V. luna park

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Quanta fortuna bisognava avere per rimanere bloccati a lavoro il giorno di un importante appuntamento con un ragazzo?Beh, in realtà non era un vero e proprio appuntamento

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Quanta fortuna bisognava avere per rimanere bloccati a lavoro il giorno di un importante appuntamento con un ragazzo?
Beh, in realtà non era un vero e proprio appuntamento.. O forse sì, non ero sicura di sapere cosa fosse realmente.

Finii finalmente di sistemare ogni cartella nell'archivio come richiesto da Vanessa. Dio, quanto la odiavo.

«si crede la regina della redazione, si dimentica troppo spesso che non è il capo» sussurrai lamentandomi con Daniel.

«resisti ancora qualche mese, stiamo per finire» mi consolò sorridendo.

«devo andare, ho un appuntamento con Tom Holland» annunciai, ancora a bassa voce, prendendo la mia borsa.

«cosa?» urlò il mio amico. Mi voltai sgranando gli occhi. «non urlare!» lo rimproverai, notando gli occhi di quasi tutti i presenti su di noi.

«hai un appuntamento con lui e non me l'hai detto?» chiese incredulo. «com'è successo?»

«credevo di avertelo detto.. pensavo te ne fossi dimenticato» feci spallucce. «comunque, quella sera che abbiamo finito l'intervista mi ha chiesto il numero, ieri mi ha contattato chiedendomi di andare con lui e i suoi amici al nuovo luna park a Beverly Hills. A proposito, vuoi venire anche tu?» raccontai velocemente mentre indossai la giacca di jeans.

«no, grazie, lo sai che non amo le montagne russe e tutte quelle cose» mi rispose. «però sai, non sembri contenta» commentò.

«lo sono, è che sono in ritardo. Non credevo di dover fare straordinario oggi, dannata Vanessa» imprecai ancora.

«credi che sia un appuntamento vero e proprio?» continuò a chiedermi.

«non lo so, forse sì o forse no» dissi vaga. «ti racconterò tutto lunedì» quasi urlai uscendo dall'archivio della redazione.
In fretta e furia entrai in ascensore, solo dopo notai che ci fosse anche la Truman.

«salve» dissi accennando un sorriso.

«vai via, Jones?» domandò alzando un sopracciglio sospetta.

«ehm, sì. Ma se ha bisogno posso restare ancora» mi pentii di averlo detto, ma cos'altro potevo fare?

«no, hai finito il tuo turno» rispose guardando l'orologio. «ho letto la bozza dell'articolo su Holland, carina ma puoi fare di meglio» sbottò facendo spallucce. Notai solo in quel momento come non mi guardò neanche un secondo, i suoi occhi erano incollati allo schermo del tablet che usava spesso a lavoro.

«sì, lo so, la scriverò al più presto»

«sarà meglio per te. Come sta andando quel favore che ti ho chiesto?» chiese ancora, il tono autoritario si trasformò diventando più gentile come per sottolineare qualcosa di ovvio, ma comunque esigente.

Mi schiarii la voce. E adesso cosa le dico?
Pensa, pensa, pensa Emma. In fretta.

«sto andando ad un appuntamento con lui, proprio ora. Anzi, sono un po' in ritardo» affermai imbarazzata.

𝙏𝙝𝙧𝙚𝙚 𝙎𝙩𝙚𝙥𝙨 𝘼𝙬𝙖𝙮 𝙁𝙧𝙤𝙢 𝙔𝙤𝙪 ➳ 𝙩𝙤𝙢 𝙝𝙤𝙡𝙡𝙖𝙣𝙙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora