Quando Ermal aveva sentito che la vibrazione del cellulare continuava ad insistere a intermittenza, aveva capito che erano messaggi.
Aveva anche capito chi fosse il mittente, perché l'unico che insisteva così tanto era, senza ombra di dubbio, il fratello. In effetti era da un po' di tempo che non gli scriveva. Oddio, non gli aveva nemmeno detto le ultime novità. Non l'aveva rimosso, sia chiaro, solo che aveva avuto altro per la testa.
(20:18) Il non sentirti da giorni implica che avete copulato? RM
(20:21) Dimmi di sì ma non dirmi che lo state facendo ora e vi sto rompendo le palle. RM
(20:22) Anzi, no. Continuerò a rompertele per tutte le volte che le hai rotte a me in questi mesi. RM
(20:25) Incredibile, nemmeno ti sei degnato di dirmelo. RM
(20:32) La smetti di scopare come un coniglio e mi rispondi? RM
Ecco, il fatto era che quando aveva tirato su il telefono e aveva letto i messaggi - una volta che aveva finito di lavare i piatti - si era ricordato di avere un fratello scemo. Aveva sorriso tanto, forse troppo, di fronte a quei messaggi e non l'avrebbe mai ammesso. Amava come suo fratello riuscisse sempre a farlo sorridere, qualunque fosse il suo umore.
(20:41) Che problemi ti affliggono? Stavamo cenando. EM
Aveva risposto così perché non voleva dirglielo in quel modo. Anche se Rinald insisteva, quindi sapeva già che avrebbe ceduto, quasi sicuramente.
(20:43) Ah, ora si chiama cenare? Copulare è decisamente meglio, mi spiace. RM
(20:44) Sì, cenare e per tua informazione nessuno ha copulato. EM
Ed era vero, non ancora e nemmeno in quel momento. Sì, c'era stato qualcosa di spinto ma non erano mai andati oltre.
(20:47) Diventerò vecchio a stare appresso a voi. Racconterò ai miei nipoti di come lo zio Ermal non si è ancora deciso a saltare addosso al coinquilino. RM
(20:49) Veramente l'ho fatto e se ne sta pure per andare di casa. EM
(20:50) Sei un caso perso. Non dirmi che l'hai spaventato. RM
A quella affermazione Ermal aveva riso ancora di più, così l'aveva chiamato approfittando del fatto che Fabrizio fosse in doccia. Gli aveva spiegato ogni cosa. A partire dal fatto che Fabrizio avesse trovato un'altra sistemazione e che presto si sarebbe trasferito, fino ad arrivare al fatto che ora si ritenevano uno il ragazzo dell'altro. Inutile dire la felicità di Rinald. Per lui, infatti, dovevano essere a quel punto già da mesi. Peccato che quei due erano stati davvero complicati. Se avesse potuto sarebbe salito a Roma subito, solamente per prendere entrambi a testate. Perché sì, ancora non era finita nonostante tutto.
Nonostante stessero assieme erano pronti a dividersi e stare in due case diverse. Erano davvero un caso perso.
Rinald aveva sentito lo stesso Ermal molto tranquillo e non capiva come potesse esserlo, visto che gli aveva appena raccontato di quanto ci fosse stato male. Ma ormai li conosceva, sapeva che se potevano complicarsi la vita, sceglievano quella via.
Fabrizio era entrato in sala poco dopo ed Ermal aveva chiuso di colpo la telefonata. Il fatto era che in quei giorni non avevano ancora parlato del trasferimento di Fabrizio e il riccio non capiva come mai. O meglio, lo capiva: lui non aveva il coraggio di chiedere e Fabrizio non voleva ferirlo. Avevano lasciato perdere anche gli scatoloni in quei momenti. Erano stati semplicemente loro due, senza troppi problemi. Ormai Ermal usava la sua camera solo come appoggio, era fisso a dormire nel letto insieme a Fabrizio, non curandosi del fatto che prima o poi avrebbero dovuto smettere nel momento in cui se ne fosse andato. Dormiva tranquillamente e stranamente si svegliava di buon umore, quindi non voleva smettere di farlo, ma prima o poi avrebbero dovuto affrontare l'argomento.
STAI LEGGENDO
Così sfuggente
Fiksi Penggemar[metamoro|AU|coinquilini][Completa] Quello che Fabrizio non poteva sapere, però, era che quel qualcuno gli avrebbe cambiato la vita.