Capitolo 32

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Shaw aveva fatto sistemare il patibolo al centro della piazza. L'esecuzione doveva essere pubblica, nessuno doveva anche solo pensare che non l'avrebbe giustiziata.
Prese la spada dal suo piedistallo e la fece scivolare fuori dal fodero. Ne saggiò la lama con la punta del polpastrello e subito una goccia di sangue affiorò. Shaw si portò il dito alle labbra e lo succhiò rimarginando la piccola ferita.
"Non sei costretto a farlo tu." Dyna gli si avvicinò con passo lento.
"Ti sbagli, devo farlo io, nessuno penserà più che lei ha ancora influenza su di me." Si girò, le circondò la vita con un braccio e l'attrasse a sé. Chinò il capo e le loro labbra si incontrarono a metà strada. Il loro bacio fu struggente.
Dyna sapeva quanto gli costasse uccidere quella traditrice, ma sapeva anche che aveva ragione, era l'unica cosa da fare.
Quando finalmente si staccarono l'uno dall'altro lui alzò la mano e le carezzò la guancia. "Alsiel ha attraversato il varco con il suo entourage, saranno qui a breve." Le disse carezzandole la guancia.
"Il giovane oscuro che è sotto l'influenza di Xenia è con loro?"
"Non lo so. Ha solo detto a tua madre che sarebbe venuto." Le rispose. "Vieni andiamogli incontro, tu non lo vedi da qualche giorno, ma per lui sono mesi, sarà felice di vederti."
"Mi manca tantissimo." Disse con un sorriso sulle labbra.
"Allora andiamo da lui. Manca un ora all'esecuzione."

Alsiel camminava al fianco di Shaw. "Siete certo di volerlo fare con le vostre mani?" Gli chiese.
"Devo. Dopo ciò che mi ha fatto e la cosa giusta da fare." Gli disse. "Anche se la cosa non mi entusiasma." Poi si guardò un attimo alle spalle. "Come sta l'oscuro?" Gli chiese.
Alsiel gli disse in breve cos'era stato costretto a fare Kian e cosa sospettava. "Mia sorella è un mostro. Temo che il manipolatore abbia ragione. Pagherà anche per questo." Gli disse. Arrivarono al balcone che affacciava sulla piazza. "Da qui potrete assistere alla decapitazione." Disse ad Alsiel.
"Dyna resterà con le femmine?"
"Mi piacerebbe che non assistette, ma purtroppo e la regina e non può sottrarsi." Gli disse con rammarico.
"Penserò io a lei." Gli promise.
"Grazie." Quando spuntarono sul balcone Dyna era già là ad attenderli, quando vide Alsiel lo abbracciò di slancio e il popolo esultò sotto di loro acclamando Dyna. Quando Alsiel la staccò dal suo abbraccio.
"Comportati da regina." Le disse, lei gli sorrise.
"Lo farò tra pochi minuti, ora voglio essere felice."
Shaw la guardò preoccupato e le poggiò una mano alla base della schiena.
"Io scendo, non ha senso posticipare l'inevitabile." Il popolo aspettava in trepidazione, erano curiosi di sapere se avrebbe davvero ucciso la sorella come si vociferava in giro.
Dyna lo baciò e lo abbracciò stretto. "C'è la farai." Gli disse contro l'orecchio e lui annuì.

Xenia fu condotta sul patibolo e fatta inginocchiare, le mani legate dietro la schiena. Alzò il capo e fissò Shaw con odio profondo. I capelli le scendevano liberi sulle spalle, incorniciandole il viso pallido.
"Ti penti di tutto il male che hai fatto?" Le chiese guardandola negli occhi. "Vattene con la coscienza a posto almeno."
"Pentirmi di aver avuto l'obbiettivo di riprendermi il trono?" Rise sprezzante. "Solo di una cosa mi pento." Gli disse con tono pieno di odio. "Di non averti ucciso quando ne ho avuto l'occasione." Xenia lo fissava con disgusto. "Quanto meno io ti avrei fatto morire con onore, tu mi umili con la decapitazione."
"È la morte che spetta ai nobili e tu sei una principessa. Dovresti essere onorata che sia io a calare la lama e non un oscuro qualsiasi." Le disse.
Lei cercò di sottrarsi alla sua presa quando Shaw che scostò i capelli dal collo.
"Shaw ti prego..."
"È troppo tardi per implorare." Shaw si tolse la casacca, indossò i guanti neri e poi afferrò la spada con entrambe le mani. Un oscuro era salito sul patibolo per tenere ferma Xenia.
Shaw voleva esser certo di ucciderla a primo colpo, non voleva allungare la sua agonia.
"Che tu sia maledetto, che la tua progenie sia maledetta!" Urlò Xenia.
Alle sue parole Shaw alzò la spada e la calò sul collo di sua sorella.
La spada le staccò la testa dal corpo con un taglio netto, essa cadde per terra.
A Shaw veniva da vomitare, si chinò, afferrò la testa per i capelli e l'alzò in alto in modo che tutti potessero vederla, il sangue colava per terra.
"Questo è ciò che accadrà a chiunque tradirà me o il trono, nessuna pietà." Poi gettò la testa in una cesta. "Date il patibolo alle fiamme!" Ordinò, della legna era stata accatastata sotto il patibolo.
L'oscuro che era salito per tenere ferma sua sorella chinò il capo e andò a prendere una torcia.
Shaw prese la sua casacca ripulì la lama e poi la gettò sul corpo privo di vita.

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