LA RAGAZZA...

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-bi bip bi bip bi bip-

“cazzo quanto odio il rumore della sveglia”

Avete presente quelle mattine che partono di merda? Ecco questa è una di quelle, Alison si era svegliata male, la sera scorsa Ares era stato male e un vicino di Aly l'aveva chiamata per avvertirla, e lei era stata costretta a tornsre a casa, quindi, la mattina seguente decise di portarlo a
Central park per una disintossicata, una volta arrivati si misero a correre finché non erano stanchi, Alison si sdraiò sul prato ed Ares fece lo stesso…c’era silenzio solo il rumore degli uccelli che fischiettavano ed il fruscio degli aberi…si stava per addormentare quando sentì singhiozzare una bambina, si tirò su per vedere e si avvicinò alla ragazzina che avrà avuto su per giù quattordici forse quindici anni

“ey stai bene?”

“non ti ho chiesto nulla vattene”

Ribattè la ragazzina tra un singhiozzo e l’altro

“si lo so che non mi hai chiesto nulla ma mi davano fastidio le tue stupide lamentele”

“non sono stupide, e poi tranquilla ho deciso di suicidarmi”

“mm...capito, ma devi farlo bene, hai scelto il metodo?”

“mi butterò da qual palazzo!”

Disse la ragazza indicandolo

“mm…ventiquattro piati, cadrai ti farai male, il tuo sangue ovunque, e fidati che puzza, e poi ti porteranno in ospedale, nah non è un
buon metodo”

“ma che vuoi da me?”

“sono Alison piacere”

“sei venuta per riportarmi a casa?”

“no no, sono venuta per farti stare zitta, io e il mio cane volevamo un po di pace ma te hai deciso di piangere”

“bel cane”

“si chiama Ares”

“andiamo a mangiare vieni”

“io…”

“non ti mangio”

“non hai un lavoro Alison?”

“domenica non lavoro”

“andiamo a mangiare su”

Alison la strana ragazza e Ares si avviarono verso un qualsiasi posto il quale si poteva mangiare del cibo, e quale posto non era
migliore del caro e vecchio Bobby?

Alison si girò rivolgendosi alla ragazza

“ey, hai un nome?”

“Elena”

“capito, Elena ti piacciono dei panini poco salutari??”

“basta che mangio!”

“perfetto”

“Alison posso farti una domanda?”

“di”

“sei fidanzata?”

“più o mento, te?”

“più o meno”

Arrivati da Bobby presero due panini e si misero seduti sulla scalinata di un immenso edificio, d’altronde a New York è tutto enorme…Elena addentava voracemente il povero panino, Ares era steso hai piedi di Alison che non smetteva di fissare il polso
della ragazza, fece un gran respiro per poi chiedere leggermente timorosa

“sai che non ti fa bene!”

“cosa?”

“ci sono passata anche io Ele ma
l’autolesionismo non ti aiuta”

“lo so…”

“so che non è facile, e so anche che non vuoi la mia compassione”

“te hai smesso?”

Alison si tirò su la manica sinistra spostando i bracciali, e lasciando visibili le innumerevoli
cicatrici

“ho smesso”

“come hai fatto a smettere?”

Chiese la ragazza mentre una lacrima scese dalla sua guancia…

“un ragazzo!”

“in che senso un ragazzo Alison?”

“mi stavo frequentando con questo ragazzo anche esso autolesionista, e proprio quando mi faceva impazzire e preoccupare perché non la smetteva di infliggersi dolore ho capito cosa provasse la gente che teneva a
me, ed anche se in modo difficile piano piano ci sono riuscita”

“io non c’è la farò…”

“hai un ragazzo?”

“si…”

“come si chiama Elena?”

“Manuel…”

“lo ami?”

“sì…lui è dolcissimo, mi ama ed è
paranoico…però…”

“però cosa?”

“è una relazione a distanza”

Disse Elena lasciando vedere tristezza sul suo volto

“a…”

“non puoi capire Alison”

“il mio ragazzo è in Italia ora quindi posso capire eccome Elena”

“perché mi stai aiutando?”

“perché in te rivedo me da piccola”

“passato di merda?”

Disse la piccola ragazza

“di merda, il tuo?”

“di merda”

“tesoro ma i tuoi genitori?”

“sto in un orfanotrofio, nessuno vuole una ragazza viziata”

“io ti vorrei”

“allora potresti fare la domanda no?”

“si…ma non ora…”

“sei come tutti gli altri”

“ho detto non ora, ti lascio il mio numero”

Ribatté Alison

“quindi ti posso chiamare?”

“si ovvio, ma ora devi tornare in
orfanotrofio”

“non voglio”

“stai zitta, facciamo un patto, non scappi più e smetti di tagliarti e io faccio la richiesta, ci stai?”

Per Alison non sarebbe stato poi così difficile adottare Elena con tutti gli agganci che aveva

“VERAMENTEE…????”

Chiese la ragazzina euforica

“si seriamente”

Dopo dieci minuti circa Alison riaccompagnò Elena in orfanotrofio, per poi tornare a casa con Ares e farsi una doccia...
Ma matt...?

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"La distanza può separare due corpi ma non due cuori destinati a essere legati"

Alison DrakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora