Capitolo ventisette.

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Vado di nuovo in mezzo alla gente. Torno allo stesso posto di prima, noncurante che Lucas sia seduto vicino a me, perché proprio non m'interessa.

Cerco di ignorare la sensazione che piano, piano, mi sta scavando una fossa alla bocca dello stomaco. Non vedo l'ora di parlare con Damon, di sentire cos'ha da dirmi e soprattutto di sapere se sta bene.

Le persone intorno a me stanno continuando a giocare a obbligo o verità.

«Tu continui a giocare, Ronnie?» Mi chiede Betty, avvinghiata ad un ragazzo moro.

«No...si...non lo so.» Mi sposto alcune ciocche dietro l'orecchio. «Devo prendere un po' d'aria.»

«Stai bene?» Si alza Molly insieme a me, mentre mi si avvicina.

«Si, tutto bene», dico in fretta ed esco.

Lei non mi segue, o almeno penso che non lo faccia. Ho bisogno di rilassarmi un po', dato la preoccupazione che ho per Damon.

Ho bisogno di aria fresca per riempirmi i polmoni e permettermi di respirare.

Ma, appena dopo due minuti che sono uscita, Lucas si materializza davanti a me con una sigaretta tra le labbra.

Sbuffo, guardandolo. «Che vuoi, Lucas?»

Si guarda intorno. «Sono venuto solo per fumarmi un sigaretta, Ronnie», dice in tono pacato. «Ma, già che ci siamo, sicura di stare bene? Vuoi un po' di compagnia?»

«Sinceramente no.»

Si porta una mano al petto, facendo finta che gli abbia sparato, ma sorride. «Come vuoi. Allora mi allontano, dopo aver fumato la sigaretta.»

Lo ignoro e continuo a guardare il cellulare, sperando in una notifica.

«Allora...il tuo ragazzo come mai non c'è?» Chiede Lucas.

«Non sono affari tuoi», rispondo secca.

Si acciglia. «Okay...», farfuglia. «Vuoi?» Tira fuori una sigaretta e me la porge.

«No, non fumo.» Gliela porgo di nuovo.

«Sicura? Ti aiuta a rilassarti.»

«Non ho bisogno di rilassarmi», ribatto, mentendo.

Inarca un sopracciglio. «Non sembra.»

Ora riesco a vederlo meglio. Ha un accenno di barba sulla mascella tirata. Ha gli occhi marroni e i capelli ben pettinati. È un bel ragazzo.

«Dammela.» Ci ripenso, riprendo la sigaretta dalle sue mani, mentre lui sorride in segno di vittoria.

La accendo con il suo accendino e aspiro. Quando il fumo mi arriva ai polmoni, mi sento più rilassata, ma non molto. Ho bisogno di vedere Damon e di capire cosa sta succedendo.

«Allora...dimmi di te, Ronnie.» Fa per avvicinarsi, ma io indietreggio un po'.

«Non ho niente da dirti.»

«Sai, anche io sto aspettando una chiamata, che probabilmente non arriverà mai. La mia ragazza mi ha appena mollato.» Fa una risata amara. «E sai perché?»

Faccio cenno di no con la testa. Se sentirò i suoi problemi, molto probabilmente riuscirò a distrarmi dal pensiero fisso di Damon.

«Perché i suoi genitori le hanno messo in testa che non possiamo stare insieme, che io non sono un bravo ragazzo e queste stronzate qua. È uno schifo.»

«Mi dispiace.» Neanche i miei sono contenti di me e di Damon, ma non mi lascerò dire cosa fare da loro. «Probabilmente non ti amava davvero», mi azzardo a dire.

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