Mi misi per la centesima volta quella sera, davanti allo specchio.
Il trucco che mi aveva fatto mia sorella era stupendo e il vestito rosa carne mi stava perfettamente.
Ero molto modesta, me ne rendo conto.Mi misi i piccoli tacchi color bianco lucido e camminai verso la camera di mia sorella.
«Come sto?» Chiesi appena entrata e lei si girò, squadrandomi con il sorriso.
«Una bomba, Lauren rimarrà incantata. Ma come mai ci tieni cosi tanto ad essere bella per lei, se non ti interessa?» Sospirai, sedendomi sul suo letto mentre lei si metteva i suoi orecchini preferiti.
«Non vuol dire che se una ragazza non mi interessa, io voglia essere una barbona in sua presenza.» Ridacchiò, per poi girarsi verso di me.
«Scendiamo, voglio proprio vedere Sinuhe con quel trucco delle occasioni speciali.» Risi, per poi scendere con lei.
Mia madre, come mi aveva detto Sofi, aveva quell'orribile velo di trucco che più che sottile, era un mantello che lasciava intravedere forse niente della
sua vera pelle. Rossetto rosso, ombretto blu che riprendeva il suo vestito e tutto accompagnato da cipria che aveva effetto sulla sua faccia stile calcestruzzo.Mi veniva da ridere, ma mi trattenni ancora una volta.
«Oh, Camila, sei perfetta. » Disse mia madre, guardandomi. Poi guardò verso Sofi, che gli sorrideva strafottente.
«E tu, Sofia, sembri quasi una di famiglia.» Non sapevo cosa fosse più brutto: la stronza che era mia madre oppure essere una figlia, e sentirsi dire certe cose dalla propria madre.
In ogni caso, mia madre era una vera stronza.Mio padre si fece vedere qualche minuto dopo e fece qualche complimento a me, ed anche a Sofi.
Appena ci fu un attimo di silezio, il campanello suonò.
Corsi ad aprire, pregando che Lauren avesse sentito i miei consigli.
Quando fu sulla soglia di casa sorrisi, ringraziandolo. Aveva tolto il piercing, ed indossava una giacca di pelle nera e una camicia anch'essa nera, che riprendeva le scarpe dello stesso colore. In tutto questo, anche i capelli non erano arruffati come al solito ma avevano una piega più decente.
Mi guardò e quella volta, mi concessi di arrossire sotto il suo sguardo.
«É una meraviglia, signorina Cabello.» Ridacchiai, per poi indicarlo e facendolo entrare.
«Anche lei signorina Jauregui è particolarmente elegante, quest'oggi.» Mi seguì fino in salone, dove mio padre e mia madre lo aspettavano, e mia sorella se la spogliava con gli occhi.
«Ciao Lauren. Io sono Sinuhe. E lui è mio marito, Alejandro.» Si presentarono i miei ed io già ne avevo abbastanza.
«Buona sera signori Cabello, io sono la ragazza di vostra figlia.» Sgranai gli occhi, guardandola male. Sofi per poco non si strozzava con la sua stessa saliva e i miei lo guardarono confusi.
«Camila, fidanzata? Avevi detto che era una tua amica.» Chiese mia madre ed io fulminai un'altra volta Lauren, per poi rivolgermi a lei.
«Già, fidanzata. Non avevo voluto dirvelo per farvi una sorpresa, sapete, ci tenevo.» Mormorai e Sofi rise dietro i miei genitori, che quando si girarono la guardarono, mentre lei cercava di far finta di niente.
«Beh, che dire. Accomodatevi in tavola. È pronto.» Mentre i miei si andavano a sedere in cucina e mia sorella li seguì, non prima di aver fatto qualche battutina su Lauren in sua presenza, presi lei per una manica, rabbiosamente.
«Ma puoi dirmi cosa cazzo ti passa per la testa, non dovevi dirgli che eri la mia ragazza! Quando poi ci lasceremo mi chiederanno spiegazioni ed io non saprò fornirgliele.» Sussurrai, e lei sorrise mordendosi il labbro. Senza piercing sembrava più matura e anche, a parer mio, meno attraente.Ma forse era solo l'antipatia nei suoi confronti a parlare per me.
«Ma noi non ci lasceremo mai, quindi il problema è risolto.» Mi cinse le spalle ed io alzai gli occhi al cielo.
«Speraci, Jauregui.» Lei mi guardò.
«Sei fottutamente eccitante quando mi chiami per cognome.» Mi portai una mano sul viso, nervosa ma felice.
«Lo so di essere una gran figa, ma adesso andiamo di là.» La spinsi delicatamente verso la cucina e dopo che fummo anche noi lì, ci sedemmo.
C'era uno strano silenzio, più che imbarazzante. Si sentivano solo rumori di forchette, e del mormorio che produceva la TV a basso volume.
«Allora, Lauren, come hai incontrato la nostra Camila?» Chiese mio padre ed io guardai la mora, quasi terrorizzata.
Lei sorrise, per poi guardarmi.
«Il professore, sapendo quanto fossimo brave nelle scienze umane, ci aveva messo insieme in un progetto della materia e abbiamo stretto amicizia. Ma come saprete già, vostra figlia ha un animo molto dolce e non si può far altro che amarla.» Mia sorella la guardava, quasi con gli occhi a cuoricino e gli diedi una gomitata scherzosa, come per farla svegliare.
«Bello, ci fa piacere che Camila abbia trovato un ragazzo così educato come te. Come sta Clara? Ho saputo che adesso fa parte di un corso di cucina.» Chiese mia madre ed io mi sentii per un attimo sollevata, che Lauren fosse preparata.
«Si, è vero. Sta facendo questo corso di cucina per far divertire le anziane della casa di cura di quel quartiere, per distrarle. Comunque io amo la cucina di mia madre, ma devo dirle signora Cabello, che lei è un'ottima avversaria.» Non capivo come avesse fatto ad incantare mia madre, che rispose con una risata a dir poco squillante e falsa.
«Oh cara, come sei gentile, dammi del tu.» Mio padre sorrise, come felice che a sua moglie piacesse Lauren.
Perché a tutti piaceva, e a me no? Sapevo di essere strana ma non fino a questo punto. O gli strani erano loro? Molto probabilmente era questa la situazione.
«Hai intenzione di andare al college, dopo il diploma?» Lauren annuì, seria.
«Si, credo che andrò al college di NYC, manderò richiesta a breve. Mi piacerebbe studiare matematica, per poi diventare ad esempio una contabile. Mi piace molto la matematica, mia madre mi ha trasmesso questa passione. » Mio padre sorrise ancora ed io pensai che a momenti, gli sarebbe venuto un crampo alla mascella.
Era così falso il discorso di Lauren, il suo aspetto, che facevo fatica a non credere alle sue parole. Ma io sapevo la verità, e lei non era affatto così.
Finita la cena, restò qualche minuto per parlare con mio padre, di politica e calcio, credo. Dopo qualche minuto, la accompagnai alla porta.
«Sei stata decente, brava.» Cercai di non sorridere e lei annuì, dandomi un bacio sulla guancia che mi lasciò spiazzata.
«E tu invece sta sera eri proprio perfetta, buona notte piccola.»

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Black Mail //Camren
Fanfiction«Sei una brava ragazza, cara Camila. Ma si sa che le brave ragazze sono solo cattive ragazze che non sono ancora state scoperte. E chi sono io per dare il piacere ai tuoi di farti scoprire?» Dove lei viene ricattata cercando di non essere messa nei...