La sera, il suo lungo abito il cuore mi sfiorava.
Volevo solo un bacio rubato e un pianto inaspettato.
Aspettami fuori sotto la luna,
Cerchami dove l'amore non urla.
Scrivo per lei una dedica,
Ma lei la evita.
Piango per te quando nevica,
Giuro che ti aspetterò,
E per te una rosa bianca terrò.I nostri pregi e difetti sono inscindibili, proprio come la forza e la materia. Quando si separano, l'uomo non è più.
Stavo passeggiando per Los Angeles con un sigaro in bocca. Pensavo come avrei potuto ottenere il permesso di Importazione Auto A.E.
A.E significava Al Estero, era una abbreviazioni.
Mi sedetti sulla sabbia e guardavo le ragazze giocare a Volleyball. Appena girarono la testa nella mia direzione si arrossirono subito, sembravano tutte un po' quella attrice famosa!
Una assomigliava ad Audrey Hepburn, era alta e magrissima. Aveva un taglio di capelli corto e la pelle molto chiara, ma dei occhi straordinari.
Lei mi fece segno di venire a giocare ridendo, risi e le mimai un 'no'.
Lei fece la faccia da cucciolo per dire che ci rimase male. Mi alzai allora e andai verso di loro che alla mia vista si girarono subito.
"Ciao!" Mi disse la copia della Hepburn.
Le altre bisbigliavano, altre ridevano oppure si giravano per l'imbarazzo.
"Sei americano? Ti va di giocare con noi?" Era vispa, e parlava in fretta.
"Si, cioè, sono cubano" Allora voltarono tutti la testa nella mia direzione. Mi tolsi il sigaro di bocca e rimasi solamente in canottiera lasciando intravedere i miei muscoli.
"Che fate? Giochiamo o no?" Dissi sarcasticamente.
Giocammo quindi tutto il pomeriggio tra risate allegre, e avevo un ottima vista sui corpi delle giocatrici.
"Ahi!" La Hepburn cadde sulla sabbia facendosi male. Le altre andarono in pausa lasciandola sola a terra senza nemmeno soccorrerla.
"Che razza di amiche hai?" Gli dissi con una smorfia andando verso di essa.
Lei rideva a crepapelle e non capivo perché.
"Ragazzina, mi trovi divertente?" Gli chiesi curioso.
"Non sono una ragazzina, ho sedici anni!" Si alzò offesa andando verso il mare.
"Sei comunque ferita ragazzina" Le feci notare il sangue che le colò dal ginocchio.
"Senti, se vuoi farti perdonare da una ragazza ferite dovresti portarla a cena, che ne dici?" Mi sorrise.
Sapevo che si riferiva a se stessa ma volevo farla cuocere un po'.
"E dove la trovo? Se saresti così gentile da darmene l'indirizzo volentieri!" Scoppiai a ridere difronte la sua faccia scioccata.
"Lei proprio non sa trattare con le donne" Offesa iniziò a camminare a passo svelto e io cercai di starle al passo.
"Ma vorrei tanto essere sicuro che questa signorina è lei" Dissi con voce dolce prendendola per il braccio.
Lei diventò rossissima e quasi balbettava, e le sue bellissime labbra tremavano.
"Allora ci si vede stasera alle otto in punto al Santa Monica Pier" Disse in tono malizioso correndo verso la sua bici e andarsene.
Era da mesi che non andavo ad un serio appuntamento, io passavo direttamente al terzo appuntamento.
A casa Warren mi vide pensieroso e scoppiò a ridere quando gli dissi che avevo un appuntamento con una sedicenne.
"Beh sta attento che non ti denunciano per pedofilia, hai vent'anni!" Si tenne la pancia dalle risate.
Io presi un bicchiere di whisky e glielo buttai addosso.
"Chissà tu da quanto tempo non vai più ad un appuntamento" Lì rimase zitto, era buffo vederlo tutto bagnato di alcol.
Andai a lavarmi e mettermi qualcosa di elegante, volevo solo passarmi bene la serata e distrarmi.
Trovavo i profumi da donna sempre più buoni di quelli da uomo.
Trovavo che il profumo era qualcosa di fondamentale, in ogni situazione bisogna lasciare le proprie tracce.
Un tempo quando avevo quattordici anni uscivo con una ventenne sposata, suo marito non si accorse mai di nulla perché i suoi vestiti profumavano di Chanel.
Siccome mi piaceva attirare l'attenzione presi la mia porsche 911 laccata di rosso.
La chiamavo La Rossa Dannata ed era una meraviglia, avevo una grande passione per le auto sportive.
Questa passione iniziò anche a crescere quando iniziai a guadagnare parecchio.
Avevo una collezione di automobili antiche e le amavo come voglio bene a mia madre, buffo vero?
La automobile più vecchia che possedevo era una del 1922.
Nella porsche avevo una radio nuova di zeccha e ascoltavo Volare ad alto volume.
Tutte le signorine sulla strada si giravano verso di me e sembravano svenire, mi piaceva dare sul occhio.
Devo ammettere che io solo avevo quel tocco di classe e eleganza che nessun delinquente aveva.
Uno senza eleganza e classe glielo riconosci subito dalla faccia che lo è, invece se guardavi me pensavi che ero un attore di Hollywood.
Mi persi a fissare quella ragazza della quale non sapevo nemmeno il nome. Tutti la guardavano, e cavolo se era bella.
Non era come le altre tutte truccate, era semplice.
Non indossava quei corsetti che tutte indossavano perché lei la vita la aveva stretta già di suo.Indossava un vestito blu notte con uno spacco che lasciava intravedere la sua gamba.
Mi fermai davanti a lei che era girata verso il mare.
Stavo deglutendo, ma lei si girò subito camminando verso la auto come una star.Tutte le ragazze stavano morendo d'invidia nel vederla salire nella mia auto, e i uomini me.
"Signorina, cosa fa precisamente nella mia auto?" Gli chiesi divertito.
Lei si girò con i suoi occhi da birbante verso di me, poggiò una mano sulla mia coscia avvicinandosi al mio orecchio.
"Oh voglio solo essere la sua accompagnatrice della serata" Risi e iniziamo a provocarci a vicenda con delle sfrecciatine, sembravamo due bambini.
La portai in un ristorante sulla spiaggia molto esclusivo.
Eravamo seduti e la voce di Peppino Di Capri ci faceva compagnia, davvero. Era proprio lì sul palco a cantare Roberta e il sole stava lentamente tramontando.
"Posso sapere ora il suo nome, Miss?" Gli presi la mano.
"Mi chiamo Smeralda.." Disse come un soffio al vento.
Aveva il mento poggiato sul pugno e con l'altra mi teneva la mano.
"Smeralda, è il nome più bello che abbia mai sentito" Gli dissi, ed era vero.
"È lei come si chiama?" Mi chiese sorseggiando l'acqua.
"Ferrez, Orlando Ferrez" Le risposi.
"Dammi del tu, se continui a darmi del lei mi sembra di essere una pensionata" Scoppiamo a ridere.
"Ti va di ballare con me, Smeralda?" La fissai intensamente nei occhi, giuro che quei occhi mi avevano stregato.
"Non lo so.." Si alzò ridendo e andò sulla pista deserta a ballare lentamente.
Gli andai dietro e misi le mie mani sulla sua vita da dietro, le spostai una ciocca e gli sussurrai nel orecchio.
"Sei la protagonista della serata tra le mie braccia."
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L'Affare Rosso
RomanceOrlando Ferrez è il cugino di Lolita Carmen Aragona. Sono cresciuti assieme nel quartiere più povero di Cuba ma una volta cresciuti inseguono il cosiddetto 'Sogno Americano'. Per caso dopo anni, Orlando si mette in proprio come meccanico. Penserete...