Inizia il "divertimento"

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“….un mese dopo….”

Alison stava mangiando una fettina di carne di maiale a casa sua quando il suo telefono vibrò un messaggio di un numero non registrato

Sconosciuto                
stasera 6:30 sai dove (niente complicazioni con Matt)”

il tempo non passava più si prese un giorno di vacanza dal lavoro, il suo telefono era intasato dalle chiamate e dai messaggi di Matt esternamente preoccupato, ma che lei ignorava.

Alle 23:33 Alison si diresse al suo armadio prese una canottiera bianca con sopra una felpa nera con il cappuccio e la zip d’argento sotto dei jeans blu e le scarpe bianche firmate come la felpa adidas Di tela.

Le scarpe erano basse bianche pulitissime, con la suola di plastica, e lo stemma dell’Adidas, uno zaino di pelle nero regalato da “Lui”

-flashback- pioggia, buio, da dietro la nebbia appare Lui Alison gli corse in contro si buttò tra le sue braccia e gli depositò un bacio dolce sulle labbra che le riscaldò il cuore, si presero per mano e affondarono il loro sguardo nei loro occhi dopo poco "Lui" con aria felice disse

“questo è per te viene dalla Russia”

“oh…ma non dovevi amore mio”

e riposò le sue labbra sulle sue socchiuse gli occhi e il loro bacio si prolungò in un abbraccio dolce e tenero per quanto poteva esserlo con il rimorso e le mani sporche di sangue che si portavano dietro, ma Alison aveva una cura che gli faceva dimenticare tutto e quella ‘droga’ come la chiamavano loro due, era il loro amore, un amore sadico e contorto ma pur sempre amore era

 “ti piace?”

Disse staccandosi da lei, fece un passo in dietro per guardarla meglio in faccia…

 L'abbaio di Ares risvegliò Alison

“…cazzo hai ragione è tardi Ares vieni”

 Alison mise il guinzaglio ad Ares e lo portò fuori alle 00:30 di sera.

Fuori era buio le nuvole oscuravano la luna i passi decisi di Harley come la chiamava "Lui" la portarono in un’area isolata e buia poiché un lampione era rotto, Ares cominciò ad abbaiare ed a ringhiare quando un uomo sulla 35ina si avvicinava, aveva i capelli rasati hai lati e leggermente più lunghi sopra, le braccia ricoperte da tatuaggi che non si distinguevano tra loro, una lunga cicatrice su tutta la lunghezza della guancia, dei jeans grigi scuri, le nocche rosse con numerose ferite fresche, una canottiera bianca sporca di sangue e delle scarpe nere,

“Ares basta”

Alison fissava le sue mani con poca descrizione e con aria superiore

“cazzo guardi ragazzì”

“dammi quello che mi devi dare o mi basata una chiamata”

“tiè è na revolver nagant m1895, la sai usare?”

Alison puntandogliela contro aggiunse

“vuoi testare te stesso?”

“no tesoro grazie”

Lui gli si avvicinò toccandogli i capelli, lei capì subito le sue intenzioni avvicinandosi al suo orecchio disse

“potremmo fare un gioco più divertente”

“certo dimmi baby”

Mettendogli una mano sulla schiena e facendola scendere sempre più giù, ma Alison velocemente lo spinse contro il muro e gli puntò la revolver alla testa e poi gli sfilo la Magnum Research e gliela puntò dritta al cuore sorridendo disse

"si chiama spara al coglione di turno”

“non avresti le palle!”

ribattè l’uomo, un colpo partì dritto al ginocchio

“cazzo cazzo basta, mache fai?”

“oh…stava andando quasi tutto bene dovevi fare proprio il coglione?  Togli la maglietta veloce”

si levò la canottiera e gliela diede Alison la prese e gliela legò al ginocchio

“premi qui, non sono così cattiva, il portafoglio dove lo tieni?”

“tasca inferiore dei pantaloni”

Alison prese il portafoglio e lesse a voce alta

“Andress, Andress…è un nome spagnolo….sei spagnolo?”

“lamentarás niña” (te ne pentirai ragazzina)

Disse Andress

“Cuidado con lo que dices, Yo entiendo español, a e grazie per i 100 dollari” (attento a quello che dici, io lo capisco lo Spagnolo)

L'uomo rimase stupido dalla risposta

“Andress abbiamo quasi finito, mi serve solo il tuo telefono per essere sicura”

“non uso quegli aggeggi”

“sicuro?”

“si”

“bene spera che sia vero, ora le nostre strade si divid...”

la suoneria di un telefono la interrompette

“no, no noo Andress così non andiamo bene”

 gli prese il telefono per poi farli segno di no parlare e guardò chi lo stava chiamando

“Adelita, chi è la tua ragazza?”

 prese il telefono e gli ci diede una botta con la pistola per romperlo.

 “ma oggi sono brava”

Una volta messe le armi sullo zaino si girò ma Andress l’afferrò dal braccio e gli sferrò un pugno, colta alla sprovvista cadette contro l’asfalto umido e freddo Ares lo afferro al polpaccio mordendo forte Alison usò quella frazione di secondo per spingergli il dito nella ferita facendolo cadere a terra, una volta che era caduto, lei gli sferrò dei pugni, per essere sicura che non si sarebbe rialzato.

Alison si alzò dolorante e una volta allontanata prese il suo telefono fece una chiamata al 118 dicendo che aveva visto un uomo ferito per poi chiudere rompere e buttare via il telefono, tornò velocemente a casa.

Una volta a casa lavò il muso di Ares si fece una doccia calda per rilassarsi e togliersi il sangue di dosso che con l’acqua si diluiva e colorava il fondo della vasca rosso arancione, uscì di corsa dalla doccia e corse al water per vomitare

“cazzo”

 pensò che non era più in forma, si sciacquò la faccia si lavò i denti e poi andò dritta a mettersi il suo pigiama prese Ares e si addormentò abbracciata a lui.

Alle 8:24 si svegliò andò al bagno si sciacquò la faccia, poi vide i lividi sul volto, sorrise, ormai lei è distrutta dentro non fa più caso al dolore cercò di nasconderli per quanto possibili con un fondotinta, poi si vestì di fretta una maglietta bianca felpa nera e jeans, uscì di velocemente tutto gli faceva schifo vedeva tutto grigio. Una volta entrata lisa preoccupata corse da lei...

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"Nelle sere d’autunno, 
la pioggia inganna, 
sembra solo acqua 
ed invece è ricordo."

Alison DrakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora