2.

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"Cosa vuoi fare oggi?" Chiede lui,
"È il nostro primo giorno di luna di miele, facciamo un bel bagno e rilassiamoci"
"Sono pienamente d'accordo".
Sorride e mi prende la mano.
Mi fermo due secondi a guardare la fede che porto all'anulare sinistro.
"Sono contenta di essere tua moglie"
"Anche io sono contento di essere tuo marito. Faccio una chiamata e ti aspetto di sopra"
Risponde baciando il mio sorriso e io annuisco.

Sistemo tutti i miei vestiti nell'armadio e inizio a curiosare trai costumi, per sceglierne uno.

Dopo qualche minuto decido di indossarne uno rosso semplice a brasiliana.
Voglio prendere un po' di sole come si deve e tornare talmente scura da essere scambiata per un cioccolatino.

Esco dalla camera in accappatoio, con le infradito ai piedi, e salgo le scale fino alla terrazza, dove Dimitri mi aspetta seduto in vasca.

Poggio l'accappatoio bianco su uno dei lettini, tolgo le ciabatte e mi avvicino a lui.
Mi scruta da capo a piedi, i suoi occhi vagano sul mio corpo, mi sento a disagio.
Quando sono al bordo della vasca lui mi porge una mano, in modo da aiutarmi ad entrare.

"Ce l'hai fatta" -sorride- "Pensavo non venissi più"
"E invece eccomi qui, devi avere pazienza" Rispondo lasciando che si sieda sul gradino apposito, all'interno della piccola piscina.

L'acqua è calda e i raggi del sole si posano sulla nostra pelle. Mi era mancata tanto l'estate, le sue giornate che sembrano infinite e una migliore della precedente.

"Ti siedi con me?" Chiede lui;
"In realtà sto bene in piedi" Sorrido per poi schizzarci leggermente con l'acqua.

"Oh no, questo non lo dovevi proprio fare" ride lui schizzandomi a sua volta, per poi abbracciarmi da dietro e lasciarmi dei dolci baci bagnati sul collo.

Le azioni di ieri notte si ripetono, stavolta in modo più naturale e senza preoccupazioni.
Non sento più la tensione, solo la voglia di concedermi a lui, e trasmettergli i miei sentimenti nel modo più vero che ci sia. Lo trovo un momento davvero speciale.

--'

"Piccola va bene la bistecca per pranzo?" Urla Dimitri dal piano di sotto,
"Certo amore tutto quello che vuoi" Rispondo scendendo le scale con addosso un completo intimo coperto dal solito accappatoio bianc, e i capelli avvolti in un turbante.

Mi fermo in cucina, dove vedo mio marito che cerca di destreggiarsi in malo modo ai fornelli.
Ha sul viso un'espressione concentrata su ciò che sta facendo; indossa dei pantaloncini della tuta blu e una canottiera bianca di cotone è paggiata sulla sedia poco lontana da lui.
Dietro la spalla sinistra ha un tatuaggio che rappresenta un elmo da gladiatore, bianco e nero.
Non l'avevo mai notato fino ad ora.

Avvicino a lui e lo abbraccio, sentendo subito dopo i suoi muscoli rilassarsi.
Lascio un bacio sul tatuaggio e lui sorride.

"Ti piace?" chiede,
"Si, non ci avevo mai fatto caso. Quando te lo sei fatto?"
"A sedici anni, quando ho iniziato a lavorare seriamente con mio padre"
"Anche lui ce l'ha uguale?"
"Non identico ma si. Anche i ragazzi e tutti gli altri uomini che lavorano con noi"
"Mio fratello si è tatuato un pezzo di filo spinato intorno al braccio destro, mio papà anche ma al polso. Non ho mai capito a cosa serva però, abbiamo un anello tutti uguale nella nostra famiglia"
"Distingue chi fa parte della famiglia dagli estranei"
mi spiega lui paziente è io annuisco.
Do un'occhiata alla carne e sorrido nel vederlo così impacciato.
"Se vuoi ci penso io" ridacchio;
"Forse è meglio. Io prendo appunti" ride facendosi da parte.

Mi posiziono davanti alla griglia e salo la carne, poi aggiungo qualche spezia per insaporirla. Gli occhi di mio marito sono concentrati sui miei movimenti e cercano di immagazzinare tutte le immagini.

"Cottura?" chiedo non sapendo quale preferisca;
"Al sangue" risponde convinto;
"Okay. Amore puoi togliermi questo turbante? Altrimenti rischio di soffocare" mi rivolgo a lui che esegue la mia richiesta.
Accendo la cappa che inizia a far salire l'aria calda.

"Se puzzerò di arrosto sarà tutta colpa tua"
"E va bene, ti accetterò anche puzzolente"
gli tiro un colpetto sulla spalla e lui sorride.

Giro le bistecche e preparo un'insalata veloce.
Fortunatamente questa mattina una signora gentilissima che fa le pulizie e si occupa della casa quando i padroni non ci sono, ci ha portato la spesa, altrimenti non avremmo saputo cosa mangiare.

"Ecco fatto. Puoi sederti" porto le bistecche in tavola e, subito dopo, anche l'insalata.

"Che buon profumino" Esclama lui al settimo cielo, felice come un bambino la sera delle polpette a cena;
io scoppio a ridere mentre verso del vino nel suo bicchiere, e dell'acqua nel mio.

"Allora com'è la carne?"
"Molto buona. Grazie di aver cucinato" mi prende la mano accennando un sorriso;
"Non devi ringraziarmi, sono pur sempre tua moglie"
"Ciò implica il fatto che ti tratti come una schiava?" Chiede retorico;
"Certo che no, te l'ho sempre detto, ma se qualche volta cucino, mi sembra più che normale dato che tu lavori tutto il giorno e io invece no per adesso. Non voglio fare la mantenuta"
"Forse hai ragione" ammette pensandoci su,
"Come sempre"
Sorrido e lui mi fa l'occhiolino.

Il pranzo continua e noi parliamo di varie cose anche per conoscerci meglio.

"Esme forse è arrivato il momento per parlare di questa situazione più seriamente" propone lui con un tono di voce profondo e autoritario;
"Cosa vuoi dire?" chiedo non sapendo dove voglia arrivare;
"Insomma tu devi continuare a studiare e io a lavorare. Dobbiamo stabilire cosa succederà in futuro, dove andare a vivere e quali obiettivi abbiamo in comune" spiega lui e io rimango in silenzio per qualche istante, elaborando le sue parole.

"Mi piacerebbe terminare gli studi in Turchia, e comprare casa nel mio paese. Tu parli la lingua perfettamente e, a meno che non ci siano necessità lavorative, sarebbe davvero un paese bellissimo.
Come lavoro non so esattamente cosa fare. Potrei iniziare in qualche negozio di vestiti ad esempio, dato che mi piace la moda, oppure dando lezioni di pianoforte. Se devo essere sincera fino a qualche settimana fa Dimitri non pensavo neanche troppo al mio futuro, ma sapevo di voler diventare una donna diversa da mia madre, da quelle che vedo legate agli uomini che si trovano accanto perché non hanno avuto l'occasione di essere indipendenti, o semplicemente perché il loro unico scopo nella vita era sposarsi. Beh io sono sposata, e i miei obiettivi non sono cambiati, anche se tu sei presente in ogni mio pensiero. Sarebbe bello arredare una casa insieme, coltivare un nostro rapporto che crescerà col tempo, insieme a noi, che siamo ancora tanto giovani; e, un domani, anche avere dei figli. Si mi piacerebbe anche diventare madre un giorno, senza fretta. Tra qualche anno magari, quando mi sentirò pronta"
"Sei una ragazza davvero speciale Esme. Dico sul serio. Non ho mai incontrato nessuna che a 16 anni, dopo aver affrontato un simile trauma, sia riuscita ad andare oltre e aprire le sue prospettive perché innamorata. Sono d'accordo con te e con i tuoi piani. Io, la mia e la tua famiglia ti aiuteremo a realizzare i tuoi sogni. Ho promesso a me stesso di provare a renderti felice in qualsiasi modo possibile e lo farò".

Smeraldi -Nuova vita-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora