TwentyThree

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Esistono vari tipi di persone il sabato sera.
Chi come facevo io, era solito ad ubriacarsi in locali a caso con gente a caso per poi svegliarsi con un mal di testa allucinante e nel letto di qualche sconosciuto.
Chi passa la serata tranquillamente tra amici di vecchia date e film comici.
E chi, come me.

«Tieni un altro fazzoletto.» Annuii energicamente prima di prendere il fazzoletto dalla mano di Dinah, soffiandomi il naso.

Stetti in silenzio per un paio di secondi, prima di scoppiare a piangere di nuovo.

«Ne ha ancora per molto?» Sussurrava Michael all'orecchio di mia sorella che alzava le spalle, guardandomi preoccupata.

Era da circa tutta la giornata che la cosa andava a ripetersi, e i ragazzi stanchi di andare in giro come barboni erano venuti a trovarmi, non sapendo della mia situazione attuale.

«Mi ha lasciato, capisci? Ma perché sto piangendo, dovrei fare i salti di gioia. L'unica cosa che riesco a pensare però è che lei adesso lo starà facendo mentre io sto a letto a digerire quintali di gelato di un gusto orribile e sconosciuto.» Michael inclinò la testa, confuso.

«Camila, è alla vaniglia. Lo conosci.» Alzai le braccia in aria, sgrandando gli occhi.

«Fa schifo lo stesso!» Mia sorella si alzò, mentre io abbracciavo Normani che avendo paura di qualche mia reazione aggressiva, rimaneva immobile.

«Dobbiamo fare qualcosa, non puoi stare lì a fare la vittima quando tu sei la prima a dire che sei Camila Cabello. Dovresti essere in discoteca con questi deficenti a ballare e a scatenarti, facendo capire a Lauren cosa si sia perso.» I tre amici la guardavano, annuendo.

«Ma non siamo deficenti.» Aggiunge, Michael.

Sofi lo guardò torva, e lui alzò le mani in segno di resa.

Sbuffai.

«Ragazzi, non dovete stare qui per me. Io starò bene, i miei genitori non ci sono e così potrò stare in pigiama e guardare Real Time per tutto il fine settimana.» Dinah scosse la testa, venendo verso di me e scansando Normani che in quel momento stava iniziando a gradire l'abbraccio.

«Non devi stare come una zitella in piena crisi di pianto per una morettina da strapazzo, lei vuole Lucy? Bene, se la tenga. Tu non hai bisogno nè di lei, nè di nessun'altra ragazza per essere in forma. Sei Camila Cabello, lo hai detto anche tu.» La osservo, dubbiosa.

È vero, non mi serve nessuno. Io sono Camila Cabello, la sola e unica.
Camila Cabello non si fa lasciare da nessuno. Ma allora perché Lauren mi ha lasciato? Forse ho perso colpi, forse non sono più la ragazza di prima e forse si, mi serve Lauren Jauregui .

Dopo neanche due minuti, scoppiai di nuovo a piangere e i ragazzi sospirarono, mia sorella sfinita si siede sulla scrivania della mia cameretta.

«Camila Cabello ha bisogno di Lauren Jauregui.» Soffoco tra le lacrime e loro fanno una smorfia, al quale anche io stessa faccio lo stesso.

«E anche di altro gelato.»

Black Mail //Camren Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora