Pareggiamo i conti

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Ivan capì al volo dov'era finita Alison, allora dopo aver detto a gli altri di aspettare li, lui andò a controllare l'ascensore che teneva il Grande Boss

"merda non c'è. An mi senti?"

"si io sentile te"

"hai per caso riattivato l'ascensore?"

"sì me l'ha detto Alison"

"sai dov'è ora?"

"sta andando nello studio del Glande Boss, col lui"

"ok"

Ivan prese l'ascensore arrabbiato e impaurito del fatto che Alison fosse andata lì da sola, fissava il suo orologio e le porte e quando quest'ultime si aprirono lui sfrecciò via passando sul corridoio che dove al posto del muro c'era solo del vetro, davanti a lei Alison che puntava un revolver alla testa di Gabriel.

Alison sentì un rumore dietro di lei e vide Ivan, lo fece entrare con lei nell'ufficio di Gabriel...

un ufficio estremamente freddo, sulla tonalità bianca e marrone, una sedia bianca a rotelle, si nascondeva dietro alla scrivania in legno scuro che era dello stesso colore della libreria che costeggiava il muro bianco; bianco come le mattonelle che ricoprivano il pavimento...ma...probabilmente...quel bianco in futuro sarà accompagnato da un rosso scuro...

"Signor Gabriel"

Esclamò Alison togliendosi la maschera, e caricando il revolver

"si ricorda di me?"

"io non so chi sia lei, e né che voglia da me"

"mmm...sono passati circa nove anni da quando hai ucciso mia madre"

"non capisco"

"sai le persone tristi si riconoscono. Sono quelle che per un attimo parlano, straparlano, dicono cazzate infinite; poi l'attimo dopo le vedi fissare il vuoto, in silenzio, lo sguardo perso, la mente chissà dove"

"ma cosa stai dicendo?"

"ha mai letto il conte di Montecristo?"

"no"

"male, sai il protagonista aspetta anni e anni prima di poter attuare la propria vendetta"

"non capisco"

"questo libro mi ha aiutata ad organizzare la mia vendetta"

"vendetta?"

"apri la cassaforte"

"no"

"non sei letteralmente nelle condizioni di rifiutarti"

"tanto mi ucciderai comunque"

"sai Emily è davvero una bella donna"

Disse Alison facendo ad Emily la moglie di Gabriel

"stagli lontana"

"non capisco come una donna così bella possa stare con uno come te"

"lasciala fuori"

"la cassaforte"

Gabriel si alzò aprendo la cassaforte in acciaio

"ti va di giocare alla roulette russa"

"cosa?"

"La roulette russa è un gioco d'azzardo, potenzialmente letale, che consiste nel posizionare un solo proiettile in una rivoltella, ruotare velocemente il tamburo, chiudere l'arma da fuoco senza guardare, puntarla verso la propria vittima e premere il grilletto, e BOOM"

"so cos'è"

"appunto allora possiamo giocare"

"cosa vuoi da me?"

"hai ucciso mia madre"

"non ho ucciso nessuno"

"non hai ucciso nessuno?"

"Eleonor..."

"chi è Eleonor?"

Disse Ivan che seguiva attentamente il discorso, Alison si girò per un secondo verso di lui dicendo

"mia madre"

"beh, si sua madre la mia amante, sai te da piccola eri molto carina, secondo me abbiamo lo stesso naso, hai ripreso tutto da me"

Disse Gabriel ridendo

"da te?"

"non lo sapevi? Piccola Eva?"

Alison o meglio Eva non capiva cosa stesse dicendo, lo guardò indietreggiando

"ora giochiamo"

Aly si puntò la pistola alla testa e BOOM...ma non c'era il proiettile, sorrise, e poi puntò il revolver a Gabriel

"ora tocca a te"

"no ti.."

"stai zittoo"

BOMM...non c'era il proiettile, lei serrò la mascella avvicinandosi nuovamente a lui

"amavi mia madre?"

"era una bellissima donna, l'ho amata, ma ho amato molto dipiù la mia carriera"

"te mi fai schifo"

"faccio schifo a molti bimba mia"

"non sono tua figlia"

"io e tua madre ti abbiamo concepito e poi volevamo scappare, ma lei ha messo in serio pericolo la mia carriera"

"e te l'hai uccisa"

"esatto, ora te vuoi uccidere tuo padre"

"non sei mio padre"

Alison prese il revolver glielo puntò alla testa e sparò, questa volta partì il colpo, il sangue scese rapidamente sporcando i vestiti e il bianco pavimento

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"non avere paura della morte...fa meno male della vita."

Alison DrakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora