capitolo 18

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Andras guardava Gwen era sdraiata a pancia in giù sul materasso, il lenzuolo copriva a malapena le forme del suo corpo, fare l'amore con lei era stato esaltante. Qualcosa che non credeva avrebbe mai riprovato. Invece era stata una scoperta. Gwen si era lasciata andare tra le sue braccia ricambiando con innocenza e amore le sue carezze e la sua passione. Un brivido gli scese lungo la schiena. La sentiva ancora contro di sé.
Gwen si stiracchiò, aveva dormito tra le braccia di Andras. Sorrise beata. Si alzò a sedere sul letto e lo cercò con lo sguardo. Era vicino alla finestra e guardava fuori. Se ripensava alla notte appena passata... un dolce rossore le si diffuse sulle guance. si coprì il seno nudo con il lenzuolo e poi se lo avvolse intorno al corpo e gli si avvicinò. Alzò la mano e gli carezzò la schiena con dita lievi, se ripensava a ciò che le aveva fatto l'eccitazione la pervadeva. Gli si poggiò contro la schiena e con la mano salì a carezzargli il petto.
"Buongiorno." Disse appagata.
Lui si girò e le lei gli finì tra le braccia. Aggrottò le sopracciglia. Andras aveva un'espressione corrucciata. "Sei ancora arrabbiato con me?" Lui le prese le mani tra le sue e gliele scostò dal suo petto. "Ti ho detto perché l'ho fatto."
Andras sospirò. "Sono ancora molto arrabbiato con te, il fatto che mi sia lasciato andare ai miei istinti non sistema la cosa." Le rispose sfiorandole una guancia. "Aver messo a repentaglio la vostra vita e stata una cosa estremamente stupida."
"Ho capito di aver sbagliato... so che forse non può essere di aiuto per placare la tua rabbia, ma io sapevo che sarebbe andato tutto bene." Liberò la mano e cercò di carezzargli una guancia, ma si bloccò alle sue parole.
"E sapevi anche che Alsiel avrebbe punito Dyna?" Le chiese. Vide lo stupore sul viso di Gwen.
"Cosa? Come fai a saperlo? Non l'ho visto!" Cercò di liberarsi dalla stretta di Andras, doveva andare da Dyna. "Lasciami!"
"Mentre dormivi mi sono informato sulle conseguenze del vostro gesto nei confronti di Dyna. Alsiel non ti permetterà di vederla! E se non vuoi metterla ancora di più nei guai farai la brava e lascerai le cose come stanno!"
"È come una sorella per me!" Urlò Gwen. "Andras! Lasciami, devo andare da lei..."
Andras l'afferrò per le spalle e la scosse leggermente, ma quello non servì a farla calmare anzi, la innervosì ancora di più facendola urlare. Così facendo violenza su sé stesso invece di baciarla come avrebbe voluto le diede uno schiaffo, non così forte da farle male, ma da richiamare la sua attenzione.
Gwen sbarrò gli occhi che le si riempirono di lacrime roventi e si coprì la guancia con la mano. "Sei voluta diventare grande? Allora impara ad accettare le conseguenze del tuo gesto."
"Io..." Le lacrime le scivolarono sul viso pallido. "Non pensavo..." Singhiozzò.
Gwen non conosceva Alsiel e se avesse fatto del male a Dyna? Se l'avesse incatenata? Torturata? E tutto perché avevano voluto bruciare le tappe!
Quando Andras aveva lasciato la cella dopo averla vista il suo unico pensiero era stato per lui, non aveva pensato a come Alsiel avrebbe potuto reagire! Era stata egoista! Maledettamente egoista! Si coprì il viso con le mani e singhiozzò.
Andras la prese tra le braccia e lasciò che lei piangesse. "Portami da Alsiel devo parlare con lui."
"No, non per il momento." Sapeva che Dyna era con lui, lo aveva visto attraversare il cortile con Nives e il segugio al suo fianco, quindi non l'avrebbe condotta da Alsiel.
"Come faccio a chiedergli di perdonare Dyna se non mi permetti di vederlo?!" gli chiese con voce tremante.
"Imparerai ad essere paziente." Le disse prendendole il viso tra le mani. "Gwen io ti amo." Le disse guardandola negli occhi. "E se mi ami obbedirai al mio ordine e non andrai in cerca di Alsiel o di Dyna."
"Ma..." Tentennò lei.
Lui la guardò con intensità negli occhi. "Ho bisogno di una donna al mio fianco, non di una bambina capricciosa. Se non hai intenzione di crescere..." si interruppe intenzionalmente, "puoi tornare con Demetra e Need nel mondo umano." La vide sbarrare gli occhi blu con orrore. "Questo mi ferirebbe a morte, ma non posso accettare che tu mi disobbedisce. Non quando si tratta di decisioni di vitale importanza."
Gwen chinò il capo e guardò per terra per un lungo momento. Si passò la lingua sulle labbra rosee, poi alzò il capo gettando i lunghi capelli scuri all'indietro e lo fissò risoluta. "Ti renderò orgoglioso di avermi scelto. Farò di tutto per cancellare il mio errore e chiederò perdono ad Alsiel quando tu reputerai sia il momento adatto." Un'altra lacrima le scivolò sulla guancia. "E vedrò Dyna quando tu e Alsiel deciderete che la nostra punizione è finita."
"Gwen..." Si chinò e le sfiorò le labbra con le sue. "Ora devo andare."
Lei corrugò le sopracciglia per un attimo confusa.
"Dove?" Gli chiese.
"Da Alsiel. Resta qui." La vide tentennare e lui alzò un sopracciglio interrogativamente.
Gwen annuì decisa. Lui le carezzò una guancia e poi la lasciò sola.
Quando Andras si chiuse la porta alle spalle sospirò. Dirgli quelle parole lo aveva straziato, ma era la cosa giusta da fare. Poi guardò gli angeli che stazionavano per i corridoi del castello. "Voi due!" Li chiamo. I due si misero sull'attenti.
"Signore?"
"Non allontanatevi da questo corridoio, tenete d'occhio la mia stanza." Doveva esser certo che Gwen non facesse stupidaggini. "Nessuno deve uscire ne entrare."
"Sì signore."
Andras si allontanò lungo il corridoio a passo deciso.

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