TwentyFour

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È strano come io mi ostini a voler essere un esempio per me stessa.

Camila Cabello non perdona.
Camila Cabello non non ha cuore. Camila Cabello non soffre.
Camila Cabello non viene lasciata da nessuno.

Voglio essere qualcosa che non sono anche solo per pensiero personale, non solo per i miei genitori.

Per loro sono la figlia modello tutta casa e chiesa, per me sono la ragazza stronza che viene temuta da tutti.

Ma la vera domanda è: adesso, voglio ancora esserlo? Probabilmente ancora non ho la risposta. So per certo però che Camila Cabello soffre, eccome se soffre.

Da quando sono tornata a scuola il lunedì seguente a quel maledetto giorno in cui la mia finta relazione è stata messa nel bidone dell'immondizia dalla stessa che ha voluto iniziarla, sto soffrendo.

Misi la testa fra le mani nervosamente, facendo cadere distrattamente il libro che avevo sulle gambe.

«Fanculo. Fanculo lei. Fanculo Lucy. Fanculo tutto.» Sentii qualcuno ridere vicino a me e alzai di scatto la testa, guardando lì da dove proveniva la voce.

«Parli anche da sola adesso? Non ci bastava che tu fossi un uragano isterico di questi tempi. Senti anche le voci?» Assottigliai gli occhi, alzandomi dal muretto da dove ero seduta.

«Lasciami stare. E poi cosa vuoi, Colton? Non mi pare di averti invitato nella chiacchierata tra me "e le voci".» Lui scuote la testa, ridacchiando.

«Il mio nome è Caleb, possibile che tu ancora non lo sappia.» Alzai gli occhi al cielo, prendendo poi il libro che avevo fatto cadere.

«Non posso ricordarmi tutti i nomi delle formiche di questo maledetto formicaio, sai?» Si alzò, ed io lo benedii mentalmente per la sua saggia scelta.

Gli avrei tirato il libro in testa da lì a pochi attimi.

Se ne stava andando, quando nel cortile uscirono Lauren e Lucy.

Lei appiccicata a Lauren mentre erano a braccetto, lei che guardava avanti a sè sorridendo. Lucy la guardava incantata, ma con uno sguardo che non trapelava amore.

"Lo amo davvero." e bla bla bla. Lei non ama neanche sua madre.
Ma forse su questo non posso giudicare.

Ma io lo amo Lauren? Ma come si dice "se ami, lascia andare."

Colton o come si chiama tornò indietro, guardandomi in maniera leggermente inquietante.

«Cosa vuoi Colton, ti sei dimenticato il cervello sul muretto?» Sospirò probabilmente esausto dalla me fastidiosa e si fermò davanti al mio corpo che in questi giorni non faceva altro che chiedermi un letto dove piangere, facendo un gesto con la mano per farmi stare zitta.

Strabuzzo gli occhi, come si permette? Camila Cabello non sta mai zitta.

Oh andiamo, a chi voglio darla a bere.
«Parla.» Annuì, avvicinandosi a me.

«Ami Lauren?» Mi fermai a guardarmi attorno, alle sue parole.

«Beh è una parola grossa, diciamo che è più un interesse, ma forse è una poss-» Mi fermò di nuovo, ed io sbuffai infastidita.

«Camila, la ami?» Pensai alle sue parole, cercando di mettere da parte tutto il resto.

«Si, la amo. E quindi? Tanto sta con quella sgallettata.» Faccio cenno alla coppia che si stava limonando, e sentii una fitta allo stomaco ma feci finta di niente.

«Ho un piano.» Risi, guardando verso il cielo per qualche secondo per poi indicarlo.

«Colton, non farmi ridere.» Si portò una mano sulla faccia.

«Va bene, me ne vado.» Si stava girando per andarsene ma lo bloccai, pensierosa.

«Parla, ma non farmici ripensare.» Sorrise, sedendosi sul muretto facendomi cenno di mettermi accanto a lui.

«Stammi bene a sentire.»

Black Mail //Camren Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora