Capitolo Ventinove

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Ermal stava cercando di metabolizzare quello che gli era appena stato detto. Ci stava provando, davvero, ma era come incredulo e cercava ancora conferme su quanto era successo.

Non capiva.

Perché stava diventando tutto così veloce da che nemmeno volevano fare il primo passo? Sentirsi dire "il mio ragazzo" era stato qualcosa che l'aveva preso alla sprovvista.
Troppo.

Ora erano lì, in macchina, verso il campo da calcio e ancora non riusciva a dire nulla. Per quello, dopo un po', Fabrizio l'aveva richiamato <<Ohi, che c'hai?>> aveva chiesto.
Ermal aveva smesso di guardare in giro e si era girato verso il moro. <<Mh?>> l'aveva guardato un po' titubante. <<Te vedo perso, da quanno semo usciti nun parli. No che in casa fosse mejo>> ed Ermal non ci aveva pensato molto prima di rispondergli <<Davvero mi consideri il tuo ragazzo? Cioè, è okay, per me va bene, ma->> Fabrizio non l'aveva fatto nemmeno finire di parlare che gli aveva subito detto <<Te devo fa' 'n invito scritto? No perché se è, t'o faccio>> e Ermal era scoppiato a ridere, con leggerezza. Quella leggerezza che gli era mancata nelle ultime ore. <<Quanto sei scemo, Mobrici>> il moro aveva fermato la macchina per poi spegnerla e togliersi la cintura. <<Io… te sei mai visto?! Semo arrivati, comunque>> Fabrizio gli aveva scompigliato i capelli prima di aprire la portiera e scendere dalla macchina.

La fortuna era stata che la partita stava iniziando proprio in quel momento. Giada era già seduta su un seggiolino degli spalti, mentre Anna non era accanto a lei.
Avevano salito le gradinate per arrivare a sedersi accanto alla ragazza, la quale si era girata e aveva salutato. <<Anna dove sta?>> aveva chiesto subito il moro <<Lì, gioca con l'amichetta>> ed era in quel momento che l'aveva vista insieme ad un'altra bimba e ad una signora, all'inizio degli spalti. Ermal era rimasto dietro al moro, con le mani nelle tasche dei jeans. Giada l'aveva salutato poco dopo, non appena l'aveva visto <<Ciao, Ermal, anche tu qui?>> Fabrizio sapeva dove voleva andare a parare Giada, anche perché lui non le aveva detto nulla di quello che era successo. Per quello non aveva lasciato Ermal rispondere che <<Sì>> aveva detto prendendo per mano il riccio. Giada aveva sorriso guardando entrambi e capendo. Solo che il riccio si era sentito leggermente in imbarazzo, così aveva spostato la mano e <<Vado a salutare Anna>> aveva detto prima di alzarsi e incamminarsi. Non l'aveva fatto per togliersi dall'imbarazzo, okay un po' anche per quello, ma soprattutto perché sapeva che Fabrizio gliene avrebbe dovuto parlare in quel momento ed era giusto così, che lui non fosse lì.
Dopotutto non stava entrando solo nella vita di Fabrizio, stava entrando con tutti i piedi nella vita di quattro persone, di cui due erano bambini. Era giusto così, che ne parlassero loro. Magari Giada non era d'accordo sul fatto che lui entrasse a far parte della vita dei loro figli in questa veste. Sì perché Ermal non poteva sapere che Giada fosse sempre stata dalla loro parte, anzi, non sapeva nemmeno che ne fosse a conoscenza.

<<Allora hai deciso di farlo 'sto passo, eh?>> aveva esordito la donna, dando a Fabrizio una pacca sulla spalla.
<<Non l'ho fatto io>> Fabrizio aveva risposto quasi sottovoce e senza guardarla in faccia. Giada aveva strabuzzato gli occhi come se non se l'aspettase <<Ma che davvero? Sei una pippa, Mobrici>> aveva ribattuto.
<<Pippa a chi, Giadì?>> erano scoppiati entrambi a ridere mentre ogni tanto davano uno sguardo al campo da calcio.

<<Sei felice>> quella di Giada era stata una constatazione, non una domanda. Perché, la sua felicità, la vedeva nello sguardo del moro, nel modo in cui aveva stretto la mano al riccio e non aveva avuto bisogno di conferme.
<<Lo sono. Nun abbiamo parlato granché, ma me accontento. J'ho detto che è er ragazzo mio, dovrebbe esse' abbastanza ufficiale>> Giada quasi si voleva complimentare per la velocità con cui stava facendo le cose, ma poi si era ricordata da dov'erano partiti e ci aveva ripensato sul dirglielo.
<<Lui che t'ha detto?>> aveva così chiesto, curiosa. <<C'è stato 'n mezzo casino, ma penso sia okay anche pe' lui>> la donna si era quasi agitata sul mezzo casino. Non era pronta a sentire quella parola, pensava ci fosse già qualche intoppo.
<<I tuoi dubbi?>> aveva detto poi.
<<'O sa che se pija me, pija pure Anna e Luca. Dice che vole questo e je credo>> e sì, la preoccupazione più grande per Fabrizio era ritrovarsi di nuovo solo dopo che Ermal avesse capito che si era trovato in una famiglia già fatta e che le cose non potevano cambiare. Nonostante la sua preoccupazione, però, gli credeva. Con tutto se stesso.
<<Ci sa fare ed è innamorato, si vede lontano un miglio e lo si vede anche per te. Andrà benone>> Fabrizio si era morso il labbro dopo aver sentito quella frase, aveva preso un respiro profondo e aveva chiesto <<Ce stanno problemi pe' te?>> era pronto a tirarsi indietro nel caso ci fossero stati.
<<Che problemi ci dovrebbero essere? Vedo l'effetto che ha su di te e sui nostri figli. Direi che non potrebbe andarmi meglio. Forse se era un'altra donna me rodeva 'n po'. Ma questi sono e rimarranno pregiudizi infondati>> e Fabrizio aveva riso, di gusto, le aveva messo un braccio intorno al collo e le aveva lasciato un bacio sulla guancia <<Grazie, Giadì, dico davvero>> e Giada aveva sorriso insieme a lui.
<<Vado a saluta' 'a principessa mia>> la donna aveva annuito mentre guardava Anna ed Ermal giocare assieme ed essere raggiunti da Fabrizio poco dopo.

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