<<Perché gli hai detto che ci avremmo pensato?>> da quando avevano lasciato il bar era l'unica cosa a cui pensava il moro. Ermal si era girato verso di lui e <<Cosa volevi che le dicessi?>> aveva ribattuto con fare ovvio. Fabrizio aveva smesso di mordicchiarsi le unghie solamente per dirgli <<Non lo so. Ma io nun ce devo pensa'. Me pareva de esse' stato chiaro>>.
Ermal lo sapeva, lo sapeva eccome.
<<Lo so>> aveva sussurrato.
Non voleva nemmeno costringerlo.
Sperava ci ripensasse? Sì.
Poteva obbligarlo? Assolutamente no. Avrebbe rispettato la sua decisione, qualunque fosse stata, ma avrebbe fatto di tutto per convincerlo a ripensarci. Anche perché le cose che gli aveva detto la sera precedente le pensava davvero. Era bravo, soprattutto se si considerava che era autodidatta e che non suonava per davvero da nove anni. Era un peccato lasciar perdere. In più, gli aveva anche dato qualche consiglio nella composizione. Cosa che non era scontata.Solo quando erano arrivati a casa Fabrizio si era accorto di aver tralasciato una cosa importante in quei giorni. Si era dimenticato di dire al coinquilino che quello sarebbe stato il primo weekend in cui avrebbe portato i bambini a casa.
Certo, il lunedì prima ne avevano parlato un po', visto che avevano discusso per messaggio anche, ma poi aveva tralasciato. Ermal gli aveva detto che non solo i bambini non erano un problema per lui, ma in più Anna aveva la stessa età della sua nipotina. In sostanza era abituato, tutto sommato.
Solo che Fabrizio aveva proprio rimosso il weekend. Troppo preso dagli eventi, non si ricordava nemmeno che giorno fosse.<<Ermal...>> aveva cercato di richiamare l'attenzione del più piccolo, anche perché non sapeva dove si fosse cacciato. Ermal si era sporto dalla finestra che dava sul balcone, con una sigaretta in mano. <<Esci? sto un attimo fumando>> aveva detto mentre fissava il moro. Fabrizio si era avvicinato alla finestra per poi uscire anche lui sul balcone <<Vuoi un tiro?>>
<<No, sto cercando de smette'. Grazie>> ed era vero, anche se ci stava provando a giorni alterni, perché era l'unico vizio che faceva fatica a togliere. Nonostante gli altri che aveva tolto, durante gli anni, erano peggiori, quello era proprio il più radicato.
<<Me so' dimenticato de dirti che vado a prendere i bambini domani mattina e stanno qui fino a domenica sera, e niente, sicuro che va bene? Cioè, domenica magari li porto allo zoo se er tempo è bello, capito? così nun te disturbamo troppo>> Si era messo le mani nelle tasche dei jeans e l'aveva detto tutto d'un fiato, come se avesse paura della risposta. Ermal doveva essersene pure accorto perché
<<Fabrì, tranquillo>> gli aveva detto prima di appoggiargli una mano sulla spalla e riprendere <<Non mi dà fastidio, te lo devo ridire? Sono bambini. Potete stare a casa pure tutti e due i giorni>>
Fabrizio non aveva potuto fare altro che sorridere perché finalmente era quasi certo che sarebbe andato tutto bene. <<Scusame, è che magari so vivaci e nun sei abituato e...>> Ermal nemmeno l'aveva fatto finire di parlare. Soprattutto perché, il moro, aveva tutta l'aria di uno che aveva intenzione di iniziare a parlare a macchinetta, se qualcuno non l'avesse fermato. <<Bizio, piantala>> aveva quindi detto facendo l'ultimo tiro di sigaretta, per poi spegnerla nel posacenere.
<<Come mi hai chiamato?>> aveva sorriso, stranamente.
<<Bizio>> l'aveva ripetuto. Era un nomignolo e Fabrizio aveva pensato che nessuno l'aveva mai chiamato in quel modo, ma gli faceva piacere se lo faceva Ermal.
Quello era un segno che le cose stavano andando meglio, oltre al fatto che non erano più due completi estranei, anzi. L'ultima settimana, in cui avevano fatto musica insieme, aveva avuto un qualcosa di curativo dopo gli ultimi battibecchi infondati.
<<Me piace>> aveva detto il moro mentre scompigliava i capelli di Ermal il quale si era irrigidito subito a quel contatto. Fabrizio aveva ritirato la mano subito, come se si fosse scottato. In realtà aveva semplicemente realizzato che Ermal non voleva essere toccato. <<S-scusame>> si era affrettato a dire e il minore aveva scrollato le spalle, come a far cenno di non preoccuparsi.
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Così sfuggente
Fanfic[metamoro|AU|coinquilini][Completa] Quello che Fabrizio non poteva sapere, però, era che quel qualcuno gli avrebbe cambiato la vita.