c'era una terza figura stesa sul divano con una coperta.
<Roby, ma non stavi dormendo?> sorrisi, e sua madre mi fece spazio per entrare.
<Ale.> si passò velocemente il dorso della mano sul viso e sorrise, ammiccando.
Qualcosa non mi convinceva, erano tutte e tre molto strane. E poi lei che ci faceva lì? Stava dormendo o no?
<Andate in camera, dai ragazzi.> ci spronò sua madre e la mia mi guardò. Capii immediatamente quello sguardo, quindi aiutai Roberta e insieme andammo in camera sua.
<Perché piangi?> le asciugai una lacrima che non era riuscita a nascondere.
<Io? Non sto piangendo.> sorrise.
<Di che parlavate? Sono sceso per sapere come stavi.> mi sedetti accanto a lei sul letto.
<Sto meglio, grazie. Sei sempre così carino.> mi abbracciò.
<Si.. però non mi hai risposto.>
<Mah, parlavano loro. Non le stavo ascoltando, prima mi son messa a disegnare.> spiegò.
<Capisco.> non ne ero per niente convinto.
<Che hai fatto in studio?> cambiò discorso.