Matt o lui

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Un raggio di sole che entrava dalla finestra sfiorava la pelle morbida e liscia di Alison, tirò su le lenzuola che erano appoggiate sul suo ventre, si rigirò e restò per qualche minuto a fissare Matt con il sottofondo di
musica rap che avevano distrattamente lasciato acceso, prese il telefono per vedere l’ora e rimase stupita nel vedere che aveva 6
chiamate perse di “Lui”.

Il suo sguardo passava da Matt al telefono innumerevoli volte.

Sospirò raccolse i vestiti da terra e se li mise, si diresse al giacchetto di Matt e prese le chiavi della moto, per poi avvicinarsi alla porta, e rimase sulla soglia per qualche minuto a guardare Matt e con gli occhi gonfi chiuse la porta e scese rapidamente le scale.

Si avvicinò alla Kawasaki e sfreccio
rapidamente via, sentendo le guance
bagnate dalle lacrime, andò sempre più veloce superando di gran lunga il limite di velocità, sentì nella sua tasca il telefonovibrare sapeva che era "Lui" che la chiamava ma lei aveva bisogno di riflettere, troppe
emozioni!

Arrivò a casa in poco tempo, prese il suo telefono e vide che c'erano tre chiamate perse più un messaggio lasciato in segretaria da Matt, più otto chiamate da "Lui", doveva
affrontare una scelta
"Lui" o Matt, Matt o "Lui".

Prese il telefono e chiamò "Lui", una
voce fredda e arrabbiata dall'altra parte rispose velocemente

"C'è ne hai messo di tempo per rispondere"

"Avevo da fare"

rispose Alison frettolosamente
Una grande pausa fredda e imbarazzante scorse tra i due finché "Lui" non la interruppe con il dire

"È ora! è tutto pronto, Matt non fa per te, sai che ti aspetta una punizione per questo e io non posso farci nulla"

dette queste parole riattaccò.

Alison rimase per un po’ a guardare il vuoto chiedendosi come faceva a sapere di Matt, per un breve istante aveva pensato anche di scappare via assieme a lui, prese il telefono e
mandò un sms freddo e distaccato a Matt

Alison: ti prego perdonami, e domani non  venire a lavoro te ne scongiuro

La risposta preoccupata e ansiosa non si fece tardare

Matt: ti prego dimmi che succede
io ci sarò sempre per te

Ma Alison a malincuore spense il telefono e diede da mangiare ad Ares, aprì il contatto di Elena scrivendo

Alison: ciao Maddy, sono un po’ incasinata ultimamente se non ti scrivo è per; questo, ti voglio bene

Sospirò e mise un pezzo di carta sula porta per vedere al ritorno se qualcuno fosse entrato nel suo appartamento, per poi mettersi il giacchetto di pelle ed uscire.

Camminava senza una destinazione assorta nei suoi pensieri, si fece rapidamente notte e lei tornò a casa.

Proprio ai piedi della porta adagiato per terra c'era il foglietto di carta che aveva messo sulla porta.

Aprì lentamente e rimase scioccata nel vedere Ares a terra in una pozza di sangue, era fuori di se e non riusciva più a ragionare, era ovvio che era stato “Lui”,
aveva bisogno di qualcuno, qualcuno con cui confidarsi, prese il telefono e chiamò Matt, ma lui non rispose, gli occhi di Alison cominciarono a
gonfiarsi e scoppiò in lacrime, dopo qualche minuto il suo telefono vibrò era Matt

"Vaffanculo, sei solo una bimba viziata, e io un povero illuso, pure la moto ti sei presa, mi fai letteralmente schifo fottiti"

accecata dalla rabbia salì velocemente sulla moto e si diresse a casa di Matt.

Bussò alla porta, che si aprì velocemente, una mano veloce la colpi sulla guancia

"Che cazzo fai Matt"

"Io mi ero fidato di te"

Lui avanzò mettendola con le spalle contro il muro, mentre gli urlava contro, lei riuscì solo a sfilare la pistola dai pantaloni e puntargliela
contro

“Matt non voglio spararti ma non posso spiegarti”

Lui rapidamente prese il telefono
Alison preoccupata e troppo innamorata di
“Lui” gli sparò senza apparentemente
un'ombra di tristezza, Matt cadde a terra e rapidamente il sangue uscuva dal suo corpo sporcando il pavimento.

Uscì rapidamente sentiva le sirene della polizia avvicinarsi, probabilmente la vicina
aveva chiamato la polizia sentendo quello sparo, salì sulla moto e aumentò la velocità senza avere una meta, voleva solo scappare
lontano, lontano da tutto e da tutti, da quel mondo troppo grande che la circondava e che pretendeva troppo da lei.

Lei un piccolo puntino tra tanti.

Lei solo una ragazza in fin
dei conti.

E dalle mille emozioni negative e
positive, anche se quest’ultime non le
notava, che la soprastavano e non la
facevano respirare.

Quell’emozioni che le facevano mancare il respiro.

Ecco lei voleva scappare da tutto questo, voleva sentirsi libera per un minuto, dimenticarsi di tutto e
di tutti.

Apparentemente aveva
un'espressione fredda priva di emozioni, ma dentro, si dentro, dentro di se stava esplodendo, paura, tristezza, felicità, rabbia, affetto e molte altre emozioni che non
basterebbero dieci vite per dirle tutte.

Continuò a correre con la moto, quasi senza più vedere la strada, o forse non la voleva vedere… così avrebbe potuto smettere di soffrire niente più emozioni…niente più
dubbi…niente di niente.

Andava sempre più veloce senza rallentare, non aveva più
paura…o probabilmente c’è l’aveva.

Aveva moltissima paura…ma le troppe emozioni non la facevano ragionare.

Davanti a lei una curva molto pericolosa, accecata dai mille
pensieri continuò a dare gas la moto
velocemente slittò sulla ghiaia facendo una brutta caduta sbattendo la testa poiché non aveva il casco.

In poco tempo si ritrovò a terra, rotolò per qualche metro finché non
batté forte la testa...la visuale si appannò e nulla in torno a lei, solo nero…il caro e vecchio nero…

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“Sulla pelle aveva tutti i colori che mancavano alla sua anima nera"

Alison DrakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora