Prologo

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25 anni prima

Eilay stava morendo, era troppo presto perché una cosa del genere accadesse, ma alla morte non si può fuggire, specie se questa portava il nome di Azazel.
L'angelo della morte era calato su di lui con le sue ali nere spiegate, la spada in mano e un sorriso beffardo sulle labbra, sapeva che nessuno era in grado di sfuggirgli.
Eilay non era un oscuro qualsiasi ed era riuscito in qualche modo ad evitare la morte istantanea. Lo aveva sentito urlare per la rabbia e poi sentito ridere. Avrebbe dovuto permettergli di ucciderlo, sarebbe stato più rapido e certo meno doloroso, adesso invece sarebbe morto fra atroci tormenti.
A lui comunque non importava, doveva parlare con Xenia, sua figlia doveva sapere cosa aveva deciso di fare. Ci sarebbe rimasta male, ma col tempo avrebbe capito.
Si trascinò, sanguinante e lacero fino al castello, tutte le sue guardie erano state uccise da Azazel.
Quando arrivò dentro al salone Xenia si alzò e gli corse in contro. Non era sola con lei c'era Shaw! Non avrebbe voluto che lo vedesse in quelle condizioni, ma non poteva evitargli le brutture del loro mondo.
Xenia lo aiutò a sdraiarsi per terra.
"Padre mio! Chi? Chi vi ha fatto questo!?" Le lacrime le riempirono gli occhi.
"Dopo!" La interruppe. "Perdonami per ciò che sto per fare." Le disse poggiandole la mano sporca di sangue sulla guancia. Xenia gliela trattenne con la sua.
Nel frattempo molti oscuri avevano raggiunto la sala del trono, la voce del suo ferimento si era allargata a macchia d'olio, e assistettero in muto silenzio alla sua dipartita.
"Perdonarvi? Per cosa?" Xenia non capiva, suo padre era in punto di morte e le chiedeva perdono!
"Ascoltatemi tutti!" Disse sollevandosi appena sui gomiti, il dolore gli stravolse i lineamenti. "Shaw sarà il vostro Re, lui è il mio successore." Vide le pupille di Xenia dilatarsi per l'orrore alle sue parole e le labbra tremarle.
"No..."
Eilay le prese una mano tra le sue dopo essersi accasciato sul pavimento, il sangue stava imbrattando la pietra secolare sotto al suo corpo.
"Giura sul tuo sangue che proteggerai Shaw e non gli farai mai del male!"
Xenia stava per ribellarsi, il trono era suo! Doveva essere lei a sedersi su quello scranno e non Shaw che aveva appena dieci anni! Un cucciolo in confronto a lei, lei aveva superato i due cento anni da un decennio ormai, era stata indottrinata per salire al trono. "Giuramelo Xenia!" Le ordinò afferrandole una mano tra le sue. Lei aveva cercato di liberarsi dalla sua stretta, ma poi vi rinunciò.
"Ve lo giuro, non gli farò mai del male per mano mia." Disse con tono duro.
Shaw osservava la scena con gli occhi chiari pieni di lacrime. Si era stretto al fianco di sua sorella e le circondò la vita con le braccia. Lei era l'unica donna della sua vita, sua madre era morta quando lo aveva partorito, era lei che si era presa cura di lui fin dalla culla.
Xenia istintivamente lo strinse a sé, non odia il cucciolo di suo padre, ma defraudarla del trono per un esserino come Shaw era stata una pugnalata al cuore!
"Ora finisci ciò che Azazel ha cominciato!" Le ordinò.
Xenia prese il pugnale con mano tremante, chiuse gli occhi per un attimo, le lacrime le rigarono il viso. Shaw pose le sue dita contro quelle di sua sorella e poi insieme affondarono il pugnale nel cuore di loro padre.
Shaw guardava il padre, il dolore dipinto in viso.
Xenia lasciò il manico del pugnale e Shaw si rifugiò tra le sue braccia per un'ultima volta, ma non una lacrima aveva solcato il viso del cucciolo. Adesso era il Re!
"Shaw!?" Xenia entrò nella camera del fratello era giorni che non usciva e non si nutriva, lo trovò rannicchiato al centro del letto. Si andò a sedere al suo fianco e gli carezzò i capelli così neri da avere riflessi blu. "Devi scendere da basso e insediarti sul trono. Tutti attendono di acclamarti."
"Io non voglio il trono. Voglio mio padre." Disse con voce bassa.
"Purtroppo non sempre ciò che vogliamo e realizzabile." Gli disse Xenia. "Ti ho portato qualcosa da bere. Dopo ti sentirai meglio..."
"Non voglio niente..."
"Non essere sciocco." Lo rimproverò guardandolo con sguardo duro. Come poteva Shaw regnare sul loro popolo? Era sempre stato un cucciolo timido e riservato! Perché suo padre aveva fatto quella scelta poco oculata? Il loro popolo aveva bisogno di un capo forte che li guidasse!
"Io..." Shaw deglutì e si alzò a sedere sul letto i capelli neri gli scivolarono sulla fronte e sugli occhi chiari.
"Sei il Re adesso, basta piangere!" Lo rimproverò. Poi gli porse il calice che aveva portato con sé, lo scoprì, vide le pupille del fratello dilatarsi appena e poi restringerglisi per la sete.
Shaw chiuse gli occhi e ne ispirò l'odore, gli venne l'acquolina.
Prese il calice con mani tremanti e poi se l'avvicinò alle labbra, ne bevve il contenuto con avidità, il sangue gli scese lungo la gola caldo e vischioso. Da quando era nato era quasi sempre stata lei a nutrirlo. Shaw sbatte le palpebre e la guardò negli occhi confuso. Il sapore del sangue di sua sorella era diverso!
"Cosa hai fatto?" Le chiese lasciando cadere il calice, si passò la lingua sulle labbra istintivamente catturando una goccia di quel nettare sublime.
"Guardami!" Gli ordinò, Shaw cercò di distogliere lo sguardo, ma lei gli prese il mento tra le dita e lo costrinse a stare fermo. "Non opporti, non ti farò del male." Gli disse. "Non avere paura." La voce le tremò per un attimo, lei aveva sempre voluto bene a Shaw, la colpa era della decisione arbitraria che aveva preso suo padre in punto di morte, se non lo avesse fatto, lei non avrebbe mai agito come stava facendo!
Shaw cercò di ribellarsi, ma si sentiva strano.
"Xenia..." Tentò ancora, deglutì a vuoto, perché gli stava facendo quello? "N..."
Lei avvicinò le labbra alle sue e lo baciò spingendolo sul letto.
Shaw sentì le labbra di sua sorella sulle sue e poi l'oblio lo reclamò. Un oblio che sarebbe durato decenni.

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