capitolo 27

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Xenia aveva i capelli raccolti sul capo ed era immersa nella tinozza, la schiuma le arrivava fino alle spalle. Aveva deciso di fare un bagno rilassate, doveva cercare di calmarsi, nonostante Shaw fosse sotto il suo controllo alcune volte non riusciva proprio a fargli fare ciò che voleva. E quello la faceva arrabbiare di brutto. Si alzò dalla tinozza e si avvolse in un telo profumato. Un lieve bussare alla porta le annunciò l'arrivo della sua cameriera, le stava certamente portando la cena.
Le aveva detto che era stanca del suo solito donatore, di cercargli qualcuno di più fresco. Nutrirsi da Shaw la saziava, ma ogni tanto aveva bisogno di assaggiare del sangue che non fosse contaminato dalla droga o anche il suo corpo si sarebbe indebolito.
Shaw non sapeva che si concedeva quel piccolo lusso, solitamente si nutriva da un altro subito dopo che il fratello cadeva in un sonno profondo a causa di ciò che lei gli faceva.
"Avanti." La porta si aprì e la cameriera entrò. Dietro di lei a capo chino stava un giovane oscuro. Le pupille le si dilatarono per il piacere non appena lo vide e sentì il suo odore. "Dove l'hai trovato?" Le chiese avvicinandosi, sentiva la purezza del suo sangue! Era quasi impossibile trovare un sangue così puro! Incontaminato!
"È il figlio di una mia vicina, lo tenevano nascosto." Disse la cameriera strattonandolo per la catena, agganciata ai ceppi che aveva intorno ai polsi.
"Qual è il suo potere?" Gli chiese togliendole la catena dalle mani, lo costrinse a seguirla fino al letto dove il lume lo avrebbe illuminato meglio.
"Non credo ne abbia, ha lottato per non essere catturato, ma io ho avuto comunque la meglio." Le disse. Era abile nel suo ruolo, accontentare la sua regina era il suo scopo principale.
Xenia prese il mento del giovane tra le dita e lo costrinse ad alzare il mento e lui la guardò con sfida e odio.
"Mi divertirò a piegarti!" Gli disse leccandogli la guancia dove una piccola ferita perdeva sangue. "Quando avrò finito con te, mi amerai senza remore e farai qualsiasi cosa io ti ordinerò." Lui la fissò senza risponderle. "Fammi sentire la tua voce!" Gli ordinò con tono duro e gli invase la mente per costringerlo a parlare.
"Nessuna cattiva azione rimane impunita." Disse piano.
La sua voce mandò brividi di eccitazione lungo la schiena di Xenia. Un incantatore! Sorrise.
Si girò verso la cameriera.
"Ti ha parlato?" Le chiese curiosa.
"No, mia signora." Le rispose aggrottando le sopracciglia.
"Quindi il tuo dono è ancora sopito." Gli carezzò la guancia. "Non hai ancora diciotto inverni." Guardò la cameriera. "Fa preparare una stanza nelle segrete."
"Sì mia signora." La cameriera si inchinò al suo cospetto e stava per uscire quando Xenia la chiamò. "Sì, mia signora?"
"Porta con te le mie due guardie più fidate, nessun altro deve sapere del mio nuovo giocattolino." Le disse, la vide chinare il capo e andare via.
"Ora siamo soli. Per oggi mi donerai solo il tuo sangue, ma da domani cominceremo la tua sottomissione."
L'oscuro si ribellò, ma lei era forte, lo gettò sul letto e poi lo bloccò sotto di sé quando gli salì sopra a cavalcioni. Lui la guardava con odio profondo. Gli occhi dorati spiazzavano scintille.
"Se mi toccate vi uccido!" Le disse lui tra i denti.
Xenia rise e gli affondò le dita tra i capelli castano scuri.
"Divertente." Si chinò e gli affondò i denti nella gola. Lo sentì inarcarsi sotto di sé. Avrebbe potuto donargli il piacere più intenso invece decise di farlo soffrire. Doveva capire che era lei a comandare!

 Doveva capire che era lei a comandare!

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