Capitolo 21

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Alsiel entrò in camera, Nicolas era rimasto in balcone, gli aveva detto che poteva andare da Elaiza che non aveva bisogno di un badante, si poggiò contro il muro con una spalla portandosi la mano al petto. Azazel si stava ribellando, voleva essere lasciato libero! Non poteva farlo, non ancora!
Sephiroth e Kara stavano arrivando, con il loro aiuto Zeph avrebbero trovato una soluzione.
Fece un altro passo avanti e crollò sulle ginocchia, il dolore lo squassò e poi si accasciò per terra privo dei sensi.
Nicolas si girò quando sentì un tonfo attutito, Alsiel era collassato per terra, corse al suo fianco.
"Alsiel!" Lo chiamò sollevandolo. "Alsiel!?"
Alsiel aprì gli occhi e lo fissò, il verde azzurro sbiadito. "Nicolas?!" Un altro spasmo gli percosse il petto e lui si inarcò per il dolore.
"Faccio chiamare Zeph." Lo sollevò tra le braccia e lo condusse al letto, glielo sdraiò sopra, stava per parlare, ma Alsiel era svenuto di nuovo.

Quando si svegliò una strana nebbia lo circondava. Dove si trovava? Socchiuse gli occhi e si concentro. Era già stato là! Cominciò a camminare lentamente.
"Azazel?" Chiamò, percepiva la sua presenza.
"Alsiel? Che ci fai qui?" Gli chiese Azazel, la nebbia intorno a loro si diradò e Alsiel poté vedere dove si trovavano. Erano in un bosco verdeggiante.
"Dove siamo? Mi è familiare ed estraneo allo stesso tempo." Alsiel fece un giro su sé stesso molto lentamente guardandosi intorno.
"Qui e dove venivo quando Decarabia non mi affidava qualche missione." Gli rispose Azazel. "Molto di rado devo dire."
"Dove sei? Fatti vedere!" Chissà quale sarebbe stato il suo aspetto?
Azazel uscì da dietro la casupola nascosta nel sottobosco. "Whao, non pensavo fossi così." Alsiel dovette alzare il capo quando Azazel gli si fermo di fronte: i lunghi capelli neri legati dietro la nuca, gli occhi rossi lo fissavano, ma non c'era né rabbia né odio in essi, era molto alto e aveva un fisico da guerriero, un sorriso gli piegò le labbra.
"Ero bellissimo nel mio vecchio corpo." Alzò la mano e gli carezzò una guancia. "Mi dispiace averti fatto questo." Il dolore traspariva dalla sua voce.
Alsiel si rese conto che in quel momento il suo aspetto era quello che aveva quando Alena l'aveva fatto rapire. Forse perché in parte, nonostante fosse cresciuto molto mentalmente, lui si considerava ancora un ragazzino.
"Sai, per quanto possa sembrare strano a me no, non mi dispiace. Be' si non è che io voglia morire, ma conoscerti è stato bellissimo." Gli disse Alsiel stringendosi nelle spalle e gli sorrise.
"Sei pazzo! Non ho mai avuto un bel carattere, sono soggetto all'ira e all'assassinio. E poi se non fosse stato per me, non saresti in bilico tra la vita e la morte." Era la prima volta che si preoccupava in quel modo per un essere umano! Be' se doveva dirla tutta era la prima volta che si preoccupava per qualcuno, punto. Lui aveva sempre pensato sempre solo a sé stesso.
"Hai ragione quasi su tutto, tranne che sarei sicuramente già morto. Pensi davvero che lei mi avrebbe lasciato in vita? Per quanto pensi avrebbe giocato a fare la madre? Mesi? Settimane? Giorni?" Gli chiese in modo retorico. "Non più di qualche settimana, credimi."
Azazel non rispose sapeva che Alsiel aveva ragione. "Comunque non cambia che per colpa mia siamo in questa situazione e tu rischi di svanire."
"Questo è vero." Alsiel socchiuse gli occhi quando Azazel gli carezzò di nuovo la guancia. "Mi piace quando mi tocchi." Si lasciò sfuggire.
"E quando mai lo faccio?" Azazel era confuso. Non poteva toccarlo! Condividevano lo stesso corpo.
Al suo pensiero Alsiel rise. "Lo fai sempre! Quando ti avvolgi nella mia anima, quando mischi la tua voce alla mia, quando mi fai arrabbiare!"
"E questo non ti irrita?"
"Quando mi tochi? Mai, quando mi fai arrabbiare? Un po'!" In tutto quel tempo Azazel non aveva scostato la mano dalla sua guancia, Alsiel aveva alzato la sua e l'aveva appoggiata su quella dell'angelo della morte. "Mi sento vivo! Ho sempre evitato di usare il mio dono, perché era l'unica cosa magica che avevo e lo trovavo una seccatura leggere nella mente degli altri! Le brutture che si nascondono nei meandri della mente sono cose che non volevo sapere. Ho imparato a reprimere il mio dono e a combattere perché mia madre voleva che io fossi forte e potessi difendermi." Gli disse, una lacrima gli sfuggì e gli scivolò lungo la guancia. "Una sera..." si mordicchiò le labbra, "ascoltai una conversazione tra Nicolas e mio padre."
"Che dicevano?" Gli chiese Azazel, voleva si confidasse, Alsiel non si lasciava mai andare! Era incredibile come riuscisse a reggere tutto quello e a nascondergli i suoi pensieri più profondi.
"Nicolas era furioso, non capiva, voleva che io fossi come lui." Tacque, non gli disse che Nicolas stava piangendo. "Così decisi che avrei vissuto al meglio e che sarebbe stato fiero di me."
"Poi sono arrivato io è ho rovinato tutto." Gli disse Azazel.
"Non sei stato tu a rovinare tutto è stata Alena." Ribatté con tono fermo. "Non ti rendi conto che tu mi hai regalato giorni che altrimenti non avrei mai avuto!" Gli disse. Poi abbassò lo sguardo. "Non capivo cos'era l'egoismo, io non lo sono mai stato." Tornò a guardarlo. "Adesso vorrei esserlo però." La voce gli si spezzò. "Vorrei essere egoista e continuare a vivere, ma non voglio farlo se questo significa perderti!" Una lacrima gli scivolo lungo la guancia
Azazel rimase fermo per un lungo istante. Poi si chinò in avanti e lo abbraccio.
"Neanche io voglio perderti!" Non ora che aveva trovato qualcuno che lo accettava per quello che era! "E non ci perderemo, c'è un modo!"
"Cosa?" Alsiel si scostò appena da lui. "L'hai sempre saputo?" La voce spezzata dal dolore.
"No, restare recluso mi ha dato modo di pensare. Il Glyph in fondo alla nostra schiena è il simbolo della morte, se Nives con l'inchiostro di demone riuscisse a modificarlo, facendo in modo che esso non sia solo morte, ma vita, rinascita, farci raggiungere un equilibrio potrebbe essere la sola soluzione?! Entrambi vivi, entrambi presenti, sempre!"
Alsiel si passò la lingua sulle labbra, era titubante, lo fissò.
"E se non funzionasse? Hai detto a Samael che ha contaminato il suo corpo quando hai visto Ilia..."
"Non pensarlo neanche! Ho fatto un errore con Samael non lo farò di nuovo, abbiamo bisogno di modificare il Gliph e bobbiamo farlo in fretta! Non sono disposto a perderti. Ne adesso ne mai. Sei la parte che mi mancava!"
Alsiel rimase in silenzio per un lungo istante. "Va bene, facciamolo." Sapeva che Azazel non gli stava dicendo tutto, ma andava bene in quel modo.
"Allora svegliati!" Gli ordinò con tono secco.

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