II. you owe me "next time"

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[leggete la nota autrice a fine capitolo, please🥺]

Alla fine Tom Holland chiamò la redazione la sera stessa del primo incontro, confermando che il giorno seguente si sarebbe fermato per tutto il pomeriggio

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Alla fine Tom Holland chiamò la redazione la sera stessa del primo incontro, confermando che il giorno seguente si sarebbe fermato per tutto il pomeriggio. Avevo già iniziato a scrivere una bozza, qualcosa di superficiale poiché non avevo molto materiale e, inoltre, la mia testa aveva solo un pensiero: la richiesta della Truman.

Sarebbe stato così meschino da parte mia riuscire a conquistare l'amicizia del ragazzo solo per avere qualcosa di scottante sul suo conto. Eppure accettai, non avevo ancora fatto nulla ma già mi sentivo una pessima persona. D'altro canto pensai anche che non era facile stringere amicizia con una persona, sopratutto se famosa. Cosa avrei dovuto fare? Andare da lui e dirgli "hey, sei carino! Ti va se usciamo insieme, diventiamo amici e poi mi racconti un tuo segreto che finirà su tutte le prime pagine dei giornali di gossip? Oh e non pensare che io sia una brutta persona, è solo per lavoro!"

Ci pensai tutta la notte, dormii poco e male. Odiavo questo lato di me troppo pensieroso, non mi lasciava neanche riposare.
Così il giorno dopo dovetti mettere più correttore possibile sulle mie occhiaie profonde e quasi blu.

Che momento ideale per avere un terribile aspetto, vero Emma?

Puntai sui vestiti: indossai un semplice jeans ed una camicia azzurra, almeno risaltavano un po' quei colori anziché il bianco del mio viso.
Salutai in fretta i miei genitori, non mi fermai a colazione con loro ma afferrai comunque un muffin al cioccolato da mangiare strada facendo.

Fortunatamente la redazione non era molto lontana da casa mia, arrivai in poco tempo e ogni giorno rimanevo sbalordita dalla frenetica attività che c'era in quel palazzo. Alle otto e trenta del mattino correvano già tutti da una stanza ad un'altra, urlavano al telefono o parlavano da una stanza all'altra. Era già una giornata iniziata male, ma tutta questa vitalità mi diede fastidio.

Arrivata al mio piano notai i miei quattro colleghi di articolo vicino la mia scrivania. Li raggiunsi abbozzando un sorriso. «tutto bene?» chiesi.

«Ciao! Sì, volevamo chiederti com'è andata ieri con Tom sono-uno-schianto Holland» squittì Julia.

Sorrisi appena. Sapevo che avrebbe voluto essere al mio posto, tremendamente.
Amava essere al centro dell'attenzione, farsi notare sopratutto da persone come Thomas che, a detta sua, potevano aiutarla a portare avanti la sua carriera. Lei sì che sarebbe riuscita senza problemi a portare avanti la missione "freghiamo Holland per successo e soldi" della Truman.

«è andata bene, ma ancora dobbiamo finire. Ho fatto poche domande a causa del poco tempo a disposizione» risposi, superando la bionda per poggiare la mia borsa sulla scrivania.

«capisco» borbottò. «ad ogni modo, abbiamo pensato di estendere l'intervista anche alla protagonista femminile del film, Zendaya. Per te va bene? È bello avere anche un punto di vista diverso» disse, poggiò le sue mani sulla mia scrivania mentre io mi sedetti davanti a lei.

𝙏𝙝𝙧𝙚𝙚 𝙎𝙩𝙚𝙥𝙨 𝘼𝙬𝙖𝙮 𝙁𝙧𝙤𝙢 𝙔𝙤𝙪 ➳ 𝙩𝙤𝙢 𝙝𝙤𝙡𝙡𝙖𝙣𝙙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora