Nella Corea del sud del 1837, il nobile capofamiglia Kim Junyong prende con sé Jeongguk, un bambino solo e malridotto che incontra lungo la strada di ritorno a casa. La sua intenzione di regalargli un posto dove stare non aggrada la sua famiglia, la...
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– 10 febbraio 1838.
Jeongguk, per i primi tre mesi, visse meglio del previsto, dato che veniva davvero trattato come se fosse stato davvero un quarto figlio dei Kim. La vera felicità era, però, l'aver trovato un amico, che era Taehyung: insieme giocavano e venivano sempre ripresi da Doyun che, severamente, li puniva mentre sbraiatava rivolgendosi ai santi e lamentandosi del perché meritasse un altro marmocchio da tenere sotto controllo. Jeongguk però non se ne preoccupava, Taehyung gli aveva assicurato di fregarsene, dato che egli era scortese persino con loro. Il nobile gli nsegnava tutto ciò che aveva appreso anni prima, ma anche quello che aveva appreso da poco. Jeongguk sembrava molto curioso solo all'idea di imparare, ma quando ci provava con Taehyung non riusciva a concentrarsi molto e si annoiava. Namjoon aveva più o meno accettato la presenza in casa; a volte gli parlava, ma Jeongguk, timido, non gli aveva mai risposto. Il vero conflitto era tra quello tra lui e Seokjin, il primogenito. L'odiava, e l'odio era reciproco. Jeongguk, in sua presenza, s'inviperiva come non mai. C'era sempre stata malizia nel parlare del primogenito che faceva andare su tutte le furie l'ultimo arrivato. Dopo soli tre mesi tutti, nel bene o nel male, si erano abituati alla sua presenza, ma il maggiore – invidioso del fatto che avesse stretto amicizia con Taehyung, che Namjoon provasse spesso a parlargli, che i domestici e addirittura la madre considerassero quel bambino parte della famiglia – non poteva considerarlo né un amico e né addirittura un fratello. Capitò che una volta, nel mese di dicembre, si picchiarono. Jeongguk aveva reagito d'istinto alle sue parole scortesi e gli aveva tirato un pugno. Seokjin ricambiò, e a fine scontro fu difficile dire chi uscì vincitore da quella rissa, visto che entrambi erano quasi svenuti. Vennero medicati entrambi e successivamente sgridati e puniti severamente, Jeongguk più di Seokjin poiché "era stato lui ad iniziare". In quel caso come in tanti altri, Taehyung intervenne in difesa del suo caro amico che, pur non giustificando il suo gesto, precisò che era Seokjin che, dal suo arrivo, non aveva fatto altro che stuzzicarlo. Il signor Kim intervenne mentre Doyun decideva la punizione, e ringraziò Taehyung per aver precisato la situazione. A Seokjin toccò restare chiuso in camera sua per una settimana, e per la prima sera gli fu vietato di scendere a cena. Stessa cosa per Jeongguk che però, invece di star chiuso in camera, doveva stare lontano da Taehyung per un po' per fare amicizia anche con gli altri due fratelli. Questo piano fallì miseramente: Jeongguk diceva poco a tavola, solo qualche parola con Haeun e qualche frase con il signor Kim, nulla di più. L'unico che aveva l'onore di sentire la sua voce così spesso era Taehyung, l'unico – dopo il signor Kim – ad essersi interessato a lui fin da subito; inoltre, i due condividevano la stanza e, anche se i domestici aspettavano che Taehyung si addormentasse prima di concedere a Jeongguk di entrare im camera, i due bambini, pur di passare un po' di tempo insieme, avevano un piano: Taehyung faceva finta di dormire e, una volta entrato in camera, Jeongguk iniziava a parargli, sapendolo sveglio. Nella loro beata innocenza credevano di essere geniali, ma Haeun, la domestica, pur avendo solo quindici anni, aveva capito tutto ma stava zitta perché, in fondo, era contenta che Jeongguk avesse legato così tanto con Taehyung. Ella aveva notato un drastico cambiamento in lui: essendo l'ultimo di tre fratelli, era quello che veniva coccolato di più e, adorando che tutte le attenzioni fossero rivolte a lui, era diventato viziato e capriccioso; ma da quando c'era Jeongguk in quella casa lo aveva visto un bambino diverso, cresciuto: si comportava da genitore con il nuovo arrivato e si prendeva cura di lui come se fosse stata una sua responsabilità. Aveva smesso di pensare a se stesso e si dedicava unicamente a far girare il mondo attorno al suo amico, che gli era grato per questo: lo faceva sentire accettato appieno.
