– 30 maggio 1846.Quel bacio, durato una frazione di secondo, aveva sconvolto i due.
Jeongguk, dal canto suo, aveva provato brividi che gli erano partiti dal collo fino a diramarsi in qualsiasi punto del corpo, e lo aveva fatto sentire strano.
Si sentiva strano.
Non aveva mai baciato nessuno, e ora aveva baciato un ragazzo, il suo migliore amico, e aveva provato piacere in ogni angolo del corpo.
Taehyung, invece, era così sorpreso da non essersene neanche accorto: aveva sentito un timido e leggero contatto sulle sue labbra, che erano pressate sulle sue quasi violentemente.
Quando il minore si staccò, egli bramava soltanto riassaggiare le sue labbra perché non sentiva di averle assaporate abbastanza.
«Perdio, scusami!» urlò Jeongguk, pulendosi la bocca con il dorso della mano e, senza dare il tempo all'altro di rispondere, andò via.
Il maggiore rimase interdetto: si era realmente ripulito la bocca?
Sbuffò, e non provò a rincorrerlo; rimase immobile dov'era per alcuni secondi, fissando l'uscio della porta vuoto.
Poi si sdraiò sul suo letto e rimase per ore a fissare il muro: stava cercando di dare una spiegazione a quel bacio.
Il sentimento che provava era ricambiato, dunque?
Ma si era schifosamente ripulito la bocca!
Taehyung non sapeva se considerarla una cosa positiva o meno.
Se si amavano, se entrambi ricambiavano il sentimento dell'altro non era più facile: erano due ragazzi e non potevano stare insieme.
Tra sbuffi e sospiri, si chinò poi in avanti per prendere il diario, e quando lo vide capì subito che Jeongguk lo aveva letto: sotto al letto si depositava molta polvere, e la copertina del diario non ne aveva neanche un po'; inoltre, il libro aveva lasciato uno spazio pulito che in quel momento non stava occupando precisamente.
Jeongguk lo aveva letto e di questo era certo.
«Ecco spiegato il bacio...» bisbigliò Taehyung, lasciando perdere il desiderio di annotare l'accaduto.
Si alzò di corsa e andò a cercare il migliore amico, ma senza risultati.
Chiese ai domestici, ma non lo avevano visto uscire.
«Namjoon, Seokjin!» urlò quasi, «avete visto Jeongguk?» chiese ai due fratelli seduti a leggere in salotto su due poltrone distanziate.
«Credevo fosse con te», rispose Namjoon, chiudendo il libro, «Devo aiutarti a trovarlo?»
Taehyung scosse la testa, e la volse verso il fratello più grande: «Tu lo hai visto?» e in risposta ebbe soltanto un risolino malizioso.
«Sai dov'è! Dimmelo!» urlò, attaccandolo, ma venne immediatamente fermato dall'altro fratello.
«Calmo fratellino, calmo... La sua natura lo chiama, sarà andato via... Chissà, magari stasera torna fradicio come otto anni fa» e rise, senza alzare lo sguardo, mentre continuava a leggere il suo libro.
Taehyung sussultò: una strana sensazione si fece spazio nel suo corpo.
E se non tornasse più? si chiedeva, ma pensava anche perché mai dovrebbe farlo?
La paura di non rivederlo più gli fece inumidire gli occhi: come avrebbe fatto, senza di lui?
Si malediceva, perché non l'ho rincorso subito?ma poi pensava al suo amico che si ripuliva la bocca, quasi disgustato dal suo stesso gesto.
«Lascialo perdere, ti sta stuzzicando. Non sa dove sia. Aspetta un po', tornerà sicuramente per cena. Cos'è successo?»
Il minore dei tre non rispose, si limitò a tornare in camera correndo a fissare il soffitto mentre ripensava a quel bacio di cui a stento si era accorto.Jeongguk era corso via, non sapeva dove stesse andando, ma una cosa era certa: non sarebbe più tornato in quella casa.
Non poteva guardare Taehyung allo stesso modo dopo quel bacio.
Csa sarebbe stato del loro rapporto, d'ora in poi?
Egli era l'unico a stargli vicino, come poteva perdere anche lui?
Avrebbe passato le pene dell'inferno con Seokjin in quella casa.
Ma no, non era disposto ad aspettare il suo stesso matrimonio, perché i guai non sarebbero finiti: Taehyung doveva sposare una fanciulla che stava corteggiando, Jung Yeeun; non ci sarebbe stato un posto per lui.
Avrebbe vagabondato, finché qualche signore non lo avesse assunto a fare lo stalliere o il cameriere.
Era perfetto: doveva stare in silenzio, proprio come faceva tutti i giorni senza fatica.
Di Taehyung si sarebbe dimenticato presto.«Signorino Taehyung!» urlò Haeun, vedendolo tornare.
Erano ormai le dieci di sera e tutti si accorsero della sua scomparsa alle due del pomeriggio.
Era sudato e maleodorante, i vestiti gli si erano incollati addosso, così come i capelli bagnati non si muovevano con i soffi del vento ma restavano fermi sulla sua fronte.
«Taehyung, dove sei stato?» chiese Namjoon, accorrendo alla porta quando vide suo fratello rincasare.
Il minore non rispose, alzò lentamente lo sguardo vuoto e scorse quello preoccupato di suo fratello.
Si accasciò poi improvvisamente a terra, portando la testa sul pavimento e le mani fra i capelli, disperato: la sua schiena venne scossa dai brividi e dai singhiozzi che non provò minimamente a nascondere.
Namjoon capì.
Capì che era uscito di nascosto a cercare il suo amico, e dopo ore passate chissà dove non lo aveva trovato.
E quello sguardo triste che gli aveva rivolto... quell'espressione significava una sola cosa: Jeongguk non tornerà.
Namjoon si portò una mano sul viso, preoccupato: si girò per guardare i domestici e Seokjin, il quale aveva osservato la scena senza fiatare, per una volta, né rabbia né malizia gli incorniciavano il volto.
Fece cenno di lasciarli soli, e gli altri acconsentirono.
Namjoon si sedette in disparte in quella stanza, sentendo il pianto disperato di suo fratello.
Non disse né fece nulla, aspettò che si calmasse.
Ma non fu facile per il più piccolo: la consapevolezza lo stava logorando.
Se non era riuscito a trovarlo significava che era già molto lontano, lontano da lui.
Mentre le sue urla riempivano la stanza e Namjoon le ascoltava come se nulla fosse, Taehyung maledisse prima se stesso per aver scritto quel diario, poi suo padre che lo aveva portato in casa sua, poi ancora se stesso perché se ne era innamorato.
Quando si stancò, le urla cessarono e il silenzio riecheggiò nella stanza.
Si mise in piedi, e quando alzò lo sguardo vide Namjoon che lo stava fissando.
Lo raggiunse lentamente, poi si fermò davanti alla sua figura: d'istinto, lo abbracciò.
Il maggiore sorrise lievemente, ricambiando: non si erano mai abbracciati, ma sentiva che Taehyung ne aveva tanto bisogno in quel momento.
«Ci sono io, tutto passerà...» mormorò, carezzandogli i capelli, ma non era davvero sicuro di ciò che diceva.
D'altro canto, Taehyung lo strinse più forte che poté.
Le lacrime minacciavano di uscire ancora, ma fece di tutto per trattenerle: voleva davvero dimenticare quel dolore?🌖
finalmente i nuovi capitoli!!!
mi dispiace ma il capitolo 6 è l'unico realmente corto in questa storia.
spero che le persone che avevano votato l'anno scorso riprendano a leggerla ora, ma ho qualche dubbio e non credo che, oltre a quelle persone nuove che stanno votando (grazie!!!!) ci sia qualcun altro.da adesso gli aggiornamenti saranno una volta a settimana, quindi a sabato prossimo!
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CUORI IN BURRASCA // KOOKV (#Wattys2020)
FanfictionNella Corea del sud del 1837, il nobile capofamiglia Kim Junyong prende con sé Jeongguk, un bambino solo e malridotto che incontra lungo la strada di ritorno a casa. La sua intenzione di regalargli un posto dove stare non aggrada la sua famiglia, la...