Capitolo 1

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Sentii suonare la sveglia alle 6:30 precise infondendo quel fastidioso rumore in tutta la mia stanza. Io la spensi sbattendole sopra una mano e mi misi seduta sul letto.

Sbadigliai e andai allo specchio per vedere il mio attuale stato. I miei capelli (C/C) erano arruffati e potevano essere facilmente confusi con un nido di rondine e i miei occhi (C/O) erano contornati da delle profonde occhiaie.
"Perché non mi posso svegliare come la gente nei film, tutta ben pettinata e senza occhiaie!?" Mi chiesi mentalmente per poi lasciarmi cadere nuovamente sul mio amato letto.

Io ero sempre stata una ragazza che amava il suo letto più delle persone e che non pensava ad altro che al cibo e agli anime e quel giorno stavo dando prova del mio costante sonno e della mia svogliatezza in tutto.
"Perché mi sono messa la sveglia così presto, tanto è esta.....Cazzo! Oggi è il primo giorno di scuola e io non ho niente di pronto" mi rizzai in piedi in un battibaleno e scattai verso l'armadio da dove presi una maglietta rossa e corta e dei jeans a vita alta che facevano risaltare le mie curve, poi infilai le mie amate Vans, presi  lo zaino e corse in cucina ad una velocità tale che avrei potuto compete con Bolt. Presi la colazione al volo. Corsi alla mia nuova scuola. Per me infatti era il primo giorno di superiori e avrei dovuto quindi presentarmi puntuale e fare bella figura con i miei nuovi compagni.

Arrivai a scuola giusto in tempo per sentire la campanella. Tirai un sospiro poi mo diressi in auditorium con gli altri studenti di prima, dove le varie classi sarebbero state divise.
Mi accomodai in ultima fila. Non mi era mai piaciuto stare davanti e nemmeno essere al centro dell'attenzione, mi bastava il mio posticino in fondo, lontano dagli sguardi e tranquillo.

Sentii di fianco a me cadere qualcuno a peso morto sulla sedia. Mi girai e vidi che era un ragazzo di media statura, con capelli castani e una collana con una chiave appesa al collo. Il ragazzo, probabilmente sentendosi osservato, si girò verso di me permettendomi di vedere i suoi occhi verde smeraldo e il suo bellissimo sorriso.

Era davvero un bel ragazzo e mi chiesi se sarebbe stato smistato in classe con me. Mi  accorsi solo allora che il ragazzo mi stava sventolando una mano davanti alla faccia e feci un salto diventando rossa per la vergogna. "Eh? Ah ci sei, io sono Eren; va tutto bene? Come ti chiami?"
"Si si va tutto bene, mi ero solo incantata scusa! Comunque mi chiamo (T/N), piacere di conoscerti Eren" ero stra imbarazzata, non ero abituata a parlare con le persone che non conoscevo...beh non ero abituata a parlare neanche con persone che conoscevo, facevo molta fatica a fare amicizia. In passato solo pochi erano riusciti a legarsi a me. Nessuno aveva provato a sfondare quella piccola parete di apatia e socialità che mi ero creata attorno. Solo in pochi ci provavano e chi ci era riuscito era rimasto molto legato a me. Di questi pochi c'erano i miei migliori amici: Emma, Ray e Norman. Loro c'erano sempre stati per me ed erano riusciti a scovare un lato dolce e divertente in me.

Mi ricordai che stavo parlando con Eren fino a poco prima e che quando lo tornai a guardare stava ridacchiando, mi dava un po' fastidio perché non capivo di cosa rideva così glielo chiesi "cosa c'è di tanto divertente?" Se c'era una cosa che bisognava sapere di me è che anche se sembro una debole non bisogna farmi incazzare, perché si rischia di ritrovarsi con una nemica che ti renderà la vita un inferno. La regola è semplice:  se tu non mi rompi, io non rompo a te, toccava agli altri capirlo prima di ritrovarsi con qualche osso rotto.

"Beh (T/N) è meno di cinque minuti che parliamo e ti sei già incantata due...no tre volte a guardarmi. Cos'è? È la mia bellezza a fare quest'effetto" disse Eren con tono scherzoso. Arrossii all'istante. In effetti aveva ragione e io avevo fatto una figuraccia davanti a lui. La giornata inizia già male.
"Dai non scherzare, stavo solo pensando" risposi gonfiando leggermente le guancie.

Lui mi fece un altro enorme sorriso che mi fece sciogliere il cuore dalla spontaneità con cui lo faceva, poi si girò verso un ragazzo e una ragazza, che prima non avevo notato, per poi presentarmi.
"(T/N), loro sono Armin e Mikasa. Armin è il mio migliore amico fin da piccoli e Mikasa è la mia sorellastra"
Salutai cordialmente entrambi, Armin era un ragazzo abbastanza timido ma aveva un grande ingegno e Mikasa era costantemente arrabbiata e mi fissava come se volesse uccidermi perché stavo parlando con Eren.

Arrivò il preside che disse le solite cose come le regole e l'orario e poi i professori ci smistarono in classi. Iniziarono a chiamare classe per classe i nomi dei ragazzi. Quando toccò alla prima E, l'ultima classe di prima, in auditorium erano rimasti solo pochi ragazzi. Io scoprii quindi che Eren, Armin e Mikasa sarebbero stati in classe con me, visto che erano ancora seduti beatamente ai loro posti. Il professore si presentò e cominciò lo stesso a fare l'appello:"buongiorno, io sono Levi Ackerman, il vostro prof. di matematica. Iniziamo con l'appello" fece una pausa in cui squadró ad uno ad uno i volti degli alunni.

"Berthold Hoover; Reiner Brown; Annie Leonhart" i tre si alzarono insieme, erano seduti vicini quindi pensai che forse erano amici. I tre si dicessero verso il prof. per poi affiancarlo "Armin Arlert; Eren Jeager; Mikasa Ackerman" anche loro si alzarono in piedi e si diressero in direzione dei compagni.
"Rico Brzenskak; Furlan Church; Isabel Magnolia" anch'essi si unirono al trio.
"Connie Springer;Sasha Blouse; Hitch Dreyse" anche loro andarono di fianco al prof. Ackerman.
"Marlo Freudenberg; Historia Reiss; Ymir" anche loro si accodarono.
"Marco Bodt;Jean Kirschtein e (T/N) (T/C)"
Mi alzai e guardai gli altri due. Uno aveva capelli scuri e moltissime lentiggini, ma quello che mi colpì maggiormente fu l'altro. I suoi capelli erano più chiari sul sopra e castano scuro sotto, era altro, aveva gli occhi color nocciola e un sorrisetto sbieco e furbo stampato sulle labbra.

Seguimmo il professor Ackerman fino alla nostra classe, dove notammo che la disposizione dei banchi era a gruppi di tre.
"Non sceglierete voi i posti mocciosi, prima vi ho chiamati a gruppi di tre, sarà la disposizione dei posti anche in classe" disse Levi.

Gurdai un po' triste Eren, speravo di essere vicino a lui, anche se aveva altri due amici.
Vidi il ragazzo di prima che mi si avvicinava per poi fermarsi al mio fianco: "penso che per un po'..." si fermo un attimo e guardò il prof. Ackerman "anzi per mooolto tempo saremo vicini di banco" fissò i suoi occhi nocciola nei miei (C/O) e per un attimo mi persi in quella profondità così calda e confortevole. "Ciao (T/N) io sono Jean"

NONNA TONNA REGNA SOVRANA CON IL SUO TONNO
Hey gente ecco il mio primo spazio autrice!
Il titolo è strano e solo pochi potranno capire (3 persone) però è nato tutto per una cosa successa a scuola e volevo rendere omaggio.
Come vi sembra il primo capitolo?
Che ne pensate?
Chi vuole uccidere Eren?
Scoprirete il resto nel prossimo capitolo di...a tutto. Reality. L'iso-ops ho sbagliato.
Sciau cadette.
Inoltre HAPPY BIRTHDAY TO MEEEEEE.

Dear heart, why him? ~Jean x Reader~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora