"Cani"

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Miami, New York, lights on. I wanna see you with the best smile on.

Perché ballare solo su una pista quando ne puoi avere cento in più? Io ballavo su cento piste.

Da Santa Clara mi ero trasferito ad Avana, e credetemi, la mia vita era diventata straordinaria.

Ho iniziato a frequentare la chiesa solo per vantarmi delle numerose camicie che mi facevo fare su misura in sartoria. Ero come un pavone, mi piaceva pavoneggiarmi con ciò che gli altri non avevano.

La bellezza per esempio. Ero un bellissimo ragazzo, o almeno era quello che mi dicevano le donne quando uscivano da casa mia.

Però non stavo molto simpatico ai uomini di Avana, solo quando gli riparavo la carrozzeria andava tutto bene. Non facevo la bella vita facendo solo il meccanico, ma anche il portavoce di certi personaggi pericolosi a Cuba.

Persino un amico di Fulgencio Batista voleva che gli riparassi la macchina, figo vero?

Vivevo in una villa di due piani, un giardino immenso con due dobermann, era una coppia.

La femmina si chiamava principessa, il maschio invece si chiamava principe.

Avevo anche una gattina di nome regina, la coccolavo sempre. Però avrei sempre voluto avere un leone a casa.

Venivo odiato per il semplice fatto che, sapevo segreti di certi politici che alcuni avrebbero voluto vedere morti.

Proprio perché mi piacevani tanto i leoni mi compravo tanti quadri costosi sui quali erano disegnati, avevo persino chiesto a un amico se poteva farmene fare uno da picasso.

Con la mia famiglia rimasi sempre in contatto, ma di nascosto. Dovevano fingere di odiarmi difronte i paesani sennò sarebbero stati uccisi.

Aresel non la vidi da due anni perché ci eravamo persi di vista, mi sarebbe piaciuto rivederla.

Mia sorella Rosalia veniva spesso a trovarmi, come per esempio stasera che sarebbe venuta.

Uscì in giardino a coccolare Principessa e Principe per fumarmi una sigaretta, tra due giorni sarebbe stato il 30 luglio ed era un giorno da festeggiare.

Stavo aspettando Rosalia, ed ecco che la vidi arrivare.

Era davvero bella, indossava un vestito nuovo e aveva i capelli ben fatti. Quando uscivamo insieme lanciavo occhiatacce a chi le rivolgeva solo la parola, ero protettivo.

"Ciao fratellone, ti vedo bene" Mi disse sorridente al cancello, appoggiò elegantemente il cestino che aveva in mano per abbracciarmi.

La abbracciai forte anchio con la sigaretta in mano.
"Vuoi rimanere per cena? Ti ho lasciato un piatto di ropa vieja" Mi piaceva cucinare, molto anche.

Se fossi stato più fortunato, forse in una vita diversa mi sarebbe piaciuto diventare cuoco.

"Non posso stasera, ho da fare" Disse sorpassandomi per entrare.

La guardai confuso non capendo.

"Che avresti da fare scusa? Hai idea di che ore sono e quanti anni hai?" Come al solito esageravo con il mio carattere protettivo ma, davvero non capivo.

Aveva appena quindic'anni cavolo, ed era una bellezza. Cuba a certi orari è meglio non visitarla con un visino d'angelo così.

"Sì so quanti anni ho e so che ore sono" Alzò gli occhi al cielo seduta sul divano come una diva.

"Non diventare arrogante con me capito?-" Venni interrotto dal suono di un clacson.

Fuori casa mia c'era una Buick Super rossa, e dentro c'era uno che provava a fare Casanova.

Capelli tirati al indietro come un gangster e un faccino da spaccare.

"Rosalia muoviti cazzo!" Urlò non vedendomi.

"Orlando aspetta-" Rosalia venne verso di me.

Stavo per uscire con i pugni stretti e la rabbia che mi bolliva dentro.

"Chi è quello?" Alzai la voce prendendola per le spalle.

"È-è il mio fidanzato.." Mi rispose impaurita.

Guardai un attimo di lato.

"Papà e la mamma lo sanno?" Chiesi con voce ferma priva di emozioni.

"Orlando-" Mi supplicò con voce tremante.

"Zitta! Papà e la mamma lo sanno o no?" Gli chiesi nuovamente.

"No" Disse in un sussurro con lo sguardo basso.

Da noi, sei solo un uomo d'onore se chiedi al uomo di famiglia il permesso di avere la figlia, la donna.

Hai bisogno come di una specie di benedizione, e chi non la chiede è solo un gran stronzo.

Lasciai la presa alle sue spalle, tirai un calcio alla porta di casa e andai dritto verso la sua auto.

Appena mi vide stava per accendere il motore per andarsene ma presi la mazza da baseball e la spacchai sul vetro della vettura.

Principe e Principessa si misero ad abbaiare ma con un cenno della mano la smisero.

Si sedettero in silenzio come delle statue, mi ascoltavano eccome.

"Esci da questa cazzo di macchina" Tutti i passanti guardavano curiosi ma tacevano perché sapevano chi ero e che avevo ragione.

Lui gattonava come un cane a terra col naso sanguinante e io lo seguì con la mazza.

Un uomo è un fallito quando si abbassa al livello di una bestia, sia nel comportamento che nel carattere.

"Non toccare mia sorella con un dito, non guardarla con quel intento, e non avvicinarti con quel intento. Io con quel intento ti faccio fare fuori" Gli dissi al orecchio, la mia espressione era neutrale.

"Ora vattene, bestia" Lui si alzò tremante tenedosi il naso per scappare in macchina e andarsene.

Stavo sul centro della strada ridendo come uno scemo nel vederlo andarsene come un caga sotto.

Fissai la targa per capire chi era, ma era solo un poveraccio morto di fame che aveva affittato quella macchina pensando di impressionare mia sorella.

Entrai in casa ancora ridendo e mia sorella uscì piangendo. Quella sera mi versai cinque bicchieri di whisky e mi addormentai come un bambino.

Perché i ragazzi che capitano a mia sorella sono solo cani?

Cani, bestie, e gatti. Dio che ridere.

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