"Caraido"

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Sai perché credi che non riuscirai mai a realizzare il tuo sogno?
Proprio perché non credendoci fai tutto con la consapevolezza di fallire quando invece avresti potuto vincere.

Il mondo è proprio un bel libro,
Poco serve per chi non lo sa leggere.

"Passami l'olio per favore!" Urlai a Pedro, il mio aiutante in garage.

Era un bravo ragazzo e stava imparando il mestiere, lo faceva per dare da vivere alla sua famiglia. Questi tempi erano proprio brutti, Cuba era ingiusta per quanto riguardava le leggi.

Davo sempre soldi a Pedro perché mi faceva pena, aveva cinque sorelle e una madre malata. Era l'unico uomo di casa.

Erano le otto di sera ormai ed era ora di andare a casa.

"Si capo!" Mi passò l'olio da cambiare al motore.

"Grazie Pedro, vai a casa è tardi ormai" Gli dissi sorridendo.

"No capo, non se ne parla" A volte mi faceva quasi tenerezza, aveva appena dodic'anni, ma nonostante la sua giovane età era molto maturo perciò che aveva vissuto.

"Vai, ascoltami una volta invece di essere sempre testardo" Gli misi una mano tra i capelli scompigliandogllieli come un cane e lui scoppiò a ridere.

Mi scaldò il cuore sentire la rista di un giovane sofferente, anchio lo ero, avevo appena vent'anni.

"Va bene capo, vado" Si girò ma lo fermai.

"Aspetta! Cos'hai dietro al orecchio?" Recitai di essere fintamente scioccato.

Stavo morendo dentro di me dal ridere nel vederlo spaventato.

"Oh! Hai un bigliettone verde nel orecchio, diavolo. Sei proprio una macchina che produce soldi!" Scoppiai a ridere difronte al suo sguardo da cucciolo.

Guardava quel pezzo di carta come se fosse oro, in effetti per chi non lo aveva lo era.

Erano cento dollari.

"Tieni, salutami tua madre" Gli diedi una pacca sulla guancia.

Mi girai per pulirmi le mani di olio.

Lui se la toccò perché gliela avevo sporcata ma poco Gli importò, aveva le lacrime agli occhi.

"Signor Ferrez" Mi chiamò per nome con la sua voce minuta.

"Sì?" Risposi ancora girato che mi stavo pulendo le mani.

"Dio la benedica, hai un cuore buono" Si girò correndo a casa con lacrime di gioia.

Io mi girai sorridendo.

"Dio benedica Ferrez!" Urlò sulla strada e tutti si voltarono verso quel ragazzino d'oro.

"Dio benedica te piccolo.." Dissi sottovoce.

Andai a mettermi la giacca e il cappello, spensi le luci e chiusi il portone del garage a chiave.

Fuori c'era Warren, un americano ed era un mio amico fidato.

"Come fai a lavorare con un bambino, a me vengono solo il nervoso a vederli i bambini" Era appoggiato alla ringhiera col suo mantello lungo a fumare il suo sigaro.

"Solo perché Becky vuole dei figli e tu non ti senti pronto dici così" Gli risposi.

"Lo stesso" Era acido, ma infondo era un vero amico.

"Beh, Pedro è il figlio che tutti vorremmo" Gli dissi con un sorriso pensando a lui.

"Andiamo a bere qualcosa, non ne posso più di questa fogna voglio tornare al mio paese. Almeno la le leggi sono migliori" Sospirò.

Non aveva offeso il mio paese, aveva ragione.

I comunisti erano tremendi qua, insopportabili.

"Andiamo, almeno ti svagi un po' brontolone" Risi ma lui mi fulminò col suo sguardo.

Quando passavamo noi per le strade ci chiamavano i Belli e Dannati. Guardavo tutte le donne con uno sguardo profondo facendole rimanere scosse, il potere che hanno gli uomini sulle donne a volte è assurdo.

Ma più assurdo è quando una donna ti fa perdere la testa.

L'amore per me era qualcosa di non esistente, forse ero io inesistente. Forse non ero fatto per l'amore, la mia vita anche.

Qualsiasi donna che fosse stata al mio fianco, l'avrei messa in pericolo.

E se mettevi in pericolo una donna Cubana mettevi in pericolo il tuo nome.

Stavamo andando in un locale di Cuba dove suonavano il jazz e c'era gente di alta società.

Appena entrati ci tolsero il cappello e il mantello facendoci entrare.

Il primo sguardo che notai era quello di Francis Caraido, era uno che conosceva Castro alla perfezione.

Fidel Castro era il presidente, e chi conosceva Castro era uno stronzo.

"Salve signori, accomodatevi" Il barista ci fece accomodare e ordinare.

"Un Whisky, tu Warren?" Lo guardai dalla carta.

"Lo stesso per me"

"Ti rendi conto? Caraido qui" Era a bocca aperta quanto me.

Un personaggio del genere se fosse stato nelle strade più misere di Santa Clara sarebbe già stato fucilato.

"È per questa sera le nostre ballerina danzeranno alla vostra salute signori!" Sul piccolo palcoscenico di lusso ballavano un flamenco.

Mentre sorseggiavo pensieroso la mia bevanda una ragazza attirò la mia attenzione.

Quei capelli, quelle curve, e quelle mosse.

Chi poteva essere?

Vedevo Caraido dare tanta mancia alla ragazza, credo gli desse cinquecento dollari in un colpo.

Appena riconobbi il volto mi venne un nodo allo stomaco.

Lolita Carmen Aragona.

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