Chapter 5.

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<Tesoro alzati o farai tardi!>

Odiavo la voce della mamma di prima mattina, come odiavo la voce di chiunque mentre dormivo. Mi trascinai a fatica giù da quel letto comodissimo e aprii l'armadio sbadigliando. Un cardigan rosso carminio e un jeans stretto blu sarebbero stati il mio look del giorno, assieme alle converse basse bianche.

Quella mattina faceva davvero tanto freddo, quindi indossai un foulard di lana bianco, anche per affrontare il vento freddo della moto. Mi lavai velocemente, visto che ero in ritardo, e presi le mie cose in tutta fretta.

<Ci vediamo nel pomeriggio mamma.> le diedi un bacio frettoloso sulla guancia.

<No, oggi pomeriggio ho un altro colloquio. E spero di essere presa.. a stasera!> sorrise.

Uscii di casa e feci una corsa traumatica per le scale, rischiando più volte di cadere. E Alessandro era sempre lì, poggiato con la schiena al grosso portone di ferro e le mani infilate nelle tasche dei jeans scuri.

<Giorno! Oggi fa freddo, ve?> mi baciò la guancia.

<Anche a te. Eh, si.> rimasi immobile, come paralizzata.

Era già andato a prendere prima la moto, che era parcheggiata proprio lì fuori, e mi porse il casco.

<Perché hai paura del motorino?> mi domandò dopo essersi seduto.

<Io? Non ho p-paura. E poi scusa, come faresti a saperlo?> mi sedetti dietro di lui e strinsi eccessivamente le mani sui suoi fianchi.

<Da queste.> mi toccò le mani. <Anche ieri ti sei stretta forte, allora? Perché hai questo terrore? Guarda che è dall'anno scorso che la prendo tutte le mattine per andare a scuola, e sono ancora intero.> rise.

<È che.. un pomeriggio il mio ex ragazzo mi aveva portata a fare un giro con la sua moto.. correva, per farmi vedere che ci sapeva fare.. e facemmo un incidente. Questione di graffi, eh. Ma la paura mi è rimasta.> deglutii.

<Ah, ora ho capito.. tranquilla, che io vado piano.> sorrise e partì.

Rimasi stretta a lui tutto il tempo, e tirai un sospiro di sollievo solo quando fummo arrivati a scuola. Ma c'era una folla di ragazzi in festa che, diciamo, non è l'umore giusto per chi deve affrontare una dura giornata scolastica.

<Ale, Rob!> si avvicinarono Gioele e Lorenzo, anche loro decisamente felici.

<Hey ragazzi, che sta succedendo?> domandò, riferendosi alla folla di persone esultanti che si trovava proprio fuori ai cancelli d'entrata.

<Hanno occupato, non si entra!> gioirono.

<Evvai!> esclamò Alessandro.

<Noi andiamo a farci un giro. Venite anche voi?> ci chiesero.

<Roby a te che va di fare?> mi chiese, da persona educata.

In realtà non mi andava di uscire con loro.. ma se avessi rifiutato Alessandro avrebbe dovuto per forza riaccompagnarmi a casa, e poi non mi sembrava giusto nei suoi confronti. Che devo fare?

<Per me è uguale, decidi tu.> scrollai le spalle sorridendo.

<Allora torniamo a casa, che ho un po' di cose da sistemare. Ci si vede!> li salutò e ci riavvicinammo alla moto.

<Perché hai detto di no?> gli domandai.

<Perché tu non volevi andarci.> ridacchiò.

<Non è.. v-vero.> abbassai lo sguardo.

<Si che è vero. E comunque fa troppo freddo per rimanere in strada, ce ne stiamo a casa mia perché non c'è nessuno e beviamo una bella tazza di cioccolata calda.> sorrise.

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