capitolo 20

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Kara si rigirò tra le braccia di Sephiroth, erano rimasti abbracciati per ore, a parlare e a immaginare un futuro che non avrebbero mai potuto avere.
"È ingiusto."
Kara sospirò. "Lo so." Lei non poteva rimanere nel suo mondo a causa dello scorrere del tempo. Sarebbe morta nel giro di qualche anno. E lui non poteva sopportarlo.
"Sarai felice?" Le chiese.
Gli occhi di Kara si riempirono di lacrime e lo abbracciò stretto. "Solo se mi prometti di essere felice anche tu."
Sephiroth le affondò le dita tra i capelli e le fece reclinare il capo all'indietro. Le guardò il viso come ad imprimerselo nella memoria. Avrebbe voluto prendersi più tempo, ma non potevano indugiare oltre. "Il nostro tempo è scaduto, vero?"
"Verrò date non appena mi sarà possibile." Le disse dandole un altro bacio.
"Ti attenderò con ansia..." Una lacrima le scivolò lungo la guancia e Sephiroth gliela asciugò con le labbra.
"Farò di tutto per trovare il modo di stare insieme..."
"Non voglio che rinunci alle ali per me. Non posso accettare una cosa simile!" Adorava le ali di Sephiroth, e poi col tempo se ne sarebbe pentito, ne era certa.
"Giurami che non rinuncerai ad esse per me, se lo farai non vorrò rivederti mai più." Gli disse con tono risoluto.
Sephiroth tentennò per un attimo. La baciò con struggimento.
"Te lo giuro." Le disse contro le labbra. Odiava il fatto che il tempo nei due regni scorresse in modo diverso. Si alzò dal letto, si mosse veloce e afferrò la spada sguainandola.
"Chiedo perdono," disse un segugio entrando nella caverna, "il re richiede la vostra presenza, subito." Disse distogliendo lo sguardo.
"Stavo giusto per tornare." Rispose Sephiroth alzandosi.
Il segugio poi posò gli occhi su Kara, la femmina umana si copriva il corpo con il lenzuolo. "Il re richiede anche la vostra presenza."
"Io!?" Kara aggrottò le sopracciglia, guardò Sephiroth. "Va bene."
"Sai perché vuole vedere Kara?" Chiese al segugio.
"No, capitano, comunque dice, di muovere il culo, il più velocemente possibile." A Sephiroth venne da ridere, quello era Azazel.
"Come sua maestà desidera." Si vestirono in fretta. Il segugio aveva girato loro le spalle per dargli un po' di privacy.

"Non gli avevo gentilmente detto di levarsi dai piedi?" Disse Alsiel guardando giù nel cortile.
"E lui l'ha fatto. Ha lasciato il castello ed ha affittato una stanza in paese." Gli rispose Nicolas al suo fianco.
"Eppure torna quando gli pare e piace!" Alsiel incrociò le braccia sul petto irritato.
"La sta corteggiando." Gli disse Nicolas. Alsiel inarcò un sopracciglio.
"Fin lì c'ero arrivato da solo." Shaw quel giorno le aveva portato in dono delle rose rosse, sembravano intinte nel sangue. Si passò le dita tra i capelli che gli scivolarono sul petto.
Nicolas gli guardò le ciocche e poi gliene prese una tra le dita, il nero e il rosso era arrivato quasi a metà.
"Come stai?" Gli chiese con tono grave.
"Sto bene." Gli rispose. Per quanto potesse stare bene in una situazione simile.
Tornò a guardare verso il cortile, però Nicolas si sedette sul muretto impedendogli così la vista.
"Dai tuoi capelli non si direbbe."
Alsiel distolse lo sguardo e si poggiò contro al muretto al suo fianco.
"Comunque andrà a finire sono felice. Tu hai trovato una compagna e anche il papà. E io ho trovato Nives." La notte prima avevano fatto l'amore come se fosse la loro ultima volta insieme.
"Come la sta prendendo Nives?"
"Alcune volte sembra che sia lei a leggermi nel pensiero." Sospirò.
"È colpa mia. Se non avessi seguito Samael..."
"Nicolas non incolparti di questo." Gli disse Alsiel guardandolo. "Non potevi sapere. Nives ha ragione, nostro padre ha sbagliato, avrebbe dovuto parlarci di tutte le creature della notte." Si girò e si poggiò con gli avambracci al muretto.
Shaw e Dyna stano camminando mano nella mano. Lei lo guardava sognante.
"Chi l'avrebbe detto che ci saremmo ritrovati qui e avremmo trovato degli amici." Sorrise ad Alsiel. "Samael, Dacre e Sephiroth." Era sempre stato sulle sue, per colpa del suo carattere non era mai riuscito ad aprirsi. "Sei sempre stato il mio unico amico. Non mi hai mai tradito."
"Potrebbe sempre capitare." Gli disse Alsiel piano.
Nicolas si girò e lo fissò socchiudendo gli occhi. "Se ciò che dice il negromante sarà fattibile forse potrò uscirne indenne, ma se non è così, non voglio che tu te la prenda con Azazel."
"Che stai dicendo?"
"Chi l'avrebbe mai detto che un umano senza arte e ne parte sarebbe riuscito a contrastare l'angelo della morte!?" Alsiel sorrise.
Nicolas lo afferrò per la camicia e se lo attirò vicino. "Non devi arrenderti, mai."
"Non mi sto arrendendo, non so neanche come io stia riuscendo a tenere Azazel sopito, ho esaurito parecchio potere per contrastare Shaw. Quell'oscuro ha un potere enorme." Scrutò nel cortile. Shaw e Dyna si stavano baciando. Alsiel sospirò. "Credi la renderà felice?"
"Su via, la guarda in un modo!" Nicolas avrebbe voluto allentare la tensione, ma Alsiel riportò la discussione all'argomento che gli interessava. "Nicolas, ho bisogno che tu mi prometta questa cosa. Non incolpare Azazel per ciò che potrebbe accadere."
Nicolas si alzò dal muretto e fece qualche passo per poi girarsi a guardarlo.
Alsiel giocherello con una ciocca dei lunghi capelli colorati.
"Non è colpa sua, ha agito nell'unico modo che credeva possibile." Gli disse.
"Non tutti agiscono in modo egoistico..." quando Alsiel inarcò un sopracciglio Nicolas tacque. "E va bene, anche io ho agito molte volte in modo egoistico." Lui comunque non lo aveva fatto a discapito degli altri.
"Noi siamo stati fortunati, il papà e la mamma ci hanno colmati di amore." Alsiel gli si avvicinò. "Per il papà e Azazel non è stato così." Voleva che suo fratello capisse. "Nostro padre è stato fortunato a trovata la mamma, ma Azazel non aveva nessuno. Non fino a quando non sono arrivato io a sconvolgere il suo mondo oscuro. Immagina come sarebbe vivere nelle tenebre per ritrovarsi di colpo catapultato in un mondo invaso dalla luce, sommerso di sentimenti che non credevi esistessero." Poi un sorriso gli piegò le labbra. "Immagina cosa deve aver provato quando si è reso contro che prova dei sentimenti, ama me, ama te e Nives e poi, sta cominciando ad riavvicinarsi a suo fratello. Io mi sentirei confuso."
Nicolas rimase in silenzio. Non aveva visto la cosa sotto quel punto di vista. Se non avesse avuto sua madre a spronarlo ad essere più espansivo, se non avesse avuto suo padre ad insegnargli che l'amore era importante anche per lui che era chiuso in sé stesso forse sarebbe stato come Azazel. Sentiva l'oscurità dentro di sé, la sentiva scorrere nelle sue vene come sangue, ma lui la contrastava, combatteva, anche se non era facile. "E va bene, te lo prometto." Poi lo afferrò per le spalle e lo fissò. "ma tu non arrenderti."
"Non mi arrendo."

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