19.

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"Mamma guarda!" urla Richard al settimo cielo mentre segue il maestro su una pista per principianti con gli sci a spazzaneve;
"Sei bravissimo amore!" sorrido nel vederlo tanto felice e riprendo la scena per mandarla ai nonni.

Oggi ci siamo alzati verso le nove e siamo venuti subito sulle piste.
Le persone qui sono tutte molto ospitali e mi diverto a vedere gli italiani parlare la propria lingua con tutti quei gesti che fanno con le mani e le espressioni buffe.
Suonano così delicate le loro parole, sono lisce e piacevoli da ascoltare.
Mi piace infatti anche guardare i film in lingua originale alla televisione e ascoltare gli attori e le attrici, che hanno sicuramente studiato dizione e materie simili per capire che intonazione, timbro e cadenza dare a ciò che dicono, tirar fuori dalle loro bocche suoni così candidi e che risultano quasi comprensibili anche a chi, come me, non conosce una parola di italiano.

Pochi minuti dopo vedo Dimitri che mi affianca, avendo concluso la quinta pista della mattinata.
Io ne ho fatte due e credo di farne solo un'altra oggi pomeriggio: ho un bambino di poche settimane e devo prestare attenzione, se dovessi cadere male o fare movimenti troppo bruschi la sua salute sarebbe compromessa. Adesso è una creaturina fragile che rischia di spezzarsi facilmente e la responsabilità è solo mia.

"Come si sta lassù?" chiedo alzandogli la maschera;
"Molto bene ma c'è più affollamento sulle piste. Vedo un ometto ma l'altro dov'è?"
"Elsa lo ha portato in albergo per cambiargli la maglietta bagnato di neve e sistemarlo prima di pranzo. Mentre tu eri su io ho portato i miei sci in albergo: nel sotterraneo c'è una stanza apposta con anche gli armadietti per gli scarponi. Rich ha fatto lezione fino ad ora, credo stia finendo"
"Ti va se lo aspettiamo qui insieme e poi andiamo a pranzo?" annuisco e lo guardo togliersi gli sci e slacciarsi gli scarponi blu.

La prima volta che andai a sciare avevo cinque anni ed ero felicissima, volevo imparare a scendere giù dalle montagne con la tutina rosa e nera che mi aveva regalato mio papà.
Andammo in Russia e ad insegnarmi fu il papà di Rose, che aveva preso da ragazzo il brevetto di istruttore. La mia amica mi aveva raccontato che aveva visto le sue foto a gare importanti e fu proprio sulla neve che conobbe poi la moglie. Rose sapeva persino sciare meglio di me e all'epoca davvero morivo di gelosia per lei: il suo aspetto ricordava quello della mia principessa preferita, Rapunzel, e anche nei modi di porsi era sempre stata molto educata con tutti; poi quando siamo cresciute vedevo il rapporto che aveva con i suoi genitori, con sua madre soprattutto, farsi sempre più intenso, mentre la mia soffriva i depressione. In tutti quegli anni però era sempre stata una certezza, una vera amica senza secondi fini, dava consigli sinceri e mi voleva bene per la persona che ero, che sono.
Così anche in quella occasione si rivelò una sorella: il giorno sciava con me e il mio insegnante pur essendo bravissima e non voleva darlo a vedere, anzi atterrava con le chiappe sulla neve proprio come me e aumentava la velocità soltanto se vedeva che ero io a farlo; la notte dormivamo nello stesso letto e ridevamo come due pazze, ci raccontavamo i segreti e mi faceva vedere quali fossero le posizioni più corrette per mantenere gli sci. Per tutta la vita ho pensato che avrebbe dovuto fare l'insegnante e stare a contatto con bambini e ragazzi ma le cose, alla fine dei giochi, si sono invertite.
Mai una volta mi ha ferita, litigavamo certo, ma mai è stata detta una frase fuori posto che avrebbe potuto offendere l'altra. Conoscevamo i nostri punti deboli e nessuna delle due li ha mai usati come arma, ci siamo sempre rispettate anche dopo le peggiori litigate. Non ci siamo parlate per quasi un mese una volta ma i nostri segreti sono sempre rimasti dove erano stati confidati: le nostre camere, uno sgabuzzino, un parco, un nascondiglio durante una partita a nascondino, una camera d'albergo.

Quando Richard viene accompagnato dal suo maestro verso di noi, il quale si preoccupa anche di levargli gli sci e allargargli gli scarponi, Dimitri lo prende in braccio fiero del suo bambino e io ringrazio l'uomo che ha saputo far avvicinare mio figlio ad uno sport così bello senza farlo annoiare, anche solo per un'ora.

Smeraldi -Nuova vita-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora