Mi sedetti sul muretto davanti al parco, e mi accesi una sigaretta.
Era bellissimo come il corso delle cose cambiavano.
Un giorno ti ritrovavi a far la morale a qualcuno, e il giorno dopo venivi messa davanti a qualcosa che non eri in grado di vedere da sola.
Ero davvero, così tanto egoista?
«Ei piccola, cosa fai qui tutta sola? Non dirmi che i tuoi non ti hanno regalato la Ferrari!» Rise da sola, mentre io alzai gli occhi al cielo.
«È ridicolo come tu ti diverta alle tue stesse battute, davvero ridicolo.» Si sedette accanto a me, e cercai di trattenere un sorriso.
Ma cosa mi stava passando per la testa?
«Questo perché io sono troppo divertente.» Si vantò ed io mi trattenni dall'alzare gli occhi al cielo, di nuovo.
Restammo in silenzio per quelli che mi parvero anni, finché non sentii la mia mano essere presa tra le sue.
Alzai un sopracciglio, ma non dissi niente.
«Cosa c'è che non va?» Mormorò ed io mi ritrovai a sospirare, levando la mia mano dalla sua.
«Non ho niente.» Sorrise, come divertita da me.
Mi stava prendendo in giro?
«Andiamo Camila, so che qualcosa non va e so ancora meglio che tu non mi diresti niente.» La guardai, cercando di non ucciderla con le mie stesse mani.
«E allora perché me lo chiedi comunque?» Sentii un brivido per tutta la schiena, al quale Lauren non fece attenzione.
«Perché so che dentro te, prima o poi scatterà qualcosa che ti farà ricordare di chi importa di te. E a me importa.» Schiusi le labbra, mentre lei continuava a guardare davanti a sè con un leggero sorriso.
Non sapevo perché quel pomeriggio mi sentivo così provata da me stessa, così stufa di essere me.
«Una volta una persona mi disse che io fossi tremendamente egoista. Che non avessi nessuno al mio fianco, che quando sarei stata in balia di tutti i casini che ho commesso sarei rimasta da sola come per tutta la mia vita.» Iniziai, mettendo le mani dentro il cappotto che mi proteggeva dal freddo pungente.
«Io non capisco come faccia la gente ad essere così umana da pensare al prossimo. Cioè perché se io avessi un pezzo di torta, ne dovrei dare un pezzo ad un altro? È la mia torta, e rimarrà tale.» Lei ridacchió, per poi mettersi davanti a me.
«E se quella persona davanti a te fosse qualcuno a cui tu vuoi bene?» Ci pensai sù, ma non ottenni risposta dalla mia testa.
«Sai perché tu non hai risposta? Perché nessuno ti ha mai offerto la sua, di torta. Nessuno ti ha insegnato a voler bene, ad amare. Nessuno ha voluto mai aver cura di te e darti la sua torta, con la sua volontà.» Mi strinsi nelle spalle, guardando il suo naso arrossato dal freddo.«E tu?» Chiesi, mentre lei mi guardava confuso, allora continuai.
«Qualcuno ti ha mai offerto la sua torta?» Annuì, per poi sorridere amaro.
«Ma dopo che mi diede la sua torta, si portò via anche le briciole.» Lo guardai attentamente, vedendo dolore nei suoi occhi.
Mi sentii sopraffatta dalla sua smorfia di dolore, di solitudine e contro ogni mio limite, presi la sua mano per avvicinarlo a me.
«Io conosco qualcuno che ti darebbe anche tutta una pasticceria, lo sai?» Lei sorrise, per poi scuotere la testa.
«Lei ti ama, e tu sei così impegnata in questo stupido gioco con me che non vuoi vederlo.» Mi guardò confusa, per poi allontanarsi.
«E chi ti ha detto che per me sia un gioco?» Ridacchiai, lasciando la sua mano.
«Perché nessuno sarebbe così folle da volere me, al posto di una moretta sexy.» Rise, per poi salutarmi ed allontanarsi.
Si girò verso di me per qualche istante, sorridendomi.
«Io sono folle, Camila.» Disse, per poi continuare la sua camminata verso un posto a me sconosciuto.

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Black Mail //Camren
Fanfiction«Sei una brava ragazza, cara Camila. Ma si sa che le brave ragazze sono solo cattive ragazze che non sono ancora state scoperte. E chi sono io per dare il piacere ai tuoi di farti scoprire?» Dove lei viene ricattata cercando di non essere messa nei...