Capitolo sedici.

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Lo raggiungo in cucina. Sta seduto vicino al tavolino con una tazza di caffè e latte nelle mani.

Lo osservo per la millesima volta oggi. Ogni volta cerco di trovare un difetto, uno solo, o meglio, un difetto che non mi piaccia, perché di difetti ne ha parecchi nel suo carattere.

Lo osservo negli occhi, che fissano la tazza, ogni volta che li vedo sono sempre più blu della volta precedente. Non posso farci nulla, sono incantata da tanta bellezza.

Ma poi la vocina si fa sentire.

Devo stare lontana da questo ragazzo, è pericoloso, ed io ci sto perdendo la testa. A lui non piacerò mai come lui piace a me. Perché lo ammetto, mi piace da impazzire.

Non posso credere a quello che mi ha detto, anche se lo voglio davvero. Ho paura che sia solo un gioco...

Tiene la mascella tirata, poi solleva gli occhi su di me, che ricordo di indossare ancora il vestito di ieri sera, e che probabilmente sarà diventata un panda durante la notte.

«Vado a fare una doccia», comunico.

Annuisce, e per quanto allontanarmi mi costi, lo faccio.

Quando sono davanti allo specchio, mi spoglio e mi osservo. Passo la mano sul mio viso, come fa a piacergli un viso del genere? Ho le lentiggini, ho le labbra troppo grandi, la forma del viso strana. Questo mi fa pensare ancora più che mi stia prendendo in giro. A quelli come Damon Cooper piacciono le modelle di Victoria's secret.

Passo le mani sul mio ventre, non è piatto, è un po' gonfio. Non ho la pancia piatta delle modelle. Non posso piacergli. Mi sta prendendo in giro.

Passo le mani sulle mie gambe, non sono perfette, non sono lunghe, non sono delle gambe da modella, ho il polpaccio troppo grande.

Sospiro. Non posso piacergli io. Per quanto, a scuola, mi reputino bella, non sono nulla in confronto a quelle che Damon si è portato a letto.

Sotto l'acqua calda cerco di far sparire i pensieri sul mio corpo e concentrarmi su quello che ho da fare oggi pomeriggio, ma il problema è che non ho nulla in programma. Forse chiamerò Molly e Betty.

Mi avvolgo in un asciugamano e vado in camera, dove trovo Damon seduto sul mio letto. Tiene la testa bassa, si guarda le mani. Poi la alza di scatto.

Passa lo sguardo sul mio corpo, ed io mi sento di nuovo inadeguata ed estremamente imperfetta.

Non posso piacergli davvero.

«Perché mi guardi così?» Chiedo ad un tratto, sorpresa delle mie stesse parole.

«Così come?»

«Come se ti piacesse guardarmi.»

«Perché mi piace guardarti, Ronnie.» Il suo tono è autoritario, duro.

«Lo dici a tutte quando devi provarci?» Faccio un gran sorriso falso.

Scuote la testa. «Non mi serve provarci con le altre, in realtà.» Sorride.

Ah giusto, lui è Damon Cooper.

«Dovrei vestirmi, puoi uscire?» Chiedo per cambiare argomento.

Si alza dal letto e si avvicina a me. Indietreggio e sbatto la schiena nella porta. Lui si posiziona di fronte a me, appoggia le mani nella porta dietro di me, imprigionandomi come prima.

«Sei proprio sicura che vuoi che me ne vada, Ronnie?» Dice con una voce così sensuale che mi fa vacillare.

Faccio un gran sospiro. «Damon, per favore, esci», mormoro.

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