Nineteen

2.5K 103 0
                                        

Tiravo leggermente i capelli della ragazzola sotto di me, facendola gemere leggermente. I suoi baci scivolavano come acqua sulle mie clavicole e tutto questo lo trovavo leggermente afrodisiaco.

Non sapevo il suo nome, ne quanti anni avesse. Ma una cosa la sapevo: era una brava baciatrice.

Continuava a far vagare le sue mani sulla mia pelle sotto la maglia rosa chiaro che indossavo e io mi muovevo sopra di leu sempre più estasiata dal momento.

Ero andata in discoteca, come promesso a Dinah. Ero stata per circa un ora con lei e gli altri due, finché questa bella ragazza non mi ha chiesto di bere qualcosa con lei. E un "qualcosa" stava per circa cinque birre e qualche shottino, fino a ritrovarmi stesa sopra di lei.

«Camila credo sia ora di smetterla di limonarti quella sconosciuta.» Sentivo una voce alle mie spalle, ma non ci feci più di tanta attenzione e inziai a togliere la maglia alla ragazza mora che mi guardava incantata, come tutto il resto delle ragazze che si sono trovate in questa situazione con me.
Ero brava, e ne ero consapevole.

Sentivo la ragazza che stava accanto a me staccarsi dal lavoro che stava facendo al mio collo grazie ad una spinta, e aprii gli occhi confusa.

Mi ritrovai due occhi verdi, in quel momento scuri, che mi guardavano critici per poi guardare la ragazza dalla pelle pallida.

«Hey amica, noi qui ci stavamo divertendo!» Lauren va verso di lei, che si era solo leggermente spostata da me che le ero ancora sopra a cavalcioni sul piccolo divanetto della discoteca, e la guardò in cagnesco.

«Non sono tua amica e tu, ti stavi divertendo con la mia ragazza!» Sbuffai, alzando le braccia al cielo.

«Non è proprio così Jauregui, io posso scoparmi chi voglio. E poi i tuoi non vorrebbero che tu stia qui con me, per di più in questo posto.» La ragazza dal nome ancora ignoto mi guardava sorridendomi maliziosamente, e forse preso ancora dall'alcool bevuto in precedenza, si fiondò di nuovo sulle mie labbra ed io di certo non glielo negai.

Continuammo a baciarci fino a quando la mora non venne fatta alzare da sotto di me e io mi sentii prendere dalle gambe, per poi trovarmi schiacciata alla schiena di Lauren.

«Lasciami stare, bambina!» Davo dei pugni alla schiena della mora che ovviamente non si muoveva di un millimetro e continuava a portarmi verso il giardino, vidi la ragazza di prima guardarmi confusa e le mimai un "chiamami".

Continuai a pregare Lauren di lasciarmi andare e dopo che fummo arrivati in giardino mi lasciò andare.

Mi toccai la testa, che girava visto gli alcolici e la posizione che avevo assunto poco prima.

«Mi gira la testa, ce l'hai un'aspirina?» Mi guardava in silenzio.

«Camila.» Le sorrisi, per poi alzare le spalle.

«Okay, l'aspirina non ce l'hai. Una pillola d'erba? Se deve girarmi la testa, fammela girare almeno alla grande!» Mi prese dalle spalle, guardandomi.

«La vuoi smettere?» Scossi la testa.

«Mi gira la testa, o mi sballo, oppure mi serve un'aspirina.» Si allontanò da me, guardandomi con uno sguardo che non riuscii a capire.

«Perché sei così.» La seguii, visto che stava per andarsene.

«Così come?» La presi per un polso, facendolo girare verso di me con un espressione stanca, cogliendomi di sorpresa.

«Così superficiale. Vendi te stessa a persone di cui non sapevi neanche l'esistenza il giorno prima e tutto questo solo per cosa, per il piacere? Quella ragazza la mattina seguente se ne sarebbe infischiato di te, lasciandoti sola. Non è orribile?» Scrollai le spalle.

«Me ne sarei andata prima che lei solo pensasse di farlo. Non sono io che vengo abbandonata, sono sempre gli altri e continuerà ad essere così finché io non deciderò di mettere la testa apposto e fare la santarellina, ma quel giorno non è oggi e quindi si, mi sarei fatta quella ragazza e me ne sarei andata, lasciandola da solo probabilmente con un bigliettino di scuse o altre merdate che non penso minimamente.» Dopo che finii di parlare, trovai il suo viso a un millimetro dal mio, e mi guardava gli occhi attentamente.

«Io non ti lascerei andare via, non lascerei andare via nessuna parte di te, neanche la più odiosa del mondo. E lo so che mi odi, ma io odio provare questo verso di te e giuro, non ti lascerei andare via.» Sorrisi sfidandolo, mettendo le mie mani intrecciate dietro il suo collo.

«Allora proviamo: non farmi andare via questa notte.» E in un secondo, mi trovai le sue labbra sulle mie.

Black Mail //Camren Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora