Chapter 15.

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《Vorrei rimanere a farti compagnia, ma lo sai, mia madre rompe troppo. Mi dispiace.. non ti lascerei mai da sola, credo che ormai tu l'abbia capito. -Axx.》

《Sta' tranquillo Ale, non c'è alcun bisogno di perdere altre lezioni per colpa mia. Ci vediamo pomeriggio, se vuoi.》

《Certo! Allora passo dopo pranzo, penso, perché alle 17 devo essere in studio. Mi dispiace davvero che tu non possa più venire ad ascoltarmi. -Axx.》

《Va bene Ale. Non fa nulla.. sarà per la prossima. Ora vai, o fai tardi. Ci si sente.》

Poggiai il cellulare sul comodino e mi lasciai andare con la schiena sul cuscino. Mamma era già uscita attorno alle sette e io ero da sola. C'eravamo io, il block notes, la matita e la musica. Quella poca luce che entrava in stanza, a causa delle tende semichiuse, creava una penombra molto piacevole dove si udiva solo il rumore dei miei pensieri. Quelli, poi, non cessavano mai di scorrere nella mia mente. Neanche fossero robe importanti! Solo problemi, decine e decine di problemi, i quali non facevano altro che ricordarmi quanto fossi sfortunata. L'unica cosa -o, per meglio dire, persona- per cui valeva la pena sorridere sinceramente era proprio il ragazzo con cui messaggiavo fino a pochi minuti prima. Lui era dolcissimo, ed era per merito suo che in quegli attimi che trascorrevamo insieme tutti i pensieri negativi si fermavano. Pensavo solo a lui, e a quanto fosse tremendamente bello e simpatico. Ma per me, la bellezza, era l'ultima cosa che contava! Certo però, i suoi occhi verdi e il suo fascino straordinario non passavano di sicuro inosservati.. ma l'aspetto fisico, almeno per quanto mi riguarda, passa sempre in secondo piano. Anche perché non ha senso perdere la testa per un ragazzo quando non lo si conosce.. dopo averne scoperto il carattere, potrebbe rivelarsi una bella delusione. Meglio valutare le cose come stanno, e con la dovuta calma. Penso di aver messo gli occhi su Alessandro proprio quella domenica al parco, quando i nostri sguardi si sono incrociati per la prima volta. Quell'incontro è stato fatale. Ma anche l'essere vicini di casa, non mi era a favore se volevo smettere di pensare a lui.

Però c'era una cosa che mi tormentava già da parecchio. L'ho già detto, e io in genere non sono mai stata una ragazza che si tira indietro o che si priva di qualcosa per vergogna o timidezza. Solo che con Alessandro è diverso. Io non sono egoista, non lo sono mai stata e mai lo sarò. E appunto per questo, ho paura che possa soffrire a causa mia. Cosa dovrebbe importare a me di quello che accadrà dopo? Non dovrei pensare a godermi la vita ed eliminare completamente i problemi? Sono domande che mi pongo spesso, ma purtroppo quando cerco di darmi una risposta concreta mi blocco. Cosa voglio veramente io? Dichiararmi e magari essere felice con lui oppure rimanere nascosta in un angolino?

A distogliermi da tutti questi dubbi fu un suono strano, proveniente da fuori. Provai ad alzarmi e ci riuscii, seppure con scarsi risultati. Mi affacciai alla finestra della mia camera, poggiandomi di peso alla lastra sottostante, cercando di sbirciare cosa fosse successo. Un incidente tra due macchine. Ma il mio cuore perse un battito, quando riconobbi la macchina di Michele. Alessandro non era di sicuro lì dentro, perché andava a scuola in moto ed erano passate già svariate decine di minuti da quando era partito.. ma c'era comunque qualche membro della sua famiglia, lì dentro, e io non potevo muovermi. A stento facevo due passi, figuriamoci attraversare un parco intero e uscirne anche all'esterno. Non ne era il caso, se volevo riprendermi, ma di certo non potevo rimanere ferma lì a guardare senza far niente. Stavo sudando freddo e la situazione non era buona. La cosa migliore, almeno per il momento, era tornare a letto e riposarmi. Ero troppo debole per fare qualsiasi cosa, ma un messaggio ero in grado di mandarlo.

《C'è stato un incidente appena fuori il parco. Tra una delle due macchine mi sembra di riconoscere quella del fratello di Alessandro. Se sai qualcosa, tienimi aggiornata.》Inviai a mia madre.

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