<<Rinald, ti ricordo che io con le mani ci lavoro>> Ermal aveva scandito le ultime parole mentre parlava con il fratello e andava avanti e indietro per la cucina. Aveva già fatto quattro giri del tavolo, quella storia lo stava logorando.
<<Beh, detto così sembra qualcos'altro>> aveva risposto Rinald trattenendo a stento una risata. A volte sembrava se li andasse a cercare i doppi sensi. <<Possibile che ultimamente non posso parlare seriamente con te?>> il maggiore aveva quasi sbuffato.
<<Non prendertela, era spontaneo>>
<<Seh, vabbè>> aveva detto, alzando gli occhi al cielo.
<<Dimmi qual è il problema>> La pazienza di Rinald era davvero qualcosa di incalcolabile. Ermal, negli ultimi giorni, era davvero insopportabile. Andava in crisi per qualsiasi cosa e tutto solo perché Fabrizio non gli aveva detto nulla e ora era il suo danno - o meglio quello che Ermal riteneva fosse colpa di Fabrizio - che andava ad influire sul suo lavoro.
<<Il problema è che per colpa sua mi sono ustionato una mano. Sai per quando devo consegnare il pezzo? Entro venerdì. Sai quanto manca?>> aveva preso a parlare a macchinetta, approfittando del fatto che Fabrizio non c'era.
Ora che ci pensava non gli aveva nemmeno chiesto come stava la bambina, anche se era troppo in crisi per farlo.
<<Cin->> Rinald aveva provato a rispondere prima di capire che era una domanda retorica e che il fratello aveva già ripreso a parlare.
<<Indovina un po'? io non riesco ad usare una mano. Dimmi tu come cazzo faccio>> il tono della voce non era del tutto tranquillo, anzi lo aveva alzato durante l’ultima frase.
<<Hai chiesto a Vige?>> aveva provato il minore.
<<Sì, è a Milano dai suoi>> era stato il primo che aveva contattato, ma nulla.
<<Magari puoi chiedere a Fabrizio, se ti scusi>> il riccio aveva spalancato gli occhi a quella affermazione del fratello.
<<Scusarmi io? È lui che mi ha cacciato in questo guaio>> era in quel momento che aveva alzato la voce ancora di più. Rinald voleva solo farlo ragionare. Insomma, Fabrizio non era la causa di tutti i mali e doveva rendersene conto e tornare lucido. Tornare a capire che era un padre in difficoltà e che l'ultima cosa di cui aveva bisogno era il suo coinquilino che gli dava contro dopo essere stato comprensivo.
Ci erano voluti altri venti minuti al telefono con Rinald e tutta la sua pazienza per farlo ritornare in sé.Ci aveva pensato tanto prima di mandare quel messaggio. Non gli aveva parlato e l'aveva cacciato in malo modo quando si era ustionato la mano. Ripresentarsi così forse non era il massimo, ma gli sembrava giusto. Almeno per il rapporto che stavano creando negli ultimi tempi. Non più di indifferenza nei confronti dell'altro.
(15:14) Come sta Anna? EM
Quando Fabrizio aveva visto il telefono illuminarsi, tra tutti quelli che potevano mandargli un messaggio, non credeva fosse proprio Ermal. Aveva aspettato che i bimbi crollassero per il pisolino pomeridiano prima di rispondergli.
(15:53) È stata dimessa ieri pomeriggio. La febbre si è abbassata. FM
(15:57) Grazie per averlo chiesto. FMNon sapeva se richiedere qualcosa per la mano, ma ormai era sabato e il giorno dopo sarebbe tornato. Forse era ancora incazzato, quindi meglio evitare. In più non aveva ricevuto altri messaggi.
*
<<Diglielo>> era intervenuta Giada.
Fabrizio si era distolto dai pensieri. Giada, come sempre, riusciva a capire ciò che pensava. <<Cosa? Sei ancora sicuro di tenerci in casa?>> Giada gli aveva fatto un cenno con la testa per fargli capire che sì, se lo disturbava non sapere se aveva cambiato idea, doveva farlo. <<A Giadì, ma che ne so, a me quello me pare bipolare ultimamente. Giovedì me sembrava la persona più comprensiva der monno, poi er pentolino ja rotto l'equilibrio der cervello>>. Giada aveva sorriso a quella affermazione, Fabrizio era sempre il solito. <<Magari con un altro pentolino si ristabilisce>> aveva tentato la donna.
<<Sì, in testa, forse>> Fabrizio aveva lasciato cadere il telefono sul tavolo per poi prendersi la testa tra le mani. Non mentiva se diceva che quel giovedì sera, quando Ermal aveva scoperto tutto, credeva che sarebbe andato tutto bene, soprattutto dopo la gentilezza di Ermal.
Giada gli aveva passato una mano sulla spalla quasi a consolarlo. <<Che devo fa'?>>
<<Appena metabolizza si sistema tutto, vedrai>>
<<Speriamo>>
<<Vedrai>> gliel'aveva detto con un tono rassicurante, tanto che Fabrizio si era ricordato perché in quegli otto anni era stata il suo tutto. <<Grazie, Giadì. Sei l'amica migliore>>
<<Peccato che ti ci so' voluti due figli per capirlo>> Giada non l'aveva detto con tono accusatorio, anzi, voleva scherzarci sopra. Segno che l'aveva superata una volta per tutte. Era stato Fabrizio, infatti, il primo ad allentare la presa. Aveva capito che la compagna, col passare del tempo, era per lui più una sorella che un amore. E soprattutto aveva capito che semplicemente vedeva in lei la ragazza che lo aveva salvato da tutto e che gli aveva rimesso in mano la sua vita.
<<Scusame, ancora, so' stato 'na frana>> aveva replicato abbassando lo sguardo.
<<Macché, gli errori si fanno insieme>>
<<Te sei 'n pezzo de pane, ecco che>> Giada aveva sorriso, per poi alzarsi ed andare in camera di Anna che li stava chiamando. Probabilmente si era svegliata perché aveva sentito le loro voci assieme, ne approfittava sempre in quei casi.
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Così sfuggente
Fanfiction[metamoro|AU|coinquilini][Completa] Quello che Fabrizio non poteva sapere, però, era che quel qualcuno gli avrebbe cambiato la vita.