prologo.

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«Emma Jones» squittì Vanessa, la segretaria del capo e supervisore di noi stagisti, arrivando alla mia scrivania sui suoi tacchi rigorosamente firmati e vertiginosi, con aria di superiorità.

Alzai immediatamente il viso dedicandole uno sguardo curioso, sorridendole appena. «si?»

La donna poggiò il suo corpo sulla mia scrivania mentre teneva disordinatamente dei fogli in mano. «il capo mi ha mandato a chiamarti» mormorò scocciata. Con il dito toccò il foglio ed iniziò ad elencare altre persone. «e anche Julia Turner, Daniel Grossman e William Cross. Nel suo ufficio, ora» ordinò.

Alzai gli occhi al cielo, non capendo la sua arroganza nei confronti di tutti coloro che si trovavano sotto il suo comando. Ricordava o no che anche lei aveva un capo?

Guardai il mio vicino di scrivania, Daniel, che mi guardò facendo spallucce. Ci alzammo immediatamente, presi la mia agenda ed una penna per poi dirigermi verso l'ufficio del capo con gli altri ragazzi.

«sono nervosa» commentò Julia. Iniziò a fare dei respiri profondi, sembrava che stesse davvero andando in ansia.
La guardai un attimo e le sorrisi appena. «sta tranquilla»

Certo, non erano esattamente le parole perfette da dire a qualcuno che stava per incontrare Paula Truman, ma agitarsi non sarebbe servito a molto e, inoltre, riuscivo sempre a farmi contagiare dall'ansia altrui.

Daniel mi sorrise. «non farla facile» mi rimproverò. «come se anche tu non lo fossi»
Il ragazzo premette il pulsante dell'ascensore, eravamo tutti in trepidante attesa.

«un po', solo che sentire gli altri pronunciare quelle parole mi fa sentire male» risposi facendo spallucce.
«calma e sangue freddo» sussurrai al mio amico.

Le porte dell'ascensore si spalancarono davanti a noi, entrammo uno dietro l'altro. Sembravamo i fantastici quattro, se non fosse che tra noi c'erano rapporti tutt'altro che sinceri. Eravamo quattro stagisti ad un esame alla laurea: il tirocinio.
L'università aveva offerto a quattro studenti la possibilità di lavorare in un vero e proprio giornale, alla fine del percorso il migliore avrebbe ricevuto una borsa di studio per un futuro master e dei punti in più per il voto finale. Non male, vero?
Peccato che in sei mesi lavorammo tutti e quattro abbastanza duramente per titoli e articoli vari per ricevere in cambio solo delusioni. Nessuno di noi otteneva il merito bensì erano sempre i superiori ad averlo, nonostante non mossero mai un dito.

Arrivati al piano dell'ufficio della Truman, uscimmo dall'ascensore. Giornalisti affermati, segretarie e altri stagisti ci guardavano. Mi morsi il labbro imbarazzata, poi Julia bussò alla porta di Paula.

«avanti»

La ragazza spinse la porta verso l'interno, mostrando il grande spazio dove il capo lavorava. La vista era bellissima poiché si affacciava sulla città. La scrivania in mogano era sul lato destro della stanza, era su di essa che Paula era poggiata.

Ci posizionammo tutti dinanzi a lei, abbozzò un sorriso e poi unì le mani sul suo ventre.

«vi ho mandati a chiamare perché ho un lavoro per voi, interamente per voi» iniziò.

Quelle parole sembrarono una rivelazione, almeno per me. Sentivo che sarebbe stato un grande lavoro.

«è uscito da poco il nuovo film Spiderman Far From Home, credo sappiate meglio di me di cosa tratti» disse ovvia. «l'attore principale, Thomas Holland, è un giovane ragazzo inglese. È nel pieno della sua carriera, un'intervista potrebbe giovare alla notorietà del nostro giornale» continuò. Prese dei fogli poggiati sul tavolo dietro di sé.

«voglio che curiate tutto. È un lavoro decisivo per il vostro tirocinio» affermò. «l'intervista sarà fatta da Jones, ho letto qualche tuo articolo e sei-» fece una pausa, alzò lo sguardo dal foglio a me.

Le mie mani stavano sudando, sentivo l'ansia crescere in me.

«sei discretamente brava a scrivere, perciò» fece spallucce, io sospirai di sollievo. «Grossman e Cross deciderete il set: tema, location, tutto. Ovviamente dovrete mettervi d'accordo con Turner, che curerà gli outfit»

I miei colleghi annuirono, io mi limitai a stare ferma sul posto. Eri contenta della possibilità che mi era stata appena data, forse non si notava ma era davvero così.

«Inizierete tra quattro giorni, l'appuntamento con Holland è stato già preso. Voglio una bozza di tutto il vostro lavoro tra una settimana, se non mi piace farete tutto daccapo» il suo tono di voce era autoritario, a tratti pauroso.

Molti consideravano la Truman un diavolo, una strega. Sì, era a volte cattiva e severa, ma era eccezionale nel suo lavoro ed era davvero un modello da seguire.

«tutto chiaro?» chiese alzandosi dalla sua postazione e facendo il giro della scrivania.

Il tono adesso era annoiato, non vedeva l'ora di mandarci via.

«certo» sbottò Julia.

Nessuno osò dire altro, la donna fece cenno con la mano di uscire dal suo ufficio e in ordine, andammo tutti via.

Guardai Daniel sorridendogli.

«non hai detto una parola» commentò.

«sono felice, forse non sembra ma lo sono» ridacchiai.

Lui mi sorrise. «faremo un ottimo lavoro»

Io annuii. Lo speravo.

Tornati tutti alle proprie postazioni presi il mio computer portatili e feci delle ricerche. Thomas Stanley Holland: ventitreenne di Londra, conosciuto maggiormente per il suo ruolo di Spiderman, produzione Marvel.
È anche un ballerino e promotore di una campagna di sensibilizzazione alla donazione di midollo osseo.

Adorabile. Pensai.

Non vedo l'ora di conoscerti, Thomas.

𝙏𝙝𝙧𝙚𝙚 𝙎𝙩𝙚𝙥𝙨 𝘼𝙬𝙖𝙮 𝙁𝙧𝙤𝙢 𝙔𝙤𝙪 ➳ 𝙩𝙤𝙢 𝙝𝙤𝙡𝙡𝙖𝙣𝙙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora