21.

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"Sai dirmi perché litigano sempre?"
"Non ne ho idea ma adesso mi sentono".

Perfetto. È sabato mattina, io e mio marito ci siamo alzati con tre bambini che urlano e una di due anni che piange.
Ecco quindi che lui si alza per risolvere le cose a modo suo ed io prontamente lo seguo, per non far agitare troppo le acque.

"Bambini che succede?" Chiede lui già alterato;
"Rich non mi fa giocare" punta il dito Byiorg contro il fratello;
"Lui non sa guidare e rompe la macchina. E poi è mio il gioco" ribatte lui imbronciato mentre mio marito sospira.
"Primo: i giochi si condividono, soprattutto se sono andati ad entrambi; secondo: Richard se vedi che è in difficoltà insegnagli tu e terzo: Leon dov'è finito?" Chiede guardandosi intorno;
"Incollo alla mamma insieme a Diamante" esclamo io dalla porta della camera;
"Ma che belli i miei bimbi. Forza ciurma andiamo tutti a fare colazione".

Così il clima si distende e noi ci sediamo tutti insieme attorno alla tavola.
Io imbocco Diamante e Dimitri pensa a Leon mentre i due ometti mangiano da soli.

Dopo tre maschietti è nata la principessa di casa.
Dimitri ha scelto il suo nome e io il secondo: Irina.
Ha i capelli mori e gli occhi celesti, mi assomiglia molto per adesso ed è dolcissima, sempre alla ricerca di coccole.
Tutti l'hanno accolta al massimo della felicità, in particolar modo suo padre, che quando ha scoperto il sesso è esploso di gioia.

"È una femmina, ti rendi conto? La mia piccola principessa... Esme è il regalo più bello del mondo".

Non faceva altro che pensare alla cameretta, al nome e a come sarebbe stata sia caratterialmente che fisicamente.
Si immaginava di vederla crescere e diventare bambina, ragazza e poi donna.

Io mi arrabbiai perché non volevo che avesse preferenze nei confronti dei bambini, anche se dopo capii che in realtà la sua emozione era dovuta al fatto che il rapporto tra un papà e la sua bambina è speciale: lei sarà sempre la sua principessa e lui il suo primo principe azzurro.
Quando è nata Dimitri la toccava come una reliquia, la guardava innamorato e la coccolava dalla mattina alla sera.

Leon invece ha i caratteri del padre e sprizza vivacità, più di Richard, il quale è costantemente nei guai e litiga con Dimitri giorno e notte. Menomale è ancora un bambino, figuriamoci quando sarà adolescente.

"Oggi andiamo a pranzo dai nonni e nel pomeriggio al mare"
"Papà ci fai fare i tuffi?" Chiede Rich all'uomo che ha appena parlato;
"Certo campione"
"Io voglio il costume di Spider-Man" urla Byiorg emozionato;
"Va bene, dopo ti aiuto a metterlo" rispondo io lasciandogli una carezza.

Dopo esserci preparati montiamo in auto e in poco tempo siamo a casa dei miei genitori, dove ci aspettano anche gli altri componenti della famiglia.

Appena entriamo in casa Richard corre da Eric, il figlio di mio fratello e Rose, Byiorg salta in braccio a zio Walter e invece le due piccoline, Diamante e Samantha, sono nel box a giocare.

"Ciao amore dello zio, come sei bello" sorride Walter tenendo il mio bambino tra le braccia;
"La mamma" risponde Byiorg indicandomi;
"La mamma ha buon gusto" commenta sorridendo anche a me l'uomo dalla barba e i capelli scuri, ma dagli occhi azzurri.
"Dove hai preso quel completino Esme?" Chiede Katy riferendosi a Diamante;
"In centro, accanto alla pasticceria dove andiamo sempre. Una volta ti accompagno".

Dopo aver scambiato due parole con tutti mi dirigo da mia madre, che adesso sta giocando sul tappeto con Leon, e le lascio prima un bacio poi un abbraccio.
Lo stesso faccio con mio padre, non appena rientra a casa e nota che siamo già tutti qui.

"Famiglia buon giorno -esclama sorridente- il nonno ha portato dei regali per tutti i suoi nipotini"
"Papà!" Sbuffo io ma l'uomo ignora;
"Richard, Byiorg ed Eric venite qui. Il nonno vi ha comprato le pistole ad acqua. Mentre per i più piccoli ho preso i giochi per fare il bagno e anche i braccioli".

I bimbi osservano i giochi meravigliati ed io invece fulmino mio padre.

"Sai vero che casa mia diventerà un parco acquatico vero?" Chiedo retorica;
"Nono o le pistole ad acqua si lasciano a casa dei nonni mente queste le portate a casa" risponde lui tranquillamente estraendo altre tre pistole di plastica che però ritraggono alla perfezione quelle vere.

"Richard metti subito giù quell'affare"
"Ma mamma"
"Ho detto che devi levartelo immediatamente dalle mani"
"Esme respira" mi ordina mio marito tenendomi un braccio per evitare stragi.
I bimbi invece sono già presi dal gioco e si sparano tra loro.
Non ce la faccio a guardarli.
Se fossimo una famiglia normale allora non esiterei a lasciarli giocare (d'altronde quale bambino non ha mai giocato alla guerra?) ma qui è diverso: qui si scrive un destino che io non desidero per mio figlio.

Quando siamo tutti a tavola e i bambini sono seduti al loro tavolo o, nel caso dei più piccoli, hanno già pranzato, non riesco più a trattenermi.

"Papà io ero stata chiara per quanto riguarda i regali: va bene qualsiasi cosa purché non sia un'arma. Quindi cosa ti ha spinto ad ignorare così le mie parole?"
"Ascolta Esme tutti i bambini giocano con le pistole, i soldatini, le macchinine e cose simili da piccoli perciò non vedo dove sia il problema"
"Come sarebbe a dire che non vedi il problema? La nostra famiglia è diversa cazzo. Se tu abitui mio figlio a giocare con le armi adesso, e quindi alla violenza, quando poi si renderà conto di quale sia il lavoro di suo padre allora non esiterà a percorrere gli stessi passi. Lo hai fatto con Alex, hai coinvolto persino me nei tuoi affari ma non ti permetto di avviare i miei figli su una strada sbagliata".
Dopo aver riflettuto sulle mie parole morendo conto di essere stata ingiusta nei suoi confronti, poiché gli ho rinfacciato cose che non era il caso di mettere in discussione; ma la rabbia mi ha spinta fino a perdere il controllo delle parole.

"Non volevo esagerare, scusami" farfuglio io;
"Ho capito cosa intendi Esme ma un gioco non determinerà il suo futuro: sei esagerata"
"Papà ti conosco e so che mentre loro giocano tu saresti capace di insegnarli come sparare e anche a calcolare la direzione del proiettile secondo distanze e fenomeni esterni"
"Allora lascia che giochino solo con le macchine e che vedano tutti gli altri bambini con le pistole: ne saranno davvero felici"
"Non cadranno in depressione per un gioco in meno tranquillo"
"Papà il suo ragionamento non è sbagliato" sentenzia Alex dandomi ragione credo per la prima volta in venticinque anni;
"Fate come volete, buttatele pure nella spazzatura. Anzi no le darò a qualcun altro".
Seguono interminabili minuti di silenzio, dove io rifletto a fondo sulle mie parole e cerco di trovare un punto d'incontro ma ottengo solo sospiri profondi.

"Mamma mamma" urla Byiorg correndo da me in lacrime e tenendosi la testa con la manina.
"Cos'è successo amore?" Chiedo io sistemandolo sulle mie gambe;
"Rich e Eric...male" singhiozza stringendosi a me.

Tutti ci dirigiamo in soggiorno di corsa e troviamo i due colpevoli davanti alla tv che giocano ad un videogame.

"Richard alzati e vieni qui" ordina Dimitri e il bambino subito si immobilizza, per poi ubbidire ed essere portato fuori dal padre, meritandosi una ramanzina.
Una sorte simile capita ad Eric, solo che Alex gli molla un sonoro sculaccione non appena in piedi e il bambino scoppia a piangere.

"Ecco: questo è ciò che gli insegnate e con quelle pistole alimenti soltanto la loro violenza" affermo a denti stretti per poi sedermi sul divano con il mio bimbo tra le braccia, nelle quali poco dopo si fionda anche il numero uno dei monelli, chiedendomi scusa.

"Vediamo di venirci incontro. Esme i bambini giocano a fare la lotta e a spararsi anche se appartengono ad una realtà diversa dalla nostra. Tu puoi insegnare loro a non essere violenti e irrispettosi dandogli dei valori, delle regole, ma è giusto che giochino è anche che si facciano male, senza che tu faccia ricadere la colpa sulla famiglia. Io ho sbagliato, è vero, ma non educherei mai i miei nipotini alla violenza. Venti anni fa era diverso, le regole nelle case dei mafiosi erano diverse e scandite dalla tradizione. Ma ora voglio che, almeno loro, abbiamo diritto alla normalità e alla libertà. Per fare ciò bisogna che giochino come tutti gli altri, sebbene la cosa ti spaventi" mi spiega esausto mio padre;
"È normale che sbaglino tesoro, ma voi siete stati bravi fino ad ora. Loro cresceranno bene e diventeranno delle brave persone".

Osservo gli sguardi di tutti i bambini presenti nella stanza e provo a comprendere davvero le loro affermazioni.

"Con le pistole ci si gioca solo a casa dei nonni, comprese quelle ad acqua.
Il primo di voi cinque che parla ai miei figli di mira, velocità, direzione o distanza dal bersaglio si ritrova una pallottola vera in testa".

Smeraldi -Nuova vita-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora