八 (verità celate)

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– 15 dicembre 1856

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– 15 dicembre 1856.

La casa in cui viveva Taehyung era tranquilla, forse troppo dalla morte di Yeeun.
C'erano i domestici, che svolgevano le loro faccende in tranquillità: Doyun e Jimin spesso erano in giardino per curare le piante ed altre erbette che Haeun utilizzava per cucinare, anche se usciva spesso per rifornire la dispensa dei cibi di cui aveva bisogno per preparare la cena al suo padrone e a Seoyun che, piccola com'era dormiva la maggior parte del tempo.
Tuttavia, per quanto potesse essere occupato con le faccende lavorative, Taehyung si sentiva solo.
Ma se avesse saputo cosa sarebbe successo poco dopo, non avrebbe disprezzato quel silenzio assordante in casa sua.
In un giorno come gli altri, inaspettatamente bussò con veemenza alla porta Seokjin che reclamava il fratello minore.
Ad aprirgli fu Jimin: subito la puzza d'alcol inebriò le narici del domestico, che fece del suo meglio per nascondere il disgusto.
I due non si erano mai visti, e per questo rimasero interdetti per un po'; ma presto Seokjin si ricompose e chiese di entrare per vedere suo fratello.
Al ché il giovane ragazzo lo fece accomodare per poi andare a chiamare il suo padrone che era stranito dalla sua visita.
Non erano mai andati d'accordo e una visita da parte sua non significava una visita di piacere: probabilmente aveva bisogno di qualcosa.
Ma di cosa si sarebbe mai potuto trattare? Cosa non avrebbe mai potuto fare senza il suo aiuto?
«Seokjin,» lo richiamò, entrando nel salotto, preoccupato.
Lo vedeva strano, misto tra agitato e arrabbiato.
«Taehyung, mi devi aiutare o sento che commetterò una pazzia» rispose, facendo preoccupare ulteriormente il minore.
«Quale pazzia? Ma di cosa parli?»
«Yoongi... Hea...Da-eun...» biascicò, stringendosi fortemente i capelli tra le dita.
«Cosa c'è? È successo qualcosa alla tua famiglia? C'entra Yoongi?»
Nessuna risposta.
Glielo richiese: «È successo qualcosa alla tua famiglia per colpa di Yoongi? Vi disturba nella nuova casa?»
Seokjin non rispondeva, scuoteva ripetutamente il capo a destra e a sinistra, sussurrando parole incomprensibili per il giovane padre, che alzò la voce, irritato: «Ma insomma, Seokjin! Mi dici cosa succede? Diamine, sei venuto a chiedermi aiuto, ma cosa posso fare se non mi parli?»
All'urlare di Taehyung, Seokjin scattò in piedi, prendendolo per il colletto della camicia: «Non urlarmi in faccia, capito?!» gridò a sua volta, facendo accorrere spaventati Jimin e Haeun.
Jimin cercò di separarli e Seokjin lasciò perdere facilmente, cercando di rincomporsi.
Provò a mandarli via, e i domestici lo fecero soltanto dopo che Taehyung ebbe ordinato loro di fare ciò che già suo fratello aveva suggerito.
«Jin, dimmi che sta succedendo per una buona volta...» sospirò il fratello più piccolo, guardandolo serio negli occhi.
Era lì da soli cinque minuti e aveva già influenzato negativamente la sua dimora, il suo umore e quello dei suoi domestici.
Temeva che avrebbe disturbato anche il sonno della sua bambina.
«Non riesco a dirlo, Taehyung.»
«È davvero così brutto?» chiese, provando ad immaginare qualsiasi imprevisto che fosse capitato alla sua famiglia, ma niente gli veniva in mente.
Seokjin annuì, sconcertato.
Taehyung credeva che fosse sul punto di piangere, ma non ne era sicuro.
Lo conosceva da quando era nato, eppure gli aveva visto dire e fare solo cattiverie.
A pensarci in quel momento, non aveva mai visto suo fratello debole, fragile, nemmeno per una volta.
Per lui Seokjin era il prepotente della famiglia, e lo aveva sperimentato nella lotta che affrontava quotidianamente con Jeongguk.
Ah, Jeongguk! Qualsiasi occasione era buona per pensare a lui!
In quel momento gli vennero in mente le lotte che avvenivano quasi tutti i giorni tra i due: ciò aveva fatto pensare a Taehyung che suo fratello maggiore fosse incline soltanto alla cattiveria e alle maniere forti; nel suo cuore non c'era posto per l'amore e per la convivenza.
Forse c'era uno spiraglio che Hea, sua moglie, era riuscita a tirar fuori.
«Da-eun non è mia figlia» sbottò d'improvviso, secco, storcendo il naso.
Taehyung assunse un'aria confusa: «Come dici?»
«Da-eun non è sangue del mio sangue» ripeté l'altro, «oggi ho scoperto che... Yoongi... Yoongi... È uno psicopatico ossessionato! Perdio, chissà da quanto va avanti questa storia! Sono un povero illuso, Taehyung! Mi hanno tradito! Ho sposato una donna che appartiene ad una famiglia di pazzi, Taehyung! Da-eun non è mia figlia! È figlia di Yoongi, Taehyung! Hanno una storia che va avanti da tempo!» urlò così tanto che i domestici, dalla cucina, sentirono tutto.
Stavano cercando di spiegarsi la strana e inaspettata visita del fratello maggiore del loro padrone, e adesso sentivano queste parole. Erano scioccati tanto quanto Taehyung in quel momento.
«Cosa stai dicendo, Jin? Sono fratello e sorella!»
«So benissimo cosa sto dicendo, Taehyung! Lo so, ho le prove! Li ho colti in flagrante, stamattina. Perdio, cosa direbbe nostro padre?» si disperava, e Taehyung proprio non poteva immaginare cosa gli stesse passando per la testa.
Stava delirando: se loro padre fosse stato vivo, probabilmente non l'avrebbe fatta così tragica. Avrebbe riso e, dopo avergli dato una pacca sulla spalla gli avrebbe suggerito di riprovarci con un'altra donna.
«Com'è possibile, Jin...»
«Non lo so, non lo so! Non lo so com'è possibile!» quasi piangeva; ma poi, in una frazione di secondo, alzò lo sguardo e a Taehyung parve di avere un'altra
persona davanti a lui: le pupille gli si allargarono e i drigrignò i denti, le vene del collo si facevano sempre più evidenti, visibilmente infuriato, ed esclamò: «Io lo ammazzo! Lo ammazzo quel bastardo ossessivo! L'ha plagiata! Ha plagiato Hea! L'ha usata! Le ha fatto il lavaggio del cervello! Giuro che lo ammazzo e lo riduco in poltiglia, quel pezzo di merda, e tu non potrai fermarmi, nessuno potrà!» e corse via, così veloce che Taehyung non riuscì a corrergli dietro per fermarlo.
Allora i domestici lo raggiunsero sconcertati: «Signore...»
e Taehyung li guardò entrambi, senza proferire parola: Cosa avrebbe dovuto dire? Nemmeno lo sapeva, quello che aveva sentito!
Yoongi ed Hea, fratello e sorella, avevano una storia da cui nacque Da-eun!
Perciò Seokjin non era il padre, era una farsa per coprire la loro relazione.
«Perdio, una relazione? Fratello e sorella?»
«Signore, si calmi e ritorni dentro. Non impazzisca anche lei, che mi sembra l'unico sano di mente. Ha una bambina a cui badare, se lo ricordi. Non si lasci influenzare da tutto ciò» disse Haeun, chiudendo la porta alle spalle mentre Jimin lo portava vicino al camino per riscaldarsi.
Il giovane domestico non proferiva parola: da poco tempo aveva capito che quella era una famiglia bizzarra, e aveva avuto la conferma che quel Seokjin era davvero un matto! D'altronde, chi non sarebbe impazzito a sapere una cosa del genere?
Se Seokjin mostrava solo un piccolo posto dedicato all'amore verso sua moglie e quella che credeva sua figlia, ora era completamente accecato dall'odio.
Taehyung non sapeva cosa fare: conosceva suo fratello e sapeva che le sue parole non rimanevano in aria.
Lo sapeva, Seokjin stava correndo a cercare Yoongi.
E chissà cosa avrebbe potuto fare! Non aveva speranze contro di lui, la sua rabbia lo stava soltanto portando a cacciarsi nei guai più seri.
Decise allora di uscire, raccomandando a Haeun di badare alla sua piccola: egli si sarebbe recato presso la dimora di suo fratello Namjoon per raccontargli l'accaduto; poi, insieme sarebbero andati a fermare l'ira funesta di Seokjin.
E così fece: raccontò velocemente l'accaduto a Namjoon: gli narrò di come andò a disturbare la quiete della sua casa, urlando e facendo spaventare lui stesso e i domestici.
Gli raccontò di come sembrasse triste e disperato all'inizio, per poi cambiare tutto d'un tratto come fosse stato un'altra persona.
Namjoon era sconvolto dalla notizia, ma il comportamento del fratello non lo aveva fatto stupire poi così tanto.
Egli, come Taehyung, però, aveva capito la gravità della situazione e corse immediatamente con il minore per cercarlo ed evitare spargimenti di sangue.

Nel frattempo, Seokjin era nei pressi della sua dimora in cui stava per fare ritorno.
Non riusciva a non pensare alla scena di quella mattina: egli, rincasato dopo una passeggiata, non trovò i domestici in casa.
Capitava spesso che la domestica uscisse per fare compere, ma era assolutamente vietato che non ci fosse in casa nessuno.
Seokjin lo aveva vietato perché sapeva delle costanti visite di Yoongi per sua sorella, e il pensiero di avere suo cognato in casa sua senza che il padrone di quella casa ci fosse lo infastidiva da morire.
Ma egli non avrebbe mai sospettato di un tale tradimento, che scoprì sentendo dei bisbigli dalla loro camera.
Sentiva la voce di Hea che sussurrava frasi come: «No, Yoongi, Seokjin tornerà presto, non possiamo» e alcuni sbuffi di Yoongi che poi, arresosi, si spostava nella stanza –
probabilmente per prendere in braccio Da-eun – e poté giurare di sentire una nota dolce nella sua voce costantemente triste e aspra: «Piccola... Sei bellissima, identica a me, il tuo vero papà.»
Quelle parole lo sconvolsero.
Per un attimo che parve infinito stette a fissare il vuoto e gli sembrò di pensare il nulla totale.
Poi, il caos si impossessò della sua mente: la bambina a cui aveva dato amore non era sua figlia, ma la figlia di quella traditrice di sua moglie e il gran pezzo di merda di suo fratello!
Non ci vide più dalla rabbia e fece per correre di sopra per prendere a pugni quella faccia cadaverica che si ritrovava per restiturgli un po' di colorito umano, ma sentì la porta del retro, usata dai domestici, aprirsi.
Allora decise di uscire fuori per far credere a tutti loro che ci era cascato ancora una volta, ma non era affatto così.
Non sapendo che fare, si recò in un'osteria da cui uscì ubriaco fradicio.
Successivamente decise di andare da Taehyung, e il resto della storia è conosciuto.
Ora, però, Seokjin non aveva intenzione di tornare indietro: entrò in casa, apparentemente tranquillo, e ricevette subito il bentornato dai domestici, da sua moglie e,
ovviamente da Yoongi, il quale era ancora lì.
«Ben tornato nella tua dimora, Seokjin» disse, con un sorrisetto superbo sulla faccia.
Ma adesso sapeva il motivo delle sue prese in giro, e avrebbe messo fine a tutto proprio in quel momento.
«Oh, quindi ora siete tutti a casa?» domandò sarcastico, facendo impallidire tutti nella stanza, «Quando sono rientrato non c'eravate, e sapete di dover rispettare i miei ordini.»
Nessuna risposta.
«Vero?!» urlò, facendoli spaventare.
«Andiamo, Seokjin, gliel'ho ordinato io, non rimproverarli. Prenditela con me, piuttosto» si intromise Yoongi che, al parlare, fece sgranare gli occhi a Hea, la quale sussurrò di star zitto, poiché aveva capito che Seokjin sapeva.
Il punto è che anche Yoongi lo aveva capito.
«Sono i miei domestici, non i tuoi!» urlò arrabbiato, prendendo il cognato per il colletto della camicia, «è meglio che tu vada a comandare i tuoi servi nella tua casa, non nella mia, brutto traditore!» e gli sferrò un pugno in faccia.
Yoongi rise: era riuscito a prevederlo.
I domestici erano impauriti, e così Hea, che li pregava di non iniziare una rissa.
«Sta' zitta tu, brutta sgualdrina! Anche tu sei una traditrice, e fai schifo tanto quanto lui! Una bambina avete avuto! E hai cercato di imbrogliarmi dicendo che era mia figlia! Sei una pazza! Identica a lui!» disse, aspettando che Yoongi si rialzasse.
«Te la spacco la faccia che ti ritrovi, te lo giuro» sbottò Seokjin, ma le sue parole fecero soltanto scoppiare Yoongi in una grossa risata che gli fece ricevere un pugno nello stomaco.
Al ché Hea cercò di correre in aiuto del fratello, ma venne bloccata dallo sguardo minaccioso di suoi marito: «Stai al tuo posto!»
Yoongi approfittò del momento di distrazione per mollargli un calcio tra le gambe, che lo portò ad accasciarsi a terra.
Yoongi ne approfittò per rialzarsi e iniziò a picchiarlo: gli diede pugni allo stomaco e in faccia.
Poi lo trascinò in giardino, minacciando gli altri di non venire: «Non avrò pietà per nessuno di voi, se proverete a fermarmi. È una questione tra noi due. Solo noi due!» disse, e sbatté violentemente la porta.
Gli altri, spaventati a morte da Yoongi, obbedirono.
Le forze di Seokjin erano già quasi esaurite, riusciva soltanto a schivare alcuni pugni.
Ebbe la forza di colpirgli di nuovo lo stomaco col ginocchio, facendo collassare l'altro sopra di lui.
Seokjin ne approffittò per iniziare a sfogare la sua rabbia sul suo corpo, ma Yoongi era visibilmente più forte di lui, anche se il suo fisico esile poteva far pensare il contrario. «Cosa volevi fare, eh, Seokjin?» rise, mollandogli l'ennesimo pugno in faccia.
«T-ti ammazzo» bisbigliò, mentre un rivolo di sangue usciva dalle sue labbra.
«Ti sbagli, sono io che sto per ammazzare te» disse, e mentre fece per colpirlo con tutta la forza che aveva in corpo, alzò lo sguardo e vide i suoi fratelli preoccupati correre verso di loro.
Allora si infuriò: «Ci sono i tuoi fratelli a salvarti le penne, altrimenti saresti già all'altro mondo con quel lurido di tuo padre» e detto questo scappò via.
«Brutto bastardo...» sussurrò, guardandolo correre lontano.
Abbassò la testa, i sensi stavano iniziando a mancare.
Sentiva soltanto le voci ovattate dei suoi fratelli che gli dicevano frasi a lui incomprensibili.
Si sentì toccare e forse trasportare da qualche parte, ma poi non sentì più niente e vide un'unica cosa: il buio totale.

🚿
no non state sognando!!
ho deciso di aggiornare ogni volta che arriviamo almeno a 30 stelline così non aspettate troppo💖💖💖💖💖💖

cosa pensate del capitolo? avevate capito qualcosa riguardo yoongi e hea? che idee avete dei personaggi?

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