Fourteen

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«Vattene via.» Ringhiò ed io ridacchiai,  alzando le mani in mia difesa.

«È un bagno pubblico tesoro, posso fare quello che voglio qui dentro.» Non sembrava volermi dar attenzione, mentre continuava a piangere più silenziosamente.

Non so cosa mi prese poco dopo, non lo so per quale gioco del cazzo della vita mi successe quello.

Posai una mano sulla sua spalla, cercando di sorridere nel modo meno acido possibile.

«Cosa succede alla testa calda della scuola? Il mascara poi fa una brutta fine se continui a stropicciarti gli occhi.» Mi guardò intensamente, per poi diventare rossa dalla rabbia.

«Sei una stronza.» Sussurrò a denti stretti, mentre io alzavo le spalle.

«Dimmi qualcosa che non so già, Licy.» Si alzò, venendomi incontro davanti alla porta del bagno in vui era rinchiusa.

«Io la amo.» Urlò, spingendo leggermente la mia spalla. Sgranai gli occhi alla sua confessione.

«E tu me la stai portando via così facilmente. Sono la sua migliore amica da quando era una cretina con gli occhiali che la sera doveva mettersi la crema per i brufoli, e dopo tutto questo tempo arrivi tu che me la porti via in due mesi. Ma non ci pensi mai alle persone, tu?» Volevo ridere all'immagine di Lauren davanti ad uno specchio con la pomata per i brufoli, ma mi trattenni vedendo i suoi occhi rossi e gonfi.

«Se mi mettessi a pensare alle persone, sarei come te in questo momento. Sarei lì, su quel sudicio cesso mentre la ragazza che mi piace si fa un'altra, piangendo per la mia insulsa vita da popolare che non ha effetti personali che non siano borse di Gucci o di altre marche.» Lei scosse la testa, asciugandosi le lacrime.

«No, saresti il tuo opposto. Saresti meno egoista e penseresti prima ai sentimenti della tua ragazza, e poi ai tuoi. Penseresti a farla sorridere dopo una partita di softball andata male, la porteresti a casa tua a vedere un film oppure solo per vedervi. Penseresti agli altri, prima di te stessa. Se tu fossi su quel water, come me due minuti fa, penseresti a quanto sia felice Lauren con te, e quanto tu sia ridicola per non esserne felice. Ma alla fine ti alzeresti, sorrideresti allo specchio e infine capiresti che se lei è felice tu non potrai essere che altrimenti. Ma il tuo egoismo non fa che farti pensare a Camila Cabello, l'unica persona esistente dentro la tua anima. Tu sei l'amica di te stessa, e nessuno ti aspetterà uscita da qua.» Rimasi leggermente spiazzata dalle sue parole, vedendo nello specchio della stanza una me stravolta da sè stessa in poche parole.

Lucy andò verso la porta, ma io la bloccai chiamandola.

Si girò, ed io sorrisi leggermente.

«Quando uscirò, a me aspetterà Lauren.»

Spiazzata, ma sempre me.

Black Mail //Camren Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora