CAPITOLO 22

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Qualche settimana dopo.

Domenico doveva scendere a giorni e  sarebbe rimasto per due/tre settimane.

Stavo contando I giorni sul calendario, e non scherzo.

Da quel giorno in spiaggia Giuseppe a malapena mi guardava in faccia, e io allo stesso modo.

Noemi invece mi avvertì che con Mario andava sempre meglio.

Erano due peperini, e stare insieme a loro due era veramente uno spasso!

Ora mi trovavo completamente con la faccia sul banco, pronta ad addormentarmi e le parole del prof di italiano, alimentavano il mio sonno.

'Signorina' Sbraitò picchiettando la sua penna sul mio banco.

'Scusi' dissi velocemente e alzandomi di scatto.

'Vada a farsi un giro' disse nervosamente e allontanandosi dal mio banco.

Non me lo faccio ripetere due volte.

Mi alzai ed uscì velocemente.

Cominciai a camminare nel corridoio e mi avvicinai alle finestre che c'erano che affacciavano sulla strada.

Poco dopo vidi Andrea e Giuseppe entrare dentro la scuola.

Per fare cosa?

Scesi sotto andandogli incontro.

'Ehi, la classe di Rosamaria?' Mi chiese velocemente Andrea.

'Sali, gira a sinistra fai tutto il corridoio ed è l'ultima sulla destra' dissi sorridendogli.

Lui mi annuì subito salendo.

Ovviamente non c'era mai nessun bidello a fermare quelli da fuori.

'Quanto tempo' sospirai dopo essermi resa conto di essere rimasta sola con Giuseppe.

'Già' rispose lui abbastanza scazzato.

'Dai, non te la sarai presa' dissi cercando di avere un tono scherzoso.

'Mi hai fatto male, non scherzavo' disse serio e mettendo le braccia conserte.

'Non avessi scherzato troppo non sarebbe successo nulla' gli feci notare passandomi una mano tra I capelli e lui rise.

'Giusto, vabbe, penso che organizzerò qualcosa per  ritorno di Domenico' disse cambiando completamente tono, sembrava rilassato.

'Arrivano insieme con Andreina' precisò subito.

'Tu ci sei, no?' Mi chiese indicandomi.

'Certo' annuì per poi sentire la campanella suonare.

'Ehm, io salgo, ci sentiamo' lo salutai con la mano e salì velocemente verso la classe.

'Il prof non era serio quando ti ha detto di uscire' mi disse piano Sonia appena entrai in classe.

'A me sembrava serio e non l'ho sentito lamentarsi' le feci notare scrollando le spalle.

Tornai a poggiare la testa sul banco e aspettai che la giornata passasse.

Una volta fuori da scuola mi arrivò un messaggio.

'La festa è per domani, sono Giuseppe;)'

Ah, mi ero dimenticata tra le tante cose, di chiedergli come avesse avuto il mio numero.

'Ci sono.. ma una curiosità, da chi hai preso il mio numero?'

'Sonia, lascia sempre il telefono incostudito;)'

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