– 30 dicembre 1856.
Quella mattina Taehyung si svegliò prima del solito: il suo orologio da tasca segnava le sei del mattino circa.
Si rigirò nelle coperte, nella speranza di dormire per almeno un'altra ora, ma proprio non riusciva a tenere gli occhi chiusi e il corpo fermo.
Mentre era impegnato a guardare fisso il soffitto sentiva dei rumori provenienti dalla cucina, segno che Haeun stava iniziando le faccende domestiche.
Poco dopo la seguirono Doyun e Jimin, che uscirono in giardino per curare i fiori ed altre erbe.
Decise di alzarsi e andare nella cameretta di sua figlia, vendendo che stesse dormendo beatamente.
La prese delicatamente in braccio e la portò nel suo letto, e rimase incantato per un tempo che gli parve infinito, ma non si stancava, anzi: sorrideva per le smorfie che la piccola faceva, ma quando ritornava serena, lui si faceva serio e non riusciva a non pensare al suo futuro: quando sarebbe cresciuta abbastanza da saper parlare ma non da comprendere al cento per cento cos'erano la morte e il dolore, cosa le avrebbe detto?
Sospirò, riportandola nella sua camera; quando riprese in mano l'orologio, questo segnava le sette meno un quarto: allora decise di vestirsi e prepararsi per quel giorno.Nel frattempo, Haeun sapeva che era il compleanno del suo padrone: aveva in mente di preparare tante delizie per lui, ma questi, involontariamente, gli rovinò i piani: sentì, infatti, che stava scendendo le scale.
Nascose la ciotola piena di impasto che sarebbe poi diventato un delizioso dolce più in fretta che poté, per non farsi scoprire.
Poi, riprese a tagliare le verdure che sarebbero servite per il pranzo.
«Buongiorno Haeun,» sorrise Taehyung, sedendosi a tavola per bere del latte fresco,
«cucini già a quest'ora?» chiese poi.
La domestica ricambiò il saluto, rispondendo alla sua domanda: «Lo faccio per non tardare per ora di pranzo, signore. Più tardi dovrò uscire per comprare tutto ciò che manca.»
«E cos'è che ti manca? Dillo a me, le comprerò io: avevo intenzione di fare una passeggiata mattutina per rinfrescarmi un po' la mente.»
«Rinfrescare la mente? Signore, siamo a dicembre e fa davvero molto freddo. Se dice di volersi rinfrescare la mente significa che è ammalato» Haeun si preoccupò, ma Taehyung scacciò subito quell'idea dalla sua testa.
«Ma no, intendevo dire di avere un po' la mente offuscata dai pensieri. Mi farà bene, vedrai» sorrise, «su, adesso dimmi cosa ti serve.»
«Ma signore, è molto presto. Ci vorrà almeno un'ora affinché arrivino i mercanti in piazza» ribatté la domestica, e a Taehyung venne di nuovo da sorridere: «Farò una lunga passeggiata, Heun. Quandò vedrò i primi mercanti che vendono ciò di cui hai bisogno ci andrò, sta' tranquilla. Tu però prenditi cura di Seoyun» allora ella annuì e disse al suo padrone ciò che necessitava.
«Si copra bene, signore!» disse Haeun, mentre Taehyung usciva di casa, facendolo ridacchiare, «sì, Haeun, sono coperto per bene!»
Uscendo, Taehyung scorse Doyun e Jimin parlare sottovoce, al ché, incuriosito, si avvicinò a loro.
Sentendo i suoi passi, i due si voltarono, scorgendo la figura del loro padrone che gli andava incontro.
«Buongiorno Doyun, buongiorno Jimin» sorrise.
«Buongiorno signore» disse Doyun, «stavo spiegando qualcosa a mio nipote. Sa, le cose essenziali per fare del buon giardinaggio» continuò, e Jimin annuì: «la verità è che non sono bravo come te, zio...» ridacchiò imbarazzato il giovane, grattandosi la nuca. «Non dirlo a me, Jimin! Se non ci fosse Doyun, probabilmente questa casa sarebbe piena di erbacce» sorrise, «comunque io esco per fare delle compere, ci vediamo verso ora di pranzo» e si avviò per la sua strada.
«A dopo, signor Kim!» dissero entrambi, sollevati dal fatto che se ne fosse andato così presto.
Poco dopo Haeun si affacciò dalla finestra, sorridendo: «adesso abbiamo via libera per preparare tutto. Spero che i signori Kim, fratelli del padrone, poi anche Hoseok, suo cognato, vengano per lui.»
«Sono sicuro che Namjoon e la sua famiglia verranno, ma Seokjin e la sua? Non abbiamo avuto più notizie da parte loro» spiegò Jimin, facendo sorridere comprensiva Haeun, «Taehyung mi ha detto che Seokjin è tornato a casa sua. È stato curato dai suoi domestici, e sì, vive ancora con sua moglie se te lo stai chiedendo. Ma si ignorano, fanno finta che l'altro non esista.»
«E il signor Min?» domandò Doyun.
«Yoongi, dici?»
Doyun annuì.
«È scappato quando Taehyung e Namjoon sono corsi in aiuto al fratello, non si fa più vedere da allora. Chissà che fine ha fatto» rispose la domestica.
«Ma adesso basta i pettegolezzi! Preparate i fiori!» ordinò, e Jimin obbedì, abbassandosi per cogliere i fiori da regalare al loro padrone.
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CUORI IN BURRASCA // KOOKV (#Wattys2020)
FanfictionNella Corea del sud del 1837, il nobile capofamiglia Kim Junyong prende con sé Jeongguk, un bambino solo e malridotto che incontra lungo la strada di ritorno a casa. La sua intenzione di regalargli un posto dove stare non aggrada la sua famiglia, la...