ivan

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Ma ora parliamo un po’ della nostra squadra


Ivan è un ricercato, ventisette rapine, gioiellerie, aste, inutile dire perché è stata messo dentro, è come uno squalo in una piscina, puoi farci il bagno assieme ma non puoi stare tranquilla, l’unica persona che riesce a tranquillizzarlo è Alison.

Ivan è un tipo alto capelli neri corvini, corti e senza un senso, degli occhi verdi, con uno sguardo intrigante, ed un fisico letteralmente invidiabile.

Si fece notare da gli altri criminali con quest’evento:

due giorni prima dell’evento.

Quella mattina si svegliò, andò al bagno, si sciacquò la faccia, si specchiò e si chiese se lo volese fare veramente, aveva le mani doloranti, ma ormai non faceva più caso al dolore; si vestì di fretta giacca e cravatta. Uscì e andò alla fermata dell’autobus ma come sempre era in ritardo; finalmente dopo venti minuti arrivò.

Arrivò al lavoro con venticinque minuti di ritardo il capo lo stava aspettando arrabbiato sulla soglia

dell’edificio, entrò mandò giù la rabbia e l’odio che provava verso lui, quindi lo salutò

con il sorriso sulle labbra. Alla pausa pranzo guardò fuori, il celo era grigio e tutto gli faceva schifo. Finalmente giunse la sera, era particolarmente freddo come tutti i giorni uscì dal lavoro esausto, mentre era in macchina che attraversava la città per andare nella sua piccola palestra in garage, pensava al colpo che lui Yuri e Jian dovevano fare, era indeciso, tra accettare, e rifiutare, aveva solo tre ore per decidere. Arrivò a casa scese le scale che portavano al garage, il muro era grigio con una grande crepa.

Si mise seduto nel freddo polare si vestì con calma, suo nonno diceva sempre “la calma e la pazienza e l’arma migliore”, si cambiò le scarpe, e si avvolse le fasce sulle mani, si baciò i guantoni.

Mentre dava i pugni al sacco pensava di nuovo a suo nonno che l’aveva cresciuto e amato, lui gli diceva sempre “combatti per ciò che ami e non arrenderti mai”. Lui era il suo punto fermo, lo chiamava “fottuto toro scatenato”.

Colpì di nuovo il sacco come se fosse tutto ciò che aveva sempre odiato dopo un’ora e mezza andò sotto la doccia, l’acqua bollente che scendeva sul suo corpo, e lì, prese la decisione che cambiò la sua vita, urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, perdono a mio nonno lui l’aveva portato nella buona strada ed ora Ivan lo stava deludendo in un certo senso…

Prese il telefono, e digitò il numero di Yuri. Lui non lo salutò nemmeno gli fece una

domanda secca

“hai deciso?”

“Si”

riagganciò.

Quella note non dormì, pensò a quello che stava per fare, affidava la sua vita a due uomini Yuri e Jian.

Yuri era il classico russo tutto alcol, molto alto pelato e con una voce molto possente un ammasso di muscoli;

Jian è un’hacker cinese e mingherlino ma non da sottovalutare.

“Bi bip, bi bip”

il suono della sveglia lo svegliò, si vestì e prese la giacca di pelle che gli regalò suo nonno. Uscì di casa occhiali e jeans neri.

Salì in macchina e si concentrò sul rumore del motore della sua Bugatti Veyron Grand Sport Vitesse nera, accese la radio con il disco di Eminem volume al massimo la canzone è Lose Yourself.

Passo a prendere Yuri invece Jian sarebbe arrivato da solo. ripassarono il piano, non era un furto normale, dovevamo entrare in casa di Mccartey, un ricco e viscido uomo d’affari. quella casa era più sicura di un bunker.

Ci fermarono due isolati prima, Yuri prese il PC per tentare di disattivare l’allarme ma il problema da risolvere era così difficile che nessuno ci riuscì, tutti tranne Jian.

Jian prese il PC, e aprì il cancello della casa di Mccartey, Ivan e Yuri entrammo, nel frattempo Jian comunicò che avevano un lasso di tempo di cinque minuti prima che le telecamere si riattivassero, entrarono dentro casa, Jian, mandò a Yuri la posizione della cassaforte.

Yuri con abile maestria e facilità riuscì ad aprire la cassaforte. Nella cassaforte c’era una marea di diamanti, nel momento più bello Jian chiamò dicendo che Mccartey stava tornando, cominciò a fare il conto alla rovescia

“nove, otto, sette…..”

l’adrenalina al massimo, l’ansia saliva e la paura di non farcela era troppa, Yuri era impassibile non esternava le sue emozioni al contrario di Ivan, ad un certo punto si ricordò le parole di suo nonno e me le ripetetti nella mente

“la calma e la pazienza e l’arma migliore,

la calma e la pazienza e l’arma migliore,

la calma e la pazienza e l’arma migliore”

Yuri con abile maestria lo ammanettò Ivan alla ringhiera delle scale lasciandolo li. Fu arrestato per furto, appena uscito di galera andò ad uccidere Yuri e Jian. Inizio a fare box e diventò istruttore e li conobbe Alison, il suo punto debole

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"Ho visto amici trasformarsi in infami.
Tutti che lanciano i sassi e poi nascondono le mani"
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Spazio autrice

E bene si questo capitolo si riallaccia con la storia "scusa nonno"

Alison DrakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora