Chapter 11.

275 8 4
                                    

Avevo un forte dolore al collo e alla schiena, nonostante stessi praticamente ancora dormendo. Aprii lentamente gli occhi che erano ancora appiccicati e non volevano proprio saperne, e capii che quello dove ero stesa non era il mio comodo e amabile lettino.. bensì il divano. E sotto di me c'era Alessandro. Che situazione imbarazzante!

<Ale..> sussurrai. Era tutto troppo buio, e l'unica luce presente nella stanza era quella accanto al divano, che mi permetteva di vedere poco e niente. 

<Roby> rispose all'istante.

<Che ci faccio io qui?> mi sistemai meglio, visto che ero a peso morto su di lui.

<Ti sei addormentata a fine partita. Eri così  carina che non ho avuto alcuna intenzione di svegliarti.. e dopo un po' mi sono addormentato anch'io.> ridacchiò a bassa voce.

<Oh.. che ore sono?> stropicciai gli occhi con il dorso della mano.

Controllò il cellulare, che emanò una grossa fascia luminosa nella camera. <Sono le 4 e pochi minuti.>

<Bene. Mi fa male tutto.> sbadigliai.

<Anche a me.. E io.. ho un po' fame..>

Lo guardai, nonostante la luce fosse davvero poca, e mi lasciai scappare una piccola risata. <Vai a fare "colazione", no?>

<Non voglio da solo.> incrociò le braccia e immaginai che stesse facendo il broncio.

<Mi stai chiedendo di venire con te?> andai dritta al punto.

<No, te lo sto imponendo.> si alzò e di conseguenza mi tirò per un braccio, sorreggendomi con l'altro.

Mi ci vollero pochi secondi per trovare l'equilibrio e seguirlo nella cucina. Chiuse subito la porta e accese la luce, che era quasi accecante. <I miei occhi!> mi lamentai.

Rise, scuotendo la testa con gli occhi quasi del tutto chiusi. <Sopporta, Roby, sopporta.> Rimase fermo per qualche secondo. <Tu vuoi qualcosa?>

<Scherzi? Alle quattro del mattino? Neanche per sogno.> ridacchiai facendogli una linguaccia.

<Okay, ma se poi vuoi un po' del mio panino con la nutella non te lo do.> fece la parte dell'offeso e io stetti al gioco, girandomi dall'altro lato.

<Bene.> sussurrai con aria di sufficienza.

"Giocammo" a fare gli offesi per tutto il tempo in cui lui preparò il panino, anzi, non lo vidi nemmeno perché ero girata dall'altro lato. Poi mi toccò la spalla e mi girai.

<L'ho fatto anche per te, stupida.> mi baciò la guancia.

<Non mi va, Ale.. grazie mille..> sorrisi.

<Ne sei proprio sicura?> me lo sventolò proprio sotto il naso, e lo afferrai all'istante.

<Sai proprio come convincere le persone.> gli lanciai uno sguardo divertito, prima di dare un morso a quella prelibatezza.

<Lo so, sono molto persuasivo, io.> sorrise e cominciò a mangiare anche lui.

Altro che panini.. erano tramezzini, ma fu meglio così altrimenti non ce l'avrei mai fatta a finirlo tutto. Certo che la nutella alle quattro e quindici del mattino rimane leggermente sullo stomaco.

<Io non ho più sonno..> mi gettai a peso morto sul divano.

<Nemmeno io.> mi si sedette accanto.

<Cosa possiamo fare di eclatante a quest'ora?!> domandai, retoricamente.

<Io ho un'idea..> mi guardò, sorridendo, anche se non riuscivo a distinguere bene i tratti del suo viso al buio.

Paint your love.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora